Elezioni. Neanche la batosta fa rinsavire! Quale morale nel risultato?

27 Febbraio 2019
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Amsicora

Giovedì alle 17,30 presso lo Studium Franciscanum in via Principe Amedeo n. 22 - Cagliari, il CoStat promuove una valutazione a caldo del voto con la partecipazione di esponenti delle varie liste, intellettuali e cittadini. Dopo una breve introduzione, seguirà un libero confronto al fine di individuare linee e indirizzi dell’opposizione alla giunta di centrodestra. Si cercherà di rispondere al quesito: come costruire un’opposizione forte e unitaria per la Sardegna?

Combattenti e reduci! Non so voi, ma io ogni tanto entro in confusione. Mi chiedo: sono io che non capisco nulla o vivo in un mondo di folli?
Che ve ne pare dei commenti sull’esito delle elezioni? Il centrosinistra ha ceduto al centrodestra un’altra Regione, il PD e cespugli perdono ulteriormente voti e ben 20 seggi … e sono felici! Soddisdatti! E sapete perché? Zedda: “perché abbiano preso più voti del M5S“. Ma che c’entra? In queste regionali, il problema è che Solinas ha preso il 14% dei voti in più, Un abbisso. Da mordersi le mani e tu godi delle disgrazie dei grillini?! Quelli di Salvini ti hanno stracciato e tu sei soddisfatto perché hai avuto un tracollo…ma i 5Stelle di più!? Sapete la storia di quel tale che era disposto a farsi accecare un occhio se al suo vicino di casa, con cui era in contrasto, glieli avessero accecati entrambi!? Roba da matti! “Ma ci possiamo riprendere” dice Zedda. Beato te che da una disfatta, in cui si conferma drammaticamente il trend negativo, verso la scomparsa o l’irrilevanza, vedi invece il segnale della risalita! Boh! E’ un modo per non fare i conti con 5 anni di Giunta di centro-sinistra e con la propria politica antipopolare. O no?
E Desogus? Che non fosse una calamita di voti si è capito da subito, lui dice che è un anti-divo, ma in realtà è altro, è  inadeguato a prendere voti, a incoraggiare l’elettore al voto alla lista, che è altra cosa. Un candidato a guidare una regione deve far sognare, e lui invece non trasmette emozioni.  Certo Massimo e Christian, quanto a far sognare, non son meglio! Ma lasciamo perdere, Desogus come fa a dire che puntava al secondo posto, dopo aver preso il 42% solo undici mesi fa? Come si può dire che il 10% è l’inizio dopo il 4 marzo? E’ una castroneria, o no? Boh! E’ un modo per scansare l’autocritica, per sfuggire alla necessità di correggere il tiro, o no?
E quelli dell’indipendentzia e della natzione? Sono amareggiati, e ci sta. Sono incavolati contro la legge elettorale, e ci sta anche questo, e hanno ragione da vendere. La legge truffa è fatta per colpire le minoranze coraggiose e orgogliose del proprio progetto. Ma gli indipendentisti non toccano il punto fondamentale, e cioè che la causa del loro male son loro istessi. Dopo l’esito del 2004 perché Pili (lui medesimo cioè) non ha fatto tesoro della lezione ed ha insistito a presentarsi in solitaria? Maninchedda non ha neanche preso in considerazione l’appello all’unità elettorale perché diceva di avere sicuro il 7 o l’8%. Capisco che si possa sbagliare la previsione, da 7-8 a tre, tuttavia, c’è una bella differenza! Ma tant’è. Errare humanum est. Murgia è sempre stato il più ragionevole e il meno supponente, ma aveva alle spalle una sorta di “Gran Consiglio o tavola rotonda della sardità”, che addirittura non tollerava neppure il minimo apporto in lista di esponenti di fede leggermente diversa. Boh! A tutti, a Mauro, a Paolo e Andrea va riconosciuto l’onore delle armi, sono dei combattenti. Ma anche loro non devono romuovere l’autocritica.
Disperato per le dichiarazioni post elezione, cerco conforto nella matematica e scopro che i natzionalitari insieme sono al 7%. Non male. Zedda+Desogus al 44%. Non sono bravo a far di conto, ma, ora c’è la calcolatrice nel telefonino, e subito prendo il totale: 51%. Evviva! L’elettorato sardo non è in maggioranza con Solinas e Salvini. Ma allora perché Christian ha vinto “a minoranza“? Sarà perché ha un quid pluris? Cos’è questo qualcosa in più? E’ un collante elementare per chi vuol governare: si chiama politica e si chiama unità. Ma come, direte voi, Solinas ha la colla e gli oppositori no? Sì, signori miei, proprio così. E allora? Allora proviano ad applicare la politica e l’unità ai numeri e ne scopriamo delle belle. I natzionalitari alleati - come detto - in un’unica lista avrebbero preso l’8% e forse più, perché molti non li hanno votati per paura di disperdere il voto. E se Progressiti e 5 Stelle si fossero uniti. coinvolgendo i natzionalitari avremmo superato il 50%. In viale Trento sarebbe entrato, da vincitore, l’antagonista di Solinas e Salvini avrebbe macinato rabbia. Il contrario di ciò che è accaduto.
Una favola, bella ma una favola! Proprio così, compagni ed amici, ma “de nobis fabula narratur”, parla di noi la favola, anzi del nostro futuro. Ci indica la morale, ci dà un insegnamento. Da dove iniziamo? Partiamo dai più grandi, dal centrosinistra. Finché continua a gioire delle disgrazie altrui, proseguirà sulla strada del dissolvimento. Per tornare a vincere deve delineare un assetto di alleanze che consentano di avvicinarsi a chi li ha scansati. Credo che questione morale e liberismo siano i punti cruciali per questa area. Porsi con rigore la prima e abbandonare il secondo sono i presupposti per ogni discorso di rilancio. Per il Movimento Operaio e la sinistra, quella vera, la questione morale, l’etica pubblica è un prerequisito per fare politica. Poi il liberismo è la dottrina da avversare in favore di visioni egualitarie, di giustizia sociale, che esaltano la partecipazione popolare alle decisioni. In questo contesto un incontro coi 5Stelle diventa più realistico, al pari del contestuale abbandono da parte di costoro di impostazioni isolazioniste e di alleanze innaturali. I natzionalitari devono darsi un programma minimo chiaro accanto a quello massimo. Non interessa il loro obiettivo finale a due condizioni: che agiscano, come già fanno con metodo democratico; che deliniino, in attesa dell’esito finale, una fase di transizione in cui vengono incrementati i poteri della Regione fino ad un massimo compatibile con l’unità dell’ordinamento. In questo modo, si creano le condizioni per un’alleanza in cui tutti possano sentirsi a proprio agio.
Certo è facile a dirsi e difficile a farsi. Ma non c’è altra via. Fintanto che il centrosinistra non farà i conti con se stesso, il M5S non cesserà di credere d’essere il solo a salvare il mondo e i natzionalitari gli unici a volere un forte autogoverno dell’Isola, non si faranno passi avanti. Iniziamo a interrogarci su noi stessi, proviamo a rompere i muri nell’area democratica e a dialogare. La rivincita parte da qui.

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