Caro Tonino, come votare per una vera discontinuità?

1 Febbraio 2019
2 Commenti


Andrea Pubusa

 Caro Tonino,

come contraddirti? Che un elettore di sinistra non possa votare PD & C., comunque si chiamino, è così evidente da non richiedere spiegazione. La macelleria sociale condotta in nome dell’iperliberismo dai governi post Berlusconi sono sotto gli occhi di tutti. Basta riflettere sul fatto che è stato il PD a sopprimere l’art. 18, difeso dai lavoratori contro Berlusconi! Parallelamente il PD ha tentato, proditoriamente, senza mandato elettorale, di stravolgere la Costituzione in chiave oligarchica ed elitaria, secondo il progetto liberista enucleato dalla ben nota Mont Saint Pelerin Society di Friedrich Hayek. Poi è stupefacente credere che chi ha distrutto la sinistra la voglia ricostruire. E’ come mettere la volpe a ripopolare il pollaio. Da questo punto di vista Zedda raccoglie i resti di un’armata in rotta per le scelte antipopolari e offre il suo volto a nascondere i guasti del centrosinistra sardo. Non è un caso che Pigliaru venga nascosto e il PD sia scomparso dai radar, insieme ai suoi satrapi, pronti a ricomparire con la consueta arroganza in caso di successo. E non è un caso che Zedda non voglia leader nazionali del centrosinistra, timoroso che il camuffo venga disvelato. Anche se sarebbe facile mettere in giro le foto che lo ritraggono in pose più che amichevoli con Piagliaru e Renzi ai bei tempi del referendum costituzionale. Ed è facile oggi denunciare la manifesta contraddizione, per esempio, della critica di Massimo alla riforma sanitaria e la candidatura del padre di essa, l’assessore Arru,  presente nella lista di Nuoro.  Zedda, se avesse avuto un briciolo di coerenza politica, non avrebbe accettato la candidatura e tantomeno avrebbe posto in essere questa messa in scena che è una vera e propria offesa per gli elettori di sinistra.
Condivido, fin qui la tua analisi, come al solito puntuale ed acuta, anche nel vedere che attorno a Zedda si accentrano le manovre di settori della conservazione nostrana, già all’opera nelle elezioni comunali di Cagliari.
Sono anche d’accordo con te che una fondamentale esigenza democratica dell’isola dovrebbe indurre a considerare come un obiettivo politico e istituzionale importante e alla portata di mano concreta degli elettori e delle elettrici proprio quello di scardinare gli effetti della legge truffa regionale, incoraggiando col voto le forze democratiche minori autonome dagli schieramenti oligarchici.
Vedo che in questo post attenui, rispetto al recente passato, il giudizio critico sul M5S, limitatamente al suo ruolo nella competizione elettorale sarda. Rilevi giustamente che “il M5S stesso in queste elezioni regionali si presenta come antagonista del suo partner di governo italiano e che anche la misura delle rispettive forze in questa circostanza sarebbe per la prospettiva un dato di non poco rilievo“. In buona sostanza ammetti che, fermo il giudizio severo sulla politica del governo nazionale, qui da noi i 5 Stelle sono contro la Lega e costituiscono un’alternativa democratica reale al duopolio centrodestra-centrosinistra, che ha così malamente governato l’isola in questi decenni.
Caro Tonino, è in atto una grande manovra che passa anche nei grandi giornali volta a concentrare l’attenzione degli elettori su Solinas e Zedda, con l’obiettivo di ottenere un’esclusione della altre liste dal Consiglio o di ridurle ad un flatus vocis, ad una voce flebile, priva di incidenza sulle decisioni politiche fondamentali, affinché lor signori possano continuare a fare il bello e il cattivo tempo. E’ questo il disegno che va sventato, cioè che centrodestra e centrosinistra continuino ad alternarsi al governo regionale, mantenendo fuori le forze di vera discontuinità. In questo - hai ragione tu - nessun voto è inutile, ancorché solo i Cinque Stelle, per la loro grossa forza di partenza, rappresentano la vera alternativa ai due schieramenti finora dominanti. In Sardegna occorre un deciso colpo di scopa che spazzi via muffe, incrostazioni di potere, piccole e grandi  consorterie, satrapie manifeste e nascoste. E in questo più delle facce dei candidati conta il ruolo sostanziale delle liste; bisogna battere quelle de su connottu e promuovere quelle che vogliono aprire una pagina nuova. Altri cinque anni con Solinas o con Zedda sarebbero una replica della giunta Cappellacci o Pigliaru. Un disastro!

2 commenti

  • 1 Aladin
    1 Febbraio 2019 - 09:40

    Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=92803

  • 2 Michele Podda
    1 Febbraio 2019 - 10:11

    Illuminante come al solito, caro Direttore; illuminante e chiarificatore.
    Un appunto però, una precisazione te la devo fare, pur non volendo troppo approfittare della tua pazienza e tolleranza. Non approvo l’utilizzo del termine “su connottu” per indicare quel coacervo di forze pseudo liberiste , vere ”incrostazioni di potere ammuffite, piccole e grandi consorterie, satrapie manifeste e nascoste”. NO, “su connottu “ evoca ben altro: battaglie di popolo, talvolta vere e proprie rivolte, contro lo strapotere di forze retrive ben più pericolose e asfissianti di quelle attuali. E in quelle lotte si auspicava un ritorno “a su connottu”, a quelle forme di libertà, democrazia e federalismo che hanno permesso ai Sardi di mantenersi autonomi per molti versi nei confronti appunto di governanti ottusi e rapaci, anche in epoche abbastanza recenti. Termine nobile dunque da non sprecare con una connotazione così negativa.

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