Sardine, un bel movimento, un sasso nello stagno

30 Novembre 2019
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Andrea Pubusa

Sono un amante delle sardine, che al tempo loro, arrostisco frequentemente al mare o in paese, solo il loro profumo inteso è un bel piacere; dunque anche per questo ho accolto con piacere l’irrompere sulla scena politica di questo movimento. Il nome evoca in me momenti indimenticabili e desiderabili. Ma questa mobilitazione cos’è? Certo, si può dire che è l’ennesima manifestazione di energie che esistono nella società e che evidentemente non trovano altro modo per palesarsi. Almeno nelle linee generali non è difficile capire. C’è nella società una preoccupazione profonda e al tempo stesso un deficit di rappresentanza. L’esigenza democratica anzitutto non trova adeguata risposta politica. Il M5S, che aveva acceso le speranze e catalizzato la voglia di cambiamento, ha finito, per le tante ragioni che sappiamo, per spegnere ogni aspettativa con l’alleanza con la Lega. Troppo rozzo Salvini, troppo banalmente antimigranti, troppo stupidamente securitario per non determinare un distacco di molti democratici dai pentastellati. Certo questi hanno ancora consensi, ma hanno acuito, coi loro errori, con il loro rientro nei ranghi, l’esigenza di una risposta irriverente e radicalmente democratica allo stato delle cose consegnatoci dai governi di centrosinistra-centro e ora al Conte - 1.
E il governo attuale? L’alleanza fra i gialli e i bianchi (non rossi e neanche rosa) del PD? Poca cosa per soddisfare non dico i sogni ma le speranze anche solo di buon funzionamento delle istituzioni. Non ha dato fastidio anche a voi che uno dei primi obiettivi del nuovo governo sia stato individuato nella modifica della Costituzione? Non vi pare che il fatto che tutti pensino per prima cosa di cambiarla sia un modo potente per svilirla, per farle perdere quel carattere di sacralità che una Carta deve avere? Non son fra quelli che additano gli States come modello di democrazia, ma come non ammirare la loro fedeltà alla Costituzione, che esiste da più di due secoli, ed è stata solo aggiornata con integrazioni (i mitici emendamenti) volte ad adeguare sopratutto le libertà all’evolversi dei tempi? Qui no, tutti vogliono cambiare o questo o quello e occupano tempo ed energie per questo, sottraendole all’impegno per attuarla. Sì perché nella Costituzione c’è il programma non per uno ma per tanti governi! C’è un indirizzo potente e chiaro di sviluppo civile e democratico. A partire dal lavoro, a seguire con gli interventi per creare uguaglianza, alla soddisfazione di diritti fondamentali come sanità e scuola. C’è un campo sterminato di impegno e mobilitazione dove certo le sardine avrebbero potuto e potrebbero trovare un terreno di applicazione e mobilitazione.
Ora le sardine, coi loro slogans, richiamano a tutto questo, una spinta ad una democrazia che si dispiega continuamente e pienamente, una lotta ferma ad ogni forma di autoritarismo, un rilancio dei temi dell’uguaglianza e dei diritti. Come possiamo non guardare con simpatia, anzi unirci ad un movimento come questo? Sì, diciamocelo, siamo sardine anche noi. Siamo anche noi con queste belle piazze. Ma occorre lo sbocco politico, senza questo, i movimenti pian piano avvizziscono o cambiano o muoiono. Ma sullo sbocco politico l’orizzonte non è roseo. Conte-Zingaretti, Di Maio e …Renzi non sono rassicuranti. Un motivo in più per impegnarci a fondo. Benvenute sardine!

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