A Sassari poco verde e tanta voglia di mattone…ma con una lodevole eccezione!

7 Maggio 2009
3 Commenti


Cristian Ribichesu

Sembra strano, ma quando tutti, o quasi, i proprietari terrieri, grandi e piccoli, sgomitano e si prendono a cazzotti, nella migliore delle ipotesi e per non andare oltre, per far si che il proprio appezzamento non subisca una riduzione dell’edificabilità, cui conseguirebbe, normalmente, un calo del valore del territorio, nel giorno della Festa del lavoro, nella “Nuova” si legge che a Sassari la famiglia Pilo va controcorrente. Proprietaria di cinque ettari di terreno, situati al limite esterno della città, dopo il parco di S.Pietro di Silki, ha chiesto la cancellazione dell’edificabilità da due ettari e mezzo di quella proprietà, richiedendone la classificazione come agro vincolato.
Questa, che è una vera notizia, considerando che, da vari consigli comunali d’Italia, le informazioni che si ricavano in merito alle zone di espansione dei vari piani urbanistici sono, spesso, quelle dal sapore amaro della speculazione edilizia, è una richiesta che non può che rendere felici tutti quelli che nel dicembre del 2006 temevano la perdita di una parte dell’area verde del Parco di S.Pietro. In quel frangente, infatti, come scritto nella lettera “Un delitto toccare il giardino di S.Pietro di Silki” , pubblicata sulla Nuova il 10/12/2006, nel Comune di Sassari si voleva approvare la costruzione di una strada a quattro corsie che, attraversando una parte dell’ex parco della chiesa, ora di proprietà dell’adiacente casa di riposo Regina Margherita, avrebbe creato un collegamento con la strada per Ittiri. Ma poi il progetto della quattro corsie venne bloccato e adesso, insieme all’orto, all’agrumeto, ai vasconi dell’acqua e ai resti archeologici del parco di S.Pietro, rimarrà intatto anche il polmone verde, adiacente, del terreno dei Pilo, comprendente altri aranci, olivi e diverse piante. Francamente, da sassaresi, e sardi, non si può che essere contenti per questa scelta controcorrente, e ci si augura che al più presto diventi realizzabile un collegamento verde fra il Parco di Monserrato, all’uscita della città, e il Parco di S.Pietro di Silki.
Del resto, senza cercare esempi al di fuori dell’isola, visitando Cagliari, spesso si ha l’impressione che la città del “capo di sotto” debba parte della sua bellezza anche alla presenza di più verde rispetto a Sassari. In effetti, sempre dalla “Nuova”, in questo caso del 14/10/2008, nell’articolo “Ambiente e territorio: Cagliari è campione di ecologia” , sulla base dei dati riportati in Il Sole 24 Ore del giorno precedente, e in base ai dati raccolti da Legambiente e Ambiente Italia, inseriti nel rapporto annuale Ecosistema urbano, s’indicava Cagliari come la città più verde della Sardegna e si riportavano, inoltre, i dati riguardanti le altre città dell’isola, nonché delle comparazioni con gli altri 103 centri italiani capoluogo di provincia. Tra i vari indicatori risultava che: in base alla disponibilità di bus e metro Cagliari era al quarto posto delle “città media” italiane con 42 chilometri/vettura/abitanti/ l’anno, e Sassari, invece, al 19° posto con 29 km; per la presenza di alberi e giardini Cagliari poteva vantare 9,80mq per abitante contro gli 1,11 di Sassari; per le superfici verdi in rapporto alla superficie urbana Cagliari si attestava al terzo posto in Italia con 5.427,55, e Sassari aveva 271,99 mq/ha; per la presenza di polveri sottili Cagliari era al 30esimo posto in Italia, con 29 microgrammi, e Sassari al 46 esimo, con 33 microgrammi; in quanto ad emissioni pericolose a Cagliari si registravano 24,2 microgrammi di biossido d’azoto su metro cubo d’aria e a Sassari, invece, 32,8; infine, per i rischi ozono, nei quali si indica la media del numero dei giorni di superamento della media mobile sulle otto ore di 120 microgrammi su metro cubo, Cagliari otteneva un dato pari a 0,1, e Sassari a 2,5.
Evidentemente, dalla lettura di questi dati, che non servono per instaurare una competizione fra le due maggiori città della Sardegna, del resto già disputata nel passato fra i sostenitori dei santi turritani, da una parte, e cagliaritani, dall’altra, si osserva, invece, come Sassari soffra uno “scarto ecologico”, con un “tasso verde” al di sotto della media nazionale, e ben dopo Cagliari, e si deduce come la richiesta d’un agro vincolato, formulata dalla famiglia Pilo, non sia estranea al miglioramento dello stato di salute della città, e favorisca, anzi, la riflessione sull’importanza della tutela del verde urbano e su un suo possibile incremento, magari con un’estensione di questo attraverso la progettazione di viali alberati, fondamentali per il raccordo delle aree verdi, nonché per il benessere psico-fisico dei cittadini, dato che proprio le alberate risultano assenti in molte zone in espansione. Probabilmente per Sassari non è importante progettare quattro corsie che, per decongestionare il traffico automobilistico, sacrificano rilevanti aree verdi. Forse sarebbe utile potenziare la disponibilità e l’uso dei mezzi pubblici (magari ripensando, anche, il percorso della metropolitana in superficie, che per il momento copre solo un ridotto tragitto di pochi chilometri, interno alla città), ampliando i collegamenti verso i quartieri periferici e le aree esterne al centro di Sassari, riducendo conseguentemente l’uso dei veicoli privati. Indubbiamente, però, ben vengano le scelte di chi intende preservare il verde in una zona urbana.

3 commenti

  • 1 Rosanna Marras
    7 Maggio 2009 - 17:43

    La scelta dei signori Pilo è una scelta encomiabile che non ha avuto il giusto e meritato risalto,e, non ho sentito nè letto in proposito un solo commento ufficiale da parte degli ambientalisti nostrani .
    Per quanto riguarda la ‘competizione’ tra Cagliari e Sassari la sensazione va nel verso opposto della graduatoria pubblicata dai giornali citati. Trovo più corretto parlare di spazi dedicati al verde che di spazi verdi , mi spiego il parco di Monteclaro a Cagliari a mio avviso è ancora alla ricerca del verde nel senso che nel momento sua apertura al pubblico era quasi completamente privo di vegetazione e a distanza di circa due lustri dalla sua apertura l’impianto del verde in rapporto alla superficie è ancora scarsa. Altro esempio il parco di Monte Urpinu abbellito si da cascatelle e animali da stagno molto belli, ma parco, si scusi il bisticcio di parole, di alberatura, perdominano i pini che per qualita’ e numero non rimandano un’immagine di verde corposo al pari per esempio del nostro parco del Monserrato che si adagia a sua volta su un maxi parco che sono la nostra corolla di olivetti , e non solo, che ormai, visto come Sassari si è espansa nel male ma in questo caso paradossalmente nel bene, sono inglobati praticamente nella citta’. Vero è che nel cuore della città il verde purtroppo lo si sta sopprimento per far posto a parcheggi e palazzacci. Penso a quella che era un tempo la Vallata del fosso della noce; qualunque città avrebbe voluto in pieno centro una vallata così rigogliosa. Penso anche ai tanti viali e vie di Sassari densi di alberi di specie pregiata che hanno superato abbondantemente il mezzo secolo di vita e che hanno bisogno di tutela.
    Ma naturalmente i sensi possono sbagliare e può darsi che Sassari non sia la citta’ verdeggiante, nonostante tutto, che io vedo.

  • 2 Cristian Ribichesu
    8 Maggio 2009 - 08:17

    Purtroppo le zone in espansione di Sassari spesso sono prive di viali alberati. Per dire, Li Punti una volta era immerso nel verde, ora molti oliveti vengono tagliati, anche per costruire opere pubbliche, gli alberi in questione difficilmente vengono recuperati, e, benchè sia stato restaurato un piccolo giardino con fontana e giochi per bambini, numerose enormi vie nascono senza un albero. Questo quartiere (20.000 aitanti?), più basso rispetto alla città di sassari, si estende verso la 131 in direzione di Porto Torres e, d’estate, percorrere a piedi le sue vie senza un albero, non è certamente piacevole, per il caldo, rispetto all’attraversare viale Amendola, nel centro città, alberata. Bisogna preservare il verde e possibilmente ampliarlo. Come del resto occorre preservare e recuperare le strutture storico-architettoniche della città. In merito sarebbe interessante leggere il libro di Cesaraccio “Sassari, Il suo volto, il passato”, ricco di vecchie foto della città, libro in cui l’autore criticava, già dal 1988, l’operato delle amministrazioni che negli anni hanno ridotto il verde urbano e hanno costruito distruggendo parte del patrimonio architettonico. Altra considerazione è quella riguardante la progettazione delle strade, che realizzate spesso privano parte del patrimonio verde. Sarebbe opportuno, invece, potenziare l’uso dei mezzi pubblici e, visto che ormai è stata costruita, dare senso alla metropolitana in superficie di Sassari, prioettandola verso i quartieri periferici e l’esterno della città. Per ora gira lentamente per pochi chilometri in un circolo inetrno dello spazio urbano, e pochissimi la usano, pochissimi. Proprio nel libro del Cesaraccio c’è una foto che riprende i giardini antistanti l’Emiciclo Garibaldi, giardini dove un tempo c’era il famoso cinema all’aperto per le estati sassaresi e dove adesso fa capolinea la metro.

  • 3 Rosanna Marras
    27 Maggio 2009 - 17:36

    Ovviamente le mie riflessioni erano soprattutto riferite al verde urbano di quella parte di citta’ che oggi viene definita ottocentesca, ossia quella costruita dopo l’abbattimento delle mura, penso ai viali Coppino, Angioi , ai circa 3 ettari di giardini Pubblici con un bellissimo patrimonio di alberi , al Corso Regina Margherita che nella sua parte bassa li costeggia con alberi ombrosi e secolari e prosegue verso Via Dante attraverso un viale bellissimo e maestoso, per niente valorizzato e anzi deturpato dai parcheggi per auto , la stessa Via Dante è una vera e propria galleria naturale di verde ,che purtroppo vedo però a rischio , c’è in questi anni la tendenza a sostituire i vecchi alberi che muoiono con palmette nane che impoveriscono il patrimonio di verde ombroso che Sassari può permettersi visto il suo bel clima da collina ,e’ grazie a questo clima che possiamo godere di splendidi Viali come Viale Caprera e Viale Umberto che,il primo totalmente, il secondo nella parte alta , accolgono bellissimi tigli , e poi, rimanendo in zona, anche Viale trieste e Viale san Francesco fanno la loro parte; Sull’altro lato della Citta’ l’itinerario imponente di verde è costituito dalla Via Amendola che a mio avviso è un Viale assolutamente spettacolare nonchè Via Napoli , queste strade pur essendo ‘periferiche’ rispetto alla città ottocentesca
    hanno bene interpretato la vocazione rivolta al verde che Sassari geograficamente ha, sebbene in questi ultimi trenta anni questa vocazione sia stata avvilita da quantità enormi di cemento.E mi trovo d’accordo nel rilevare che i quartieri nati recentemente sono poveri di verde . Il problema delle strade assolate pochè privi di alberatura non si riscontra solo nei quartieri nati da poco ma anche in quelli costruiti da decenni e a ridosso della città storica , mi riferisco per esempio al quartiere di Luna e Sole e lu Fangazzu , dove le ‘macchie’ verdi sono costituite quasi esclusivamente dalla cura dei giardini privati.sembra scontato per tutti che strade come Viale Trento vadano completate nella alberatura fino a ViaGorizia inserendo gli alberi al posto dei paletti interditori; che strade come Via luna e Sole via Paglietti, via Gramsci, vadano completamente alberate, in strade così trafficate l’inquinamento è notevole e gli alberi ridurrebbero di gran lunga gli effetti nocivi dello smog oltre a consentire a chi vi abita di raggiungere a piedi il centro della citta’ , che dista da quei quartieri a un tiro di schioppo ,non in balia del sole cocente. La Regione Sardegna quest’anno ha messo a disposizione gratuitamente un milione di alberi per impiantarli sul territtorio regionale e quindi anche nelle città, ma non mi pare che i nostri amministratori abbiano onorato l’invito.

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