Lettera aperta al Prefetto in difesa della libertà di manifestare

10 Maggio 2009
Nessun commento


Comitato “Nadia Spano” per la difesa della Costituzione

(Red) Su segnalazione del segretario naz. della CSS Giacomo Meloni, abbiamo prontamente  messo in luce su questo blog la pericolosità dell’ordinanza del Prefetto di Cagliari, volta a creare il presupposto per la limitazione dell’agibilità delle vie e piazze cittadine nelle quali tradizionalmente si svolgono manifestazioni e cortei. L’ordinanza prefettizia segue e dà sviluppo ad una direttiva di quel “libertario” di Maroni (Ministro dell’Interno), che aveva ordinato di precludere piazze e vie importanti alle manifestazioni e di dissuadere dall’esercizio della libertà di riunione, imponendo una cauzione ai  promotori.  Si tratta di prescrizioni palesemente contrastanti con l’art. 17 Cost., che non prevede alcuna limitazione alla libertà di manifestazione, se non quelle imposte da “comprovati” motivi di sicurezza e incolumità pubblica. Motivi che, dunque, devono esistere in concreto quando viene inviato dai promotoori il preavviso di  manifestazione, e non consentono limitazioni di vie o piazze in modo generale ed astratto.
 Sappiamo che i sindacati confederali hanno espresso all Prefetto il proprio dissenso e la propria preoccupazione per un atto tanto più ingiustificato in quanto a Cagliari le manifestazioni si sono sempre svolte all’insegna della più grande correttezza, senza mai incidenti o atti di violenza. Ora, a questa protesta, si unisce la voce autorevole del Comitato “Nadia Spano” per la difesa della Costituzione, presieduto dal prof. Francesco Sitzia, che invia al Prefetto una lettera aperta in difesa dell’art. 17 Cost., della libertà di riunione. Eccone il testo.

Comitato “Nadia Spano”
per la difesa della Costituzione
Cagliari
Al Sig. Prefetto di Cagliari

Sig. Prefetto,
il nostro comitato, costituito da cittadini democratici, esperti di diritto e non, ma tutti orgogliosi di una Costituzione che ci ha garantito 60 anni di libertà, democrazia e progresso, è nato con lo scopo di estenderne la conoscenza fra i cittadini e di difenderla da eventuali attacchi, provenienti da atti legislativi o anche semplicemente amministrativi, che possano determinare una riduzione dell’esercizio di diritti fondamentali della persona sanciti da essa.
Abbiamo appreso dalla stampa della direttiva emessa dal ministro Maroni in data 26.01.2009 e del conseguente decreto emesso dalla S.V. in data 20.03.2009. Con la presente vogliamo esprimerLe la nostra preoccupazione, che preghiamo di rappresentare anche al ministro, per una direttiva che invita a:
individuare aree urbane da escludere a priori dalle manifestazioni, indicando necessità che non riusciamo a cogliere come tali (ad es. “limitare l’accesso ad alcune aree particolarmente sensibili” perché “a forte caratterizzazione simbolica per motivi sociali, culturali o religiosi”);
“prevedere, ove necessario, forme di garanzia per gli eventuali danni”.
Tale invito configura una inaccettabile compressione di un diritto sancito dalla Costituzione e affermato nella premessa della direttiva: “Il diritto costituzionalmente garantito di riunirsi e manifestare liberamente in luogo pubblico costituisce espressione fondamentale della vita democratica e come tale va preservato e tutelato”.
Il diritto a riunirsi pacificamente trova, infatti, un unico limite costituzionale, qualora la manifestazione avvenga in un luogo pubblico, nella possibilità di divieto “per comprovati motivi di sicurezza e di incolumità pubblica”. Alla luce di ciò appare ovvio che chi intende organizzare una manifestazione, di protesta o meno, sceglierà di norma un luogo il più possibile affollato, per dare visibilità alla stessa: invitare a negare la disponibilità dei luoghi più affollati per lo svolgimento delle manifestazioni costituisce un’importante limitazione di quel diritto che si dichiara di voler tutelare. Senza contare che si creerebbe un’odiosa discriminazione fra chi organizza una iniziativa al chiuso, magari a scopo di lucro, e chi intende esprimere in pubblico contenuti generalmente di alto valore sociale. Non appare altresì accettabile la contrapposizione fra il diritto costituzionalmente garantito e l’agibilità delle aree “a forte caratterizzazione simbolica”.
Per quanto riguarda il Suo decreto, pur dandole doverosamente atto che esso non contiene divieti preventivi generalizzati, non possiamo non porre in evidenza che anch’esso (sulle orme della direttiva) sembra voler individuare proprio le aree “a forte caratterizzazione simbolica” piuttosto che le aree da proteggere nell’interesse della collettività “per motivi di sicurezza e di incolumità pubblica” (ad esempio, gli ospedali). E preoccupa che tale forte caratterizzazione simbolica venga attribuita a gran parte delle vie abitualmente incluse nei cortei che le forze sindacali e sociali organizzano a Cagliari.
Preoccupazione ancora maggiore desta l’invito della direttiva, seguito dalla previsione del decreto, di richiesta di garanzie per eventuali danni: l’applicazione di tale disposizione non solo potrebbe discriminare la possibilità di esercizio del diritto fra chi è solido economicamente e chi non lo è, ma pretenderebbe l’assunzione da parte degli organizzatori di una responsabilità che non può che essere personale di chi ha materialmente prodotto il danno.
Per tali motivi, in qualità di cittadini che avvertono il dovere di tutelare il diritto di tutti i consociati di riunirsi e manifestare pacificamente il proprio pensiero, in osservanza delle leggi dello Stato ed in particolare dell’art. 17 della Costituzione, non possiamo non segnalare la nostra viva preoccupazione per l’emanazione di direttive e conseguenti disposizioni in grado di determinare una inaccettabile compressione di diritti fondamentali previsti dalla Carta che Padri e Madri costituenti ci hanno dato.

0 commenti

  • Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.

Lascia un commento