Regionali. Ecco uno che dice cose di sinistra. Intervista a Vindice Lecis: “Combattiamo per un’alternativa di Sinistra in Sardegna”

23 Gennaio 2019
3 Commenti


Andrea Pubusa

 

 

(Vindice Lecis, giornalista e scrittore, candidato Presidente per Sinistra Sarda)

Finalmente un candidato che non insegue i sondaggi, non fa cumuffi, non inventa slogans ad effetto, non è eterodiretto. E’ comunista e se ne vanta, è di sinistra e dice cose di sinistra. E’ scrittore e giornalista, si chiama Vindice Lecis, è candidato alla Presidenza della Regione per Sinistra sarda.
- Caro Vindice, hai una bella dose di coraggio a candidarti per Sinistra sarda…
- Non pensavo alla candidatura, sono sempre stato un uomo di sinistra, appartenente alla storia vecchia e antica del Partito Comunista, della Sinistra Italiana, ma faccio un altro mestiere…
- Lo so e potevi startene tranquillo a fare le tue belle battaglie culturali, ma qualcosa è scattato in te ed eccoti in campo con decisione…
- Di fronte al fatto che in Sardegna c’è un partito dominante che è il Partito Democratico, che ha occupato sistematicamente tutti i posti di potere e di sottogoverno, e ha fatto scelte devastanti in particolare sulla Sanità…

- Ed è stato passivo di fronte alla crisi economica…
- …Non solo, non ha affrontato questioni centrali come quella dei trasporti esterni e, addirittura, quelli interni. Per questo mi è sembrato giusto accettare la proposta di Sinistra sarda…

- Di fronte a candidati che dicono e non dicono (Zedda) o che lanciano parole ad effetto (Pili, Maninchedda), mi piace la tua nettezza. Dovrebbe essere apprezzata dagli elettori di sinistra.
- Noi siamo contro il Pd, come siamo allo stesso tempo contro l’avanzata della destra sarda e italiana. Noi vogliamo costruire un’alternativa di Sinistra…

- Insomma no al continuismo camuffato…
- Basta con le solite minestre riscaldate. Se si guardano le liste che stanno facendo i partiti di governo della Regione Sardegna, sono le stesse persone che hanno messo la Sardegna in ginocchio, l’assessore alla sanità Arru su tutti. Siamo diventati marginali, l’autonomia sarda è stata completamente svilita.

- Ricordi le foto di Pigliaru e Zedda con Renzi che sfasciava l’autonomismo regionale e la rappresentanza…
- Solo adesso il Presidente Pigliaru si ricorda che siamo una Regione Autonoma, solo adesso si ricorda di fare un pochino la voce grossa, ma rimase zitto quando c’era il governo amico di Renzi. Non ha mai detto niente.

- Tu usi le parole della sinistra vera, che sapeva unire l’interesse dei sardi a quello dei lavoratori a livello nazionale…
- Io penso che sia il caso di impegnarsi per la propria collettività, cercando di dare un contributo di idee, di proposte, di programmi, di persone. So benissimo che è una battaglia estremamente difficile perché la Sinistra deve ritornare a sventolare le proprie bandiere che sono quelle portate dai ceti più umili, dai lavoratori, dai disoccupati, dai precari.

- C’è forte l’esigenza di combattere la macelleria sociale degli ultimi decenni di destra e di centrosinistra.
- Il nostro voto sardo è anche un voto contro politiche dissennate e nazionali che hanno impoverito i cittadini italiani. Il Jobs Act, per esempio, è stato devastante, la scuola è stata sfasciata completamente dalle politiche di Renzi & C. 

- Il PD al servizio dell’iperliberismo…
- Se si accetta passivamente l’idea che noi, per fare qualsiasi cosa, dobbiamo avere il pareggio di bilancio, non avremo mai investimenti nella sanità, nella sicurezza, nell’istruzione, nei trasporti. Tutto deve stare nel perimetro del pareggio di bilancio. Questa è la scelta criminale dell’austerità che ci ha distrutto».

- Sembra che si siano pentiti anche Junker & C. Ora ammettono di avere strangolato la Grecia e i greci. Lacrime di coccodrillo per stare ancora in sella. Ma come fare per invertire la rotta? Da sinistra non si può predicaree ancora la riduzione dello Stato e dell’intervento pubblico in economia.
- Occorre mobilitare quante persone possibili su alcune idee-forza: lo sviluppo della Sardegna che passa attraverso una cosa sola: certo aiutando l’iniziativa privata, ma con un massiccio piano di investimenti pubblici.

- In che modo?
- Il bilancio regionale va rivisto, insieme alle altre forze politiche e ai tecnici, perché dobbiamo riorientarlo per la costruzione di occasioni di lavoro. Faccio un esempio: il riassetto idrogeologico della Sardegna è urgente. Questo vuol dire aprire cantieri, superare tutte le iniziative di lavoro piccole ed episodiche che sono state messe in pista in questi anni e che hanno dimostrato di essere quasi delle mance elettorali.

- Un piano straordinario di riqualificazione del territorio è essenziale, ma non bisogna domenticare i servizi, il Welfare, che poi vuol dire diritti fondamentali.
- L’altro obiettivo è smantellare la riforma sanitaria voluta da Arru, dal Pd e da Pigliaru, che ha ci sta portando a una maggiore sofferenza e a un impoverimento dei Servizi. Nata come giusta lotta allo spreco, si sta dimostrando invece come una decisione ragionieristica sui costi. La Sanità è diventata un costo, ma per i cittadini.

- I diritti fondamentali sono per definizione fuori dal mercato, non possono essere condizionati irragionevolmnete dalla finanza pubblica, lo dice ormai anche la Corte costituzionale.
- Proprio così. Noi dobbiamo garantire una Sanità pubblica e di qualità. Mi ha fatto andare su tutte le furie quando alcuni giorni fa, l’Assessore Arru ha dichiarato che saranno abbattute le liste d’attesa. Ma noi lo sappiamo che cosa vuol dire avere una lista d’attesa di un anno per una gastroscopia, per non parlare di cose ben più gravi?

- Questo è dire cose di sinistra, come invocava, inascoltato, Nanni Moretti!
- Questi sono i punti. Noi saremo una Sinistra in campo. Faremo vedere i sorci verdi al cosiddetto Centrosinistra che ha distrutto la Sinistra italiana, ma anche alla destra perché è pericolosa, legata al mondo affaristico.

- Bisogna ridare voce ai ceti popolari, messi a tacere da anni da una falsa sinistra. E bisogna farlo a tutto campo.
- Noi parliamo anche a nome dei lavoratori e dei disoccupati sardi. Non consentiremo che venga rivarata una legge urbanistica come quella che è stata poi ritirata da Pigliaru. Noi non vogliamo il cemento sulle coste. Noi vogliamo la salvaguardia del territorio, che la Sardegna giochi un ruolo primario sulle energie, aprire un tavolo di confronto con il governo nazionale sulla questione dell’energia e del metano.

- Il metano, un nodo problematico. Voi cosa dite?
- Noi non abbiamo preclusioni ideologiche sul metano. Noi siamo l’unica regione che non lo ha. Dobbiamo porci il problema di come fare per portarlo in Sardegna, studiando delle soluzioni ecosostenibili accanto alla questione importante delle energie rinnovabili».

Caro Vindice, con chi vuoi fare tutte queste belle cose?

Noi di Sinistra Sarda siamo un ragruppamento di partiti: Partito Comunista, Rifondazione Comunista ed esponenti che sono usciti da Sinistra italiana e le altre personalità che stiamo cercando.

- Con quale prospettiva? Solo agitazione e testimonianza?
- Puntiamo ad entrare in Consiglio regionale, come già siamo entrati nel 2014 con Sinistra Sarda, ma allora c’era il Centrosinistra. Era un’altra cosa. Adesso, invece, il Centrosinistra è solo una finzione scenica, un imbroglio.

- Meglio soli che mal accompagnati…
- Esatto! Siamo soli per scelta politica e cercheremo di entrare in Consiglio regionale dove ci proponiamo di rappresentare le voci dei territori, quanto più possibile: i problemi del lavoro, l’energia, le miniere, i trasporti, mettere insieme tutte le iniziative per evitare lo spopolamento dei paesi e che sono piccole realtà, ma importantissime. Ogni paese deve poter fare la sua parte.

- Tu che vieni dalla militanza nel PCI sai che, per far questo, occorre uno sforzo straordinario…
- Serve una strategia coordinata perché se non c’è lavoro non si potrà fare nulla. Noi vogliamo un turismo di qualità, ma anche di massa. Non possiamo distruggere il bene prezioso per il quale le persone vengono in Sardegna: la natura, l’ambiente, le coste, le zone interne, le nostre montagne.

- Stando ben attenti ai soliti noti che vengono in Sardegna con spirito rapace…
- Noi siamo sempre sul chi vive perché dietro c’è sempre il grande affare. Noi vogliamo rappresentare la Sinistra diffusa, quella che non si rassegna a diventare una piccola colonia europea e che vuole dire la sua nello scenario, non solo battendo i pugni sul tavolo.

- Pigliaru e prima Cappellacci si sono genufllessi alle autorità romane, preoccupate di garantire interessi estranei all’Isola…
- In questi anni l’autonomia regionale è stata svilita. Non abbiamo fatto pesare neanche la nostra insularità. Un disastro.

- E con Zedda come la mettete?
- Noi siamo alternativi ai progressisti di Zedda, che sono il paravento del Pd, e siamo alternativi alla destra, intesa non solo come quella classica, ma anche i Cinque Stelle. Faremo la nostra battaglia».

- Non vi mancherà da fare. Buona fortuna!

3 commenti

  • 1 Aladin
    23 Gennaio 2019 - 08:40

    Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=92465

  • 2 Michele Podda
    23 Gennaio 2019 - 17:56

    Buoni propositi, tono deciso e combattivo e buon senso. Però un appunto lo farei sia all’intervistatore che a Lecis: non è stata nominata una sola volta la parola SARDISMO. E’ stata una scelta voluta o soltanto una causalità? Non ha preso in considerazione la possibilità di allearsi/unirsi al gruppo di Autodeterminatzione? Trattandosi di elezioni regionali forse…

    Rispota

    L’alleanza con Autodeterminatzione - dopo vari incontri - era già saltata per vari motivi, anche di simbolo. Per il resto mi pare che ben si comprende l’ottica di Vindice: lui è - secondo la classica impostazione cimunista - per un automismo forte, ma fuori dalla prospettiva indipendentista.

  • 3 Michele Podda
    24 Gennaio 2019 - 10:19

    Ognuno, per fortuna, è per qualcosa di diverso dagli altri, ma questo non vuol dire …! Oltre le parole e i simboli contano i fatti e su quelli, accidenti, qualcosa in più si poteva fare. Con questo nulla da dire per Lecis, se i SARDISTI sono essi stessi SUPERDIVISI in mille frazioni che soltanto in piccola parte (appunto AUTODETRMINAZIONE ma anche PILI con Zuncheddu, Carta e Collu) si sono coalizzati. Non ora in vista delle elezioni, ma qualche giorno una buona volta si dovrà fare PUBBLICAMENTE chiarezza, altrimenti NON SI CAPISCE NIENTE. Forse questo blog potrebbe essere valido ma vivace luogo di confronto, se si volesse cavarne piedi. E questi sono fatti.

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