Lavoro-Scuola nel nostro territorio

12 Aprile 2018
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Marco Mereu, Segr. Fiom provinciale - Cagliari

Pubblichiamo la prima parte dell’intervento  di  al Dibattito “ Prima di tutto il lavoro e la scuola” indetto dal Costat e dall’ANPI il 13 marzo scorso.

Anzitutto una semplice osservazione, di natura logica, quasi intuitiva, ossia quella riguardante i governi nazionali, che non tenendo conto dei territori, calano dall’alto leggi che poi dovranno scontrarsi con realtà locali, che in Italia sappiamo essere molteplici. Se mi chiedo, pertanto, quale lavoro, da alternare alla scuola, possano fare gli studenti del territorio dell’area metropolitana di Cagliari, scopro che non tutti i percorsi di studi possono essere accompagnati da alternanze scuola-lavoro appropriate. Sicuramente risulterà più facile per gli studenti degli istituti commerciali, alberghieri e anche agrari, trovare l’alternanza al lavoro nei rispettivi ambiti di studio, questo risulterà meno semplice per settori come quello metalmeccanico, del quale mi occupo come componente della Segreteria Fiom Cgil di Cagliari. Infatti, conoscendo il settore, costituito per lo più da piccole e medie i mprese, mi risulta difficile pensare ad uno studente che alterni la scuola con lavori in officine nelle quali, per dimensioni ridotte, sono quasi sempre inadatte ad accogliere personale così giovane da formare. Ed anche qualora lo fossero, dal punto di vista della sicurezza, stanno quasi sempre al limite delle norme.
E’ vero che esistono anche realtà industriali importanti, quali il petrolchimico di Sarroch, che sarebbero notevolmente formative per gli studenti. Questi, comunque dovrebbero stare in un contesto ambientale estremo e non mi riferisco solo alla salubrità dell’aria, ma anche alle temperature elevate presenti tra gli impianti, nei quali svolgono l’attività lavorativa i lavoratori delle aziende d’appalto metalmeccaniche. Ad esempio gli strumentisti di alcune di queste ditte svolgono la propria attività lavorativa tra la miriade di tubazioni dell’impianto e credo che avrebbero una responsabilità enorme a fare da tutor a studenti da formare sul campo. Una soluzione può essere offerta dalle officine site nel petrolchimico, nelle quali la formazione dei ragazzi andrebbe verso mansioni di saldatori, tornitori, tubisti, sempre ricercati dalle aziende del settore. Ho concentrato l’attenzione sull’area industriale di Sarroch, tralasciando quella di Macchiareddu, che tranne per due o tre aziende, le altre difficilmente sarebbero in grado di accogliere studenti in alternanza. Abbiamo anche aziende metalmeccaniche impegnate nei cantieri per la posa in opera della fibra ottica, nei quali stiamo assistendo ad una vera e propria carenza di professionalità come quelle dei saldatori di fibra. E’ anche vero che in tale attività l’urgenza è quella di formare e riqualificare i vecchi saldatori di rame e renderli capaci di saldare i cavi in fibra che hanno specifiche totalmente diverse.

Di conseguenza, escludendo l’alternanza scuola-lavoro nelle piccole realtà sparse nel territorio, trovando anche la possibilità di contattare alcune aziende dei siti industriali di
Sarroch e Macchiareddu, ci troviamo di fronte alla quasi impossibilità di rendere esigibile nel nostro territorio l’alternanza scuola-lavoro nel settore industriale, metalmeccanico. Togliendo ai nostri studenti opportunità spendibili in settori dove l’innovazione tecnica è fondamentale così come la preparazione e l’attinenza dei futuri lavoratori ad aggiornarsi costantemente per non farsi cogliere impreparati dai cambiamenti repentini che avvengono nel settore. Un altro ostacolo è rappresentato dalla mancanza di contatti tra le aziende e le scuole del settore, al fine di proporre percorsi formativi sia pratici che teorici. Quindi senza l’iniziativa delle aziende nei confronti del progetto di alternanza, questo risulta privo di una delle due gambe necessarie per poter camminare, ossia il ruolo delle aziende. Da tali aspetti non posso che trarne una semplice considerazione, nel nostro territorio l’alternanza scuola lavoro non farà altro che “produrre” lavoratori a bassa qualifica nei settori del commercio e del turismo, salvo le dovute eccezioni. E se questo è quello che succederà nell’area metropolitana di Cagliari, mi immagino dall’altra quello che produrrà l’alternanza nelle aree interne della Sardegna.[…]

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