Antonino Usai, partigiano di Narcao

17 Maggio 2020
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Eva Zara

Mio nonno Antonino.
Antonino Usai nasce a Narcao, il 28 maggio 1922. Da molti in paese era conosciuto come Nino o Antonio, anche se il nome all’anagrafe è Antonino.
Nelle lettere che inviava alla madre e alla sorella si firmava Nino. Della sua vita di partigiano ha raccontato come, dal 1943, operò principalmente in Toscana, nella zona di Viareggio,  e in Emilia-Romagna. E ricorda l’aiuto ricevuto da molte famiglie, tra cui quella di un ragazzo di nome Alpinolo, di circa 15 anni.
Il Ministero della guerra, nel luglio del 1945, gli ha rilasciato un diploma in cui attesta la sua appartenenza durante la guerra di liberazione contro la Germania al gruppo di combattimento Legnano.
Ricorda con i suoi parenti episodi della vita di partigiano, del suo  gruppo catturato dalle SS  e costretto a scavarsi la fossa e di come, dopo la fucilazione di alcuni dei giovani, il resto dei partigiani fuggì, dopo aver assalito e ucciso il tedesco lasciato a guardia. E di quando alcuni compagni furono catturati dai tedeschi e il resto del gruppo riuscì a salvarli, tendendo un agguato alla camionetta che li trasferiva. E raccontava di aver attraversato paesi dove gli abitanti eran stati tutti uccisi, e paesi bruciati dai nazisti con i lanciafiamme. In particolare con lui c’erano due  partigiani sardi,  Mario Porcu di Sant’Antioco e Italo Pala, di Gonnesa. E poi  altri partigiani, tra cui  Primo Marchi, che morì durante il viaggio di ritorno, lanciandosi dal treno. Il Natale del  1944  gli  rimase particolarmente impresso allorché, in montagna, dietro una curva, la sua banda incontrò un gruppo di militari tedeschi pronti a sparare, quando uno di loro,  in un italiano stentato disse: ”Oggi Natale”, allontanadosi poi ciascuno per strade diverse. E raccontava di come alle donne che si accompagnavano ai tedeschi  venivano rasati i capelli, dai partigiani stessi, per umiliarle e renderle riconoscibili. Fino al giorno della Liberazione, quando  Antonino si trova a Bologna, dove partecipa alla grande festa della città, per poi essere inviato a Milano: a Piazzale Loreto vede i cadaveri di Mussolini, della Petacci e dei gerarchi fascisti e la rabbia della popolazione, giunta in massa sul luogo.
Prima di partire per la guerra, Antonino aveva lavorato, fin dall’età di 14 anni, alla costruzione di Carbonia, come acquaiolo. E vi tornò dal settembre del 1945 al luglio 1957, presso la miniera di Serbariu, alle dipendenze della Società Mineraria Carbonifera Sarda.
Tra la fine del 1957 e il 1960, dopo i licenziamenti di massa, emigra in Germania presso le miniera di carbone di Walsum e Duisburg. Mentre tra il 1960 e il 1961 fu occupato presso la industria siderurgica della Mannesmann, tra Duisburg e Dusseldorf e, fino al 1965, in altre zone della Germania. In quell’anno rientra a Narcao, ma riparte in Germania, non avendo trovato lavoro a Carbonia, nella zona del Saarland a Saarbrücken, e poi rientra in Italia,  per lavorare all’Ansaldo.
Nel luglio 1967 è nel Sulcis, assunto a Narcao, presso la miniera di Rosas, dell’Ammi Sarda S.p.A, fino al 1975, quando fu trasferito all’unità metallurgica di Portovesme, in cui rimase fino al pensionamento, avvenuto nel 1979, a 57 anni.

Da Scheda Antonino Usai, classe 1922. Gruppo di Combattimento Legnano – LI Battaglione Genio (01/11/1944) Numero 145 Grado Genier(e)
Chiamato alle armi il 27/01/42, nel Deposito 13o Reggimento Genio-Cagliari28/03/42, aggregato al 30o Btg. Guastatori del Genio
Ronchi dei Legionari 15/05/42, presso la 164 artieri, 08/09/43 rimasto sbandato a Viareggio,
28/10/43 passa le linee nemiche a Viareggio, 29/10/44  presentatosi nel Distretto militare di Lucca, 03/11/44 passa effettivo al 21o Btg. Genio
nella 3a Compagnia artieri 21o Battaglione Genio- Gruppo di combattimento “Legnano”.
Fonte: Archivio di Stato Cagliari

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