M5S: perché non giudicarli per ciò che sono e fanno?

9 Settembre 2018
2 Commenti


A.P.

fuori onda conte di maio

 

Sentendo la TV e leggendo la stampa in questi giorni noi comuni cittadini abbiamo avuto modo di vedere l’approccio dei 5 Stelle a questioni importanti del sistema democratico. 
La magistratura anzitutto. Salvini, ricevuto l’avviso di garanzia, ha rilanciato il vecchio refrain, il ritornello della magistratura politicizzata, del golpe e simili amenità. Reazioni a cui siamo abituati da Craxi al suo compare B., giù giù, fino a Renzi. Di Maio è intervenuto dicendo che la magistratura è sempre la stessa, ed è quella che arresta mafiosi, scafisti e corrotti. Dunque, le si deve rispetto. Bonafede ha espresso lo stesso concetto con una battuta, “i giudici fanno i concorsi, i politici i comizi”. Parole di moderazione e di rispetto dei ruoli costituzionali sono venuti da Conte, con l’abituale pacatezza.
La corruzione. Bonafede ha predisposto un d.d.l. con misure forti contro la piaga più diffusa e putrescente della vita pubblica italiana. Ha accolto molti dei suggerimenti venuti da chi ha esperienza sul campo, come Davigo. I 5 Stelle hanno rinunciato al finanziamento pubblico e, come singoli, si sono autoridotti le indennità.
L’altro giorno in TV ho sentito Toninelli. Sul ponte M0randi ha detto cose semplici e di buon senso. Non si può affidare la ricostruzione del ponte a chi lo ha lasciato crollare, bisogna trovare una soluzione in cui siano coinvolte strutture statali. Ha reso pubblica e pubblicato la convenzione indecorosa con Autostrade, secretata da centrodestra e centrosinistra.
Poi ho visto che Di Maio ha sbloccato la questione Ilva di Taranto, facendo proprie, sostanzialmente, le posizioni dei sindacati. Insomma, dopo anni, ha messo il peso dello Stato e del Governo per riequilibrare la bilancia…e l’interlocutore ha capito che la musica è mutata.
Sulla questione vaccini la ministra Grillo ha ribadito l’obbligo, introducendo in via transitoria la possibilità di autocertificazione, prima con una circolare, ora ricorrendo allo strumento corretto, ossia alla legge. Si è fatto un gran parlare, senza tener conto dei termini della questione, gridando all’antiscientificità, al ritorno al medioevo e simili. In realtà, l’autocertificazione non è volta a scansare la vaccinazione, è un modo per provarla alternativo  solo nella modalità, non nel risultato alla presentazione del certificato. Sì, perché l’autocertificazione non si fonda sul fatto che l’amministrazione prende per buono quanto dichiara il privato, ma sul fatto che essa ha il riscontro nei propri uffici della veridicità o meno della dichiarazione. Questa è stata una grande riforma che rende inutili code e certificazioni su fatti e circostanze che l’amministrazione verifica d’ufficio. Ora è chiaro che il risparmio di attività è sicuro nei procedimenti singoli o con pochi privati, funziona meno nei procedimenti di massa perché l’amministrazione che riceve l’autocertificazione deve caricarsi di un numero elevato di verifiche. La TV ha dato risalto all’intervento della Finanza e dei CC per le verifiche. Ma che c’entra la forza pubblica? Le verifiche dovrebbero essere fatte dalle scuole stesse tramite le banche dati interconnesse delle amministrazioni interessate, come avviene normalmente in caso di autocertificazioni. Quindi, può darsi che ci siano state criticità sul piano pratico e dell’organizzazione, ma gridare all’antiscientificità dei pentastellati è una stupidaggine.
Perché ho voluto parlare di questi casi? Per dire che tutto ciò che fanno i grillini è giusto? No, no, neanche per sogno! Soltanto per osservare che i pentastellati vanno giudicati nel merito, ma non demonizzati. Su Taranto, per esempio, molti ambientalisti sono critici, così come il d.d.l. anticorruzione deve essere sottoposto ai raggi X prima d’essere approvato. Ma qui siamo nel campo della critica politica normale e doverosa, il sale della democrazia. Non è utile invece fare la caricatura delle posizioni altrui, descriverle come folli o di destra per non interloquire, non porta a nulla ed è anche perdente.

2 commenti

  • 1 Aladin
    9 Settembre 2018 - 14:23

    Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=86821

  • 2 Sardozen
    10 Settembre 2018 - 08:05

    Ecco una analisi politically correct, scevra di pregiudizi partitici, che hanno rovinato il dibattito in questi decenni di renzusconi, anche prima che il Matteo diventasse importante. Il Berlusca-pensiero in cui tutto era da demonizzare se non rientrava nel progetto del Capo.

Lascia un commento