Sardegna. Presidente e Consiglio devono dimettersi!

13 Novembre 2020
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Andrea Pubusa

Certo le Procure devono fare bene e meticolosamente il loro lavoro. Forse avrebbero fatto bene a intervenire in corso di movida o di ballo di massa, anziché dopo che Report ha messo in TV quanto tutti mormoravano e dicevano.
Ogni carta dev’essere acquisita, in particolare il fantomatico parere del Comitato tecnico scientifico. Ma - sia consentito - dire che i pareri tecnici sono essenziali nella decisione amminiistrativa quando le conoscenze del funzionario o dell’organo politico non si possono formare per altra via, anche sulla base delle comuni informazioni esistenti nelle amministrazioni. E, su questa base, si possono anche contrastare. La tecnica è importate, ma la politica è un’altra cosa ed ha un’altra responsabilità. Ora, Solinas aveva dato segno inizialmente di essere ben consapevole dei pericoli del Covid. Le sue prime ordinanze furono restrittive. Ricordate lo stop alle librerie “almeno sino al 26 aprile” e le mascherine obbligatorie in tutti i negozi? Il presidente agiva in deroga rispetto alle disposizioni di Conte. Secondo Solinas le condizioni per “riaprire” la Sardegna mancavano, dunque veniva confermata anche la chiusura di porti e aeroporti e gli spostamenti se non per comprovati motivi. Il divieto sino “almeno al 26 aprile” riguardava esattamente il commercio di carta, cartone e articoli di cartoleria, il commercio al dettaglio di libri, il commercio di vestiti per bambini e neonati. Stop anche alla riapertura al pubblico degli studi professionali in Sardegna. Insieme ai parchi sono state subito chiuse anche le spiagge della Sardegna, mentre l’attività motoria era consentita soltanto con la mascherina e “nelle immediate vicinanze della propria abitazione e rispettando la distanza di almeno un metro”.
Solinas poi, sempre sulla linea del rigore, è salito alla ribalta nazionale per la sua richiesta d’imporre il c.d. passaporto sanitario: non si entra nell’isola senza idonea certificazione anticovid. Si ricorderà la reazione scomposta e minacciosa di Sala e Fontana e la presa di posizione sbagliata del Ministro Boccia, che invocava addirittura la violazione dell’art. 120 Cost., che non c’azzeccava una mazza perché Solinas non pensava ad atti unilaterali.
Perché il presidente sardo diceva e faceva queste cose? Evidentemente aveva elementi per ritenere che, allentando la guardia, la Sardegna poteva entrare in crisi dal punto di vista della diffusione dei contagi e della tenuta delle strutture sanitarie.
E allora, come mai ha fatto un salto mortale triplo con avvitamento ed è passato all’ordinanza apri-discoteche? Ora sappiamo tutto o quasi. Ma tutti sanno, e ancor più i segugi della procura che questi repentini e immotivati mutamenti di opinione non sono  frutto di angeliche visioni, ma di chiari e corposi interventi dei gruppi d’interesse.
Report ha scoperchiato la pentola, ma la condotta ondivaga di Solinas e della sua maggioranza già di per sé sono rivelatrici.
E l’opposizione. Si vedano le rivelazioni documentate di Tonino Dessì nel post cheprecede. Stupisce che tutti dicano, compreso Ganau, che è un ottimo medico e un uomo di esperienza che ha aderito all’apertura “sulla parola”, senza vedere il nulla osta del Comitato scientifico. Dirò di più, Ganau è in possesso delle conoscenze sanitarie per dire no anche in presenza di un parere positivo del Comitato tecnico.
Il nostro Amsicora ieri ha chiesto alla procura scherzosamente di liberarci del presidente della Regione e del Consiglio regionale. I fatti domostrano però che occorre una forte iniziatva politica per giungere a questo risultato. Questo presidente, questa giunta, questa maggioranza e questa opposizione (salvo qualcuno) offendono e disonorano i sardi, oltre a colpirli duramente nei loro diritti e interessi.

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