Il tagli dei parlamentari è (quasi) legge. Ci sarà il referendum?

9 Ottobre 2019
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Red


553 sì, 14 no, 2 astenuti. Montecitorio vota superando nettamente quota 316

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Ok definitivo dell’Aula della Camera al taglio dei parlamentari. Il disegno di legge costituzionale che riduce i deputati a 400 dai 630 attuali ed i senatori a 200 dagli attuali 315, è stato definitivamente approvato a Montecitorio con 553 voti a favore, 14 contrari e due astenuti. Trattandosi di un disegno di legge costituzionale, era richiesta la maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea, pari a 316 voti.
Un applauso dell’Aula proveniente soprattutto dai banchi di M5s, ha salutato l’approvazione definitiva della riforma per il taglio dei parlamentari.
Presente il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha preso posto al banco del governo tra i ministri Bonafede e D’Incà. A Montecitorio il ministro degli Esteri e capo politico del M5S. Di Maio si è seduto al banco dei ministri accanto a Federico D’Incà. Nell’emiciclo anche il capodelegazione del Pd nel governo, Dario Franceschini.
Gioia, gaudio e tripudio dei 5 Stelle. Pessima la motivazione, il risparmio di risorse.
Di questa revisione abbiamo già parlato molto e ne riparleremo, anche perché è probabile che venga chiesto il referendum confermativo o meglio oppositivo.
A parte la motivazione addotta dai musi gialli, che è irricevibile, la proposta non è preoccupante in sé. La fecero, a suo tempo, anche parlamentari del PCI e poi Rodotà, Ferrara ed altri, i quali proponevano anche l’abolizione del senato. Qui però c’è il prpblema dei riequilibri, in prmis la legge elettorale. E qui sorgono le dolenti note. E’ un orizzonte incerto, aperto alle scorrerie di pesonaggi poco affidabili, basti pensare a Renzi. Dunque, senza drammatizzare, siamo in presenza di questioni delicate. La deforma renziana, che abbiamo battuto al referendum, può riproporsi in altra veste, ma nella forma più delicata dei bilanciamenti e degli equilibri.

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