Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale in appoggio ai sindaci per l’annullamento della legge Salvini

6 Gennaio 2019
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Red

Il CoStat - Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria di Cagliari - come già aveva fatto a conclusione dell’incontro indetto sulla Legge sicutezza, nello spirito del documento del Coordinamento nazionale, invita i sindaci sardi - che finora non sono andati al di là di generiche dichiarazioni di principio - ad assumere le iniziative formali, necessarie a portare la legge al vaglio della Corte costituzionale. Qui c’è un punto dirimente, che bene ha sottolineato Tonino Dessì ieri a commento dell’appello CGIL-ARCI-ANPI(!?) a fantomatici sindaci ribelli isolani. Questo non è un tema da propaganda, tantomeno di sostegno elettorale a sindaci che, nel recente passato, allineati e coperti, hanno votato per lo sfascio della Costituzione proposto da Renzi. Qui il problema è difendere diritti fondamentali e perfino vite umane. Per far questo occorrono atti concreti. Anzitutto cogliere la disponibilità del Presidente Conte all’incontro con l’ANCI per la modifica della legge. Secondariamente bisogna creare le condizioni giuridiche per purgare la legge dagli aspetti contrastanti con la Costituzione. Dunque, vanno appoggiati tutti gli atti formali di Comuni e Regioni per l’annullamento delle norme costituzionalmente illegittime e tutte le iniziative di sostegno ad azioni, concretamente poste in essere nell’esercizio di funzioni istituzionali da parte dei sindaci o dei presidenti delle regioni. La mera propaganda non interessa perché nuoce alla causa.

Pieno appoggio ai sindaci contro la legge Salvini

 

Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale ha denunciato subito gli aspetti di incostituzionalità che rendono inaccettabile il c.d. “decreto sicurezza”, ora L.132/2018, che tenta di forzare la Costituzione contro i diritti fondamentali delle persone, per di più rendendo più difficile la convivenza fra i cittadini italiani ed una popolazione di stranieri privi di ogni mezzo di sostentamento, che resteranno in Italia e verranno spinti in un’illegalità forzata.

Questa revisione legislativa si accompagna contestualmente ad atti del Governo che contrastano e violano apertamente gli obblighi nascenti dal diritto internazionale del mare, vietando l’approdo alle navi che salvano i naufraghi nel Mediterraneo centrale e il loro soccorso, con la conseguenza che nel corso del 2018 si è avuto un drastico incremento del tasso dei morti in mare (oltre 2.000 vittime).

E’ di eccezionale gravità che 50 migranti siano costretti a vagare nel Mediterraneo da 14 giorni senza la possibilità di essere soccorsi e di ottenere un approdo sicuro, che non può essere il ritorno nei lager libici. Il nostro paese ha il dovere di essere in prima fila nel soccorso di questi esseri umani abbandonati a sé stessi. La grettezza e la chiusura delle posizioni del governo sono inaccettabili.

Le decisioni del governo e in particolare parti significative della normativa “sicurezza” contrastano con i valori che la Costituzione ha inscindibilmente inserito nell’ordinamento giuridico.

Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale condivide e appoggia pienamente la resistenza dei sindaci volta a respingere gli effetti perversi della normativa “sicurezza” sui diritti delle persone in nome dei valori della Costituzione.

Il sindaco di Palermo ha dato disposizione agli uffici comunali di sospenderne l’applicazione nella parte in cui vieta l’iscrizione dei migranti nei registri anagrafici, denunciandone la natura di “provvedimento disumano e criminogeno”.

Questa posizione, condivisa e appoggiata da altri sindaci, apre un’importante contraddizione tra i valori della Costituzione e una politica ed una legislazione fondate sul disprezzo dei diritti umani. Per questo è indispensabile che prima possibile la Corte Costituzionale sia messa nelle condizioni di giudicare la legittimità costituzionale della legge 132/2018.

E’ importante ribadire che nella legalità costituzionale non c’è posto per norme “disumane e criminogene” che ricordano le leggi razziali; i responsabili della programmata omissione di soccorso nel Mediterraneo centrale dovranno rispondere delle loro condotte.

Massimo Villone, Silvia Manderino, Alfiero Grandi

 

Roma, 4 gennaio 2019

 

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