Non è accettabile un regionalismo non solidale

5 Dicembre 2020
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Red

Certo il Ddl sull’autonomia differenziata non ha rango formalmente costituzionale, tant’è che non  segue la procedura di revisione della Carta, e tuttavia la materia e è di quelle che incide sostanzialmente sulla forma dello Stato e, dunque, non può essere votato come collegato alle legge di bilancio. Serve un ampio e approfondito dibattito parlamentare e non solo. Occorre un dibattito pubblico di massa e un vasto pronunciamenyo delle regioni e delle autonomie locali.
Questo è il senso della Lettera-appello del Coordinamento per la democrazia costituzionale, della Fondazione Einaudi, dell’Arci, della Cgil e di NOstr. La missiva, inviata al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente del Consiglio, ai ministri Gualtieri, Boccia e Provenzano, ai presidenti delle Regioni e delle Province autonome, ai Presidenti dei Gruppi parlamentari di Camera e Senato, a tutti i deputati e senatori. Massimo Villone, presidente del CDC, Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione Einaudi, Francesca Chiavacci, presidente Arci, Rossana Dettori, segretaria confederale Cgil, Jacopo Ricci, presidente di NOstra ritengono indispensabile un ampio e approfondito dibattito parlamentare per definire i limiti da osservare nell’attribuzione di “forme e condizioni particolari di autonomia”, con un pieno coinvolgimento delle assemblee elettive nelle decisioni di merito.
La preannunciata legge-quadro sull’autonomia differenziata, da votare come ddl collegato alla legge di bilancio, non è stata ancora presentata e questo  induce a sperare che si apra un procedimento diverso da quello seguito sin qui, superando i limiti della trattativa tra Governo e singole Regioni, che favorisce gli egoismi territoriali, a scapito della salvaguardia dell’interesse nazionale e dell’uguaglianza dei diritti.
A differenza di quanto dichiarato dal ministro Boccia, noi riteniamo che proprio l’emergenza Covid dimostra quanto sia stato sbagliato indebolire le potenzialità del servizio sanitario nazionale, come attestano le differenze che emergono tra le Regioni nella capacità di rispondere adeguatamente alla pandemia. La salute è un diritto fondamentale e la sua tutela richiede un accentramento delle competenze in materia, senza lasciare spazio a localismi inadeguati a far fronte a problemi di questa portata.
Chiediamo quindi che sul tema dell’autonomia differenziata si evitino forzature, si rinunci a farla votare come collegato alla finanziaria, si promuova nel Paese un’ampia discussione nel merito  e si affidino al Parlamento il dibattito e le decisioni sul provvedimento.
La queatione può essere affrontata proficuamente se ha carattere di organicità ed comprende tutto il mondo delle autonomie, si traduce in una ulteriore lacerazione del tessuto nazionale se si incentra solo su alcune regioni, per di più armate dall’arroganza della loro maggior forza economica.

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