Discoteche. Facciamo un po’ di chiarezza. Gli interessi forti premono su Solinas, e, secondo la minoranza, “molti giovani hanno prenotato”

13 Novembre 2020
4 Commenti


Tonino Dessì 

Cerchiamo tuttavia di fare un po’ di chiarezza. L’ordinanza presidenziale del 12 agosto non è stata affatto emanata prima dell’ordine del giorno politicamente autorizzatorio approvato dal Consiglio nella seduta della serata di poche ore precedente. Qui purtroppo anche qualche testata online ha fornito una lettura dei fatti imprecisa. L’apposizione della firma elettronica e il relativo orario, che sono stati rivelati da alcuni media, significano solo che il documento presidenziale era materialmente pronto, cosa che rende probabile, ma non affatto certa, la volontà di emanare l’atto, il quale prende proceduralmente esistenza solo tramite l’iscrizione nell’apposito repertorio della Presidenza della giunta e la successiva trasmissione formale al BURAS, per comparire e diventare efficace, dal punto di vista giuridico, solo con la pubblicazione sul medesimo. Prima di concludere quella strada possono, come sappiamo persino dall’uso privato, accadere molte cose e il documento può persino restare in un cassetto.
Risulta dal resoconto della discussione sull’ormai noto ordine del giorno consiliare autorizzatorio, che nella serata dell’11 agosto gli interventi di due esponenti della minoranza (Agus e Zedda, Progressisti) chiedono conto al Presidente della Regione di una notizia dell’Ansa, secondo la quale il medesimo non avrebbe inteso prorogare la riapertura. La questione viene richiamata incidentalmente in Aula, con questa e altre motivazioni (“Molti giovani hanno già prenotato”) dai due esponenti della minoranza di sinistra. È in quella circostanza, che si apprende della predisposizione di un ordine del giorno da parte della maggioranza di autorizzazione politica. Successivamente quello che viene distribuito è un ordine del giorno firmato, oltre che dai gruppi della maggioranza, dai rappresentanti di due partiti della minoranza (PD e LeU).. L’ordine del giorno, che impegna la Giunta alla proroga dell’esercizio delle discoteche “sentito il parere del CTS” sulle misure di sicurezza da osservare “se possibile”, è poi letto e messo in votazione col placet della Presidente di un altro gruppo di minoranza (D. Manca, M5S) e approvato all’unanimità, con nessun voto contrario e nessuna astensione (benchè non richiesta, c’è stata la controprova). Questi sono i fatti documentali e direi che, se a una lettura esterna si prestano, forse potrebbe essere quella che le minoranze, intuito o appreso che Presidente della Regione e maggioranza avevano congegnato (addirittura prefigurandolo nella predisposizione dell’ordinanza) un esplicito sostegno consiliare, per incassare un consenso dei soggetti economici interessati, hanno voluto associarvisi.
Che tuttavia quel voto sia stato unanime c’è poco da dubitarne. La notizia ebbe rilievo sulla stampa nazionale e quell’unanimità non fu mai prima d’ora smentita ( https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/08/12/sardegna-le-discoteche-restano-aperte-fino-al-31-agosto-lordinanza-della-regione-salva-la-movida-di-ferragosto/5897594/ ).
Tutto questo è perciò abbastanza chiaro.
Quello che non è chiaro è certamente il riferimento al parere tecnico, questione che attiene già prima ai rapporti politici (la Giunta in Aula rassicura il Consiglio su questo aspetto e del resto nel documento firmato digitalmente consegnato alla qualche testata da fonti interne all’Amministrazione regionale, che sarebbe poi diventato ordinanza, quel parere già lo si dichiara acquisito).
Dopo la pubblicazione sul BURAS ovviamente l’esistenza o meno del parere del CTS assume invece anche rilievo giuridico.
Io non solo ho espresso pubblicamente forti dubbi sul fatto che potesse esistere davvero un parere favorevole, ma ho scritto a più riprese che se fosse realmente esistito la questione sarebbe stata altrettanto grave.
L’estate ha visto anche discussioni fra giuristi i alcuni dei quali, come il sottoscritto, hanno sostenuto che i Presidenti delle Regioni erano autorizzati ad adottare misure più restrittive di quelle nazionali standard, non misure derogatorie delle restrizioni.
Non pochi di noi fanno sostenuto inoltre che sarebbero stati opportuni la prosecuzione del lockdown nazionale almeno fino ad agosto, o comunque il mantenimento della chiusura delle partenze e degli arrivi da e per la Sardegna.
Francamente, sotto ogni profilo di buon senso non sarebbe servito nessun parere tecnico-scientifico per considerare con certezza che la riapertura delle discoteche avrebbe contribuito alla ripresa di un contagio che da noi a giugno era stato arrestato.
La verità che emerge (e sarei pronto a scommettere che questa apertura tardivissima di una indagine penale a seguito di notizie generiche di cose già più che conosciute, non porterà a nessun esito) è che ampi settori della realtà sarda hanno invocato la massima riapertura di tutte le attività economiche estive e che la politica tutta, anzichè assumersi la responsabilità di reggere a questa pressione, vi ha ceduto. A livello regionale non meno che a livello nazionale.

4 commenti

  • 1 Aladinpensiero online
    13 Novembre 2020 - 10:51

    Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=115266

  • 2 Francesco Mannoni
    13 Novembre 2020 - 11:36

    Il succo sta tutto nell’ultimo capoverso. Il clima era pervaso da una sorta di “liberi tutti”. Spiagge affollate,bar-ristoranti che avevano moltiplicato gli spazi super popolati,molti hotel tuttavia chiusi, stagione sbilenca. Itre consiglieri intervistati da reporter, confusi, hanno detto il vero. C’era la pressione di operatori grandi e piccoli per aprire le discoteche, ad attivare in Costa un poco del sempre sognato modello Ibiza . Solinas esitava, questa è una mia ricostruzione, chiedeva il sostegno dei gruppi consiliari e li ottenne. Pareri interi, parziali, sgrammaticati o corretti, quel che conta è la volontà politica, che si è espressa all’unanimità. Creando, ancora una volta , una pasticciata convergenza fra Giunta e Consiglio. Ho espresso questo giudizio negativo prima che si avesse notizia dell’inchiesta giudiziaria e lo ribadisco ora. La cosa grave è che questa Giunta, fra pseudo assicurazione dell’ineffabile Assessore alla Sanità, tentennamenti e incerte iniziative di Solinas, non era in grado di sostenere , pur con i vantaggi di partenza, il crescere dell’onda del Corona virus. Nè poteva renderla idonea l’unanimità consiliare.

  • 3 Tonino Dessì
    13 Novembre 2020 - 13:32

    Guarda, Franco, confido in forma pubblica che pur avendo già da subito avuto analoghe percezioni, fino a quando non ho letto le tue posizioni e, mi pare, quelle del Presidente dell’Anci Sarda Emiliano Deiana ho esitato a mettere in campo le mie, ampiamente convergenti con entrambi.

  • 4 Pietro Casula
    15 Novembre 2020 - 13:51

    E intanto l’emergenza si aggrava sempre più e in alcune zone si rischia la tragedia. Si vedrà se a causa di chi ha sbagliato a valutare i dati o di chi ha fornito dati errati se non comunicazioni false.Se si vogliono fermare le proteste la politica ha solo un dovere: deve essere credibile.Il Governo e le Regioni concordino meglio le scelte e evitino, per carità, il gioco dello scaricabarile. In una situazione come questa,dove ormai è evidente che ci troviamo di fronte alla prova della vita, la classe dirigente non polemizza davanti alle camere TV, non fa sceneggiate e non si insulta via social. Al contrario si consulta, decide, e le decisioni prese le comunica con chiarezza. E doverosamente se ne assume le responsabilità.

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