La Sardegna s’impoverisce ancora. Il Banco di Sardegna scompare fagocitato da BPER

4 Marzo 2019
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Antonio Sassu, già Presidente del Banco di Sardegna

La BPER ha mangiato tutto ciò che era disponibile. Come prima cosa ha ingoiato la quota azionaria della Findomestic, il gioiello che il Banco di Sardegna possedeva, poi ha incamerato la Sardaleasing e l’ha portata a Milano, quindi ha assorbito la Banca di Sassari , e, da ultimo , ha acquistato tutto il Banco, cioè, la parte azionaria che fino a questo momento era di proprietà della Fondazione di Sardegna è passata alla banca modenese. E dire che nel momento in cui acquistava il primo 51%, 18 anni fa, la BPER diceva che per il Banco si sarebbe aperta una finestra sul mondo. Il risultato ultimo: la banca sarda scomparirà.
Il Banco di Sardegna, da qualche tempo, fa profitti e servirà ancora, come nel passato, a riequilibrare le non sempre floride finanze della capogruppo. Ovviamente ci sarà ancora il Consiglio di amministrazione e il presidente della banca sarda, ma tutte le decisioni saranno prese, più che nel passato, a Modena. Nel 2022 spariranno anche gli organi decisionali. Esiste il marchio e ancora esisterà , forse, perché conveniente dal punto di vista del mercato, ma, prima o poi, scomparirà anche questo, come è successo recentemente per il ben più blasonato Banco di Napoli da parte di Intesa S. Paolo. Chi sa chi si occuperà dell’economia sarda e se i nuovi proprietari avranno tempo per occuparsene, sempre che se ne vogliano occupare. Comunque non sembrerebbe che sia tra i problemi all’ordine del giorno. Molto dipenderà dalla Fondazione Sardegna e, soprattutto, dalla Unipol che, grande azionista della BPER, peraltro, è in prospettiva di crescita.
La cosa più preoccupante è che una grande realtà vada via dalla Sardegna e ci impoverisca ulteriormente. L’occupazione ha grande importanza in questa terra così affamata di lavoro, gli sportelli hanno rilevanza per i cittadini che vengono privati di un servizio, ma è soprattutto la forza lavoro del banco, la professionalità, la capacità di inventare nuove soluzioni, l‘essere sistema che è utile per sé e per quelli che lavorano attorno. Già con il trasferimento della piattaforma informatica e tecnologica, avvenuta all’inizio dell’era BPER, la Sardegna ha perso molto, dal momento che gli espedienti informatici, seppure decisi da altre imprese, potevano essere adattati e ritoccati per introdurre modifiche e aggiustamenti per la clientela e il personale tecnico, perciò, può essere sempre di buon livello e continuamente aggiornato. Con questa operazione un pezzo importante della nostra economia va completamente e definitivamente perduto e segna una fine anche per questo segmento. Poi, ovviamente, il numero complessivo degli occupati calerà e i nuovi esuberi , previsti in 130 unità, dipenderanno in parte da come si svilupperà il mercato nel prossimo futuro. Anche gli sportelli, una volta numerosi e inseriti in tutta l’isola, tanto da rappresentare un punto di riferimento, spariranno per sempre in misura di una ventina.
C’è un altro aspetto non trascurabile che vorrei considerare. Il silenzio sull’argomento proveniente dalla Regione è assordante. Non che la Regione abbia poteri e possa esercitare qualche ruolo, dal momento che si tratta di società private, ma certamente ha competenze sullo sviluppo economico dell’intera isola. Poiché la banca dei sardi ha avuto nel passato e ha tuttora un grande rilievo sugli andamenti economici del territorio uno si aspetta che la Regione si faccia sentire in qualche modo. D’altro canto, il patrimonio della Fondazione è di proprietà del popolo sardo e, seppure indirettamente, la Regione dovrebbe esserne interessata. E’ vero che in cambio la Fondazione riceve una quota azionaria della BPER ma, sostanzialmente, questa non va a grande vantaggio dei sardi che non guadagneranno niente a meno che il ricavato non venga messo a disposizione per lo sviluppo economico dell’isola, come dice lo statuto . Bene, questa operazione ha grande influenza sull’intera economia e prevede che un pezzo della Sardegna emigri al di là del mare. La Regione è stata informata preventivamente? Ha dato l’assenso? Ha fatto qualcosa? Sarebbe interessante avere qualche informazione.

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