Pandemia: se le nomine Asl avvengono in stile mafioso, sarà difficile venirne a capo

14 Dicembre 2020
3 Commenti


 Andrea Pubusa

Leggo su l’Unione sarda un titolone “Nomine ASL, partita non chiusa” e nel sottotiolo “La Lega vuole Sassari, Oristano e Areus, Cagliari all’UDC di Oppi“.  Solinas prova a dirigere il traffico, dopo le scintille dei giorni scorsi, quando Oppi aveva mandato un segnale perentorio e inequivocabile, bollando come “giuntina” l’esecutivo in carica. Nel gergo mafioso vuol dire più o meno questo: “qui apriamo la trattiva e mi date una parte del malloppo oppure è guerra aperta”. Ma, sempre in quel linguaggio cifrato, la miccia l’aveva accesa Mario Nieddu, disertando la seduta della commissione Sanità del Consiglio regionale. E’ lì che l’assessore leghista avrebbe dovuto riferire sulla gestione del Covid nell’Isola. Ma del Covid a lor signori non interessa un bel nulla, si doveva, magari a latere, parlar d’altro, e quella assenza, nemmeno preannunciata, voleva dire che le intese in formazione erano rimesse in discussione. Così, saltato questo passaggio, la catena si è inceppata, e si sono bloccate le nomine dei commissari nelle future Asl. La spartizione non era accettata da tutti e le nomine gia’ preannunciate dallo stesso Nieddu, sono saltate per volontà di Solinas. C’è poco tempo: gli accordi vanno trovati entro il 31 dicembre, quando scadono i mandati nelle due più importanti strutture sanitarie dell’Isola: l’Areus, la nuova agenzia regionale per la salute (di fatto la fotocopia dell’Ats) e il Brotzu di Cagliari. Ci sono anche le strutture minori. Il Psdaz punta su quelle nuoresi e della Gallura, ma qui ci sono anche pretese di Forza Italia, e Solinas ha voluto dire che non intende mollare l’osso. Non vuole uscirne umiliato.
Non è certo in questo ambiente maleodornte e malandrino che intendo addentrarmi. Del resto, per chi ne è estraneo, è difficile anche capire. Ci vorrebbe il procuratore nazionale antimafia per decifrare. Qui si vuole semplicemente indicare dove sta l’incapacità delle istituzioni pubbliche di rispondere al Covid e più in generale di rendere effettivo quel diritto alla salute che l’art. 32 Cost. qualifica come fondamentale.
La primavera scorsa abbiamo assistito sconcertati alle vicende di talune strutture sanitarie che, anziché essere strumenti di lotta al Covid ne sono diventate centri di diffusione. In Sardegna come altrove, al Nord come al Sud, a Milano come a Reggio Calabria e Sassari. E siamo rimasti sorpresi per la mancanza di misure di buon senso che qualunque funzionario diligente avrebbe assunto. Non ne abbiamo capito il perché. Bene, la ragione  semplice, sta tutta nella modalità di nomina e di scelta. Sta nel fare come fanno adesso Solinas, Nieddu e Oppi e i loro omologhi nella altre regioni. La nomina avviene a favore di chi è incapace e servile. Chi ha professionalità, competenza e dignità, lavora in silenzio, non va col cappello in mano a chiedere a questi personaggi, poco gradevoli anche alla vista.
Qui, sta anche il fallimento dell’istituto regionale. Queste autonomie hanno rappresentato una delle più significative innovazioni della nostra Costituzione. L’Italia è il paese delle “cento città“, ma anche quello di tante comunità ampie dislocate nel territorio. La Carta ha voluto mirabilmente riconoscere questa ricchezza culturale ed ha creato tanti parlamenti quante sono le Regioni, conferendo loro potestà perfino legislativa. Si è voluto così garantire una libertà collettiva insieme a quelle personali e individuali. Mezzo secolo fa l’istituzione delle regioni aveva acceso l’entusiamo dei giuspubblicisti e dei democratici: finalmente il centralismo sabaudo veniva infranto!
Certo, quella opzione non va rinnegata. Sicuramente possiamo e dobbiamo affinare la legislazione, ritoccare lo stesso testo costituzionale, ma fintanto che le classi dirigenti parleranno lo stesso linguaggio e avranno le stesse condotte delle mafie, non c’è norma che tenga, gli esiti saranno disastrosi. E lo vediamo oggi, in cui gruppi dirigenti regionali, con agganci nazionali, premono per misure anticovid natalizie, che daranno inevitabilmente stimolo ad una nuova ondata di contagi. Dopo quella estiva, ci sarà quella natalizia. Ogni ammucchiata nei negozi e nelle piazze, ogni brindisi di gruppo qualche contagiato e qualche morto in più!
La Merkel in Germania, per scongiurare la terza ondata, ha deciso misure rigorose per il periodo natalizio, e lo fa con consegnzo dei Landers. Qui si pensa a disarcionare Conte e a fare ognuno a modo suo. Un senso delle istituzioni e del pubblico interesse ben diverso fra loro e noi!
Su questi temi, sul piano strettamente istituzionale, oggi l’ANPI, in collaborazione col Costat e la “Scuola di cultura politica Francesco Cocco“, tiene un webinar con Tonino Dessì ed altri esperti. Un’occasione da non perdere per gli uomini e donne di buona volontà.

3 commenti

  • 1 Aladin
    14 Dicembre 2020 - 09:41

    Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=116509

  • 2 Franco Meloni
    14 Dicembre 2020 - 23:54

    E’ uno schifo! Occorre una legge che tolga alla politica l’attuale discrezionalità nelle nomine dei responsabili delle Aziende sanitarie e preveda meccanismi e criteri certi e trasparenti: curriculum e audizioni pubbliche dei candidati davanti alla competente commissione consiliare (al riguardo il modello è quello Usa per gli incarichi di rilievo di competenza presidenziale). La decisione finale può essere anche dell’Esecutivo, ma esaurito l’iter procedurale come detto. E’ la mia opinione

  • 3 Gianni Pisanu
    18 Dicembre 2020 - 15:48

    In cucina qualche giorno fa, mentre ero intento a preparare qualcosa per il pranzo, ho sentito da un telegiornale – Videolina o Tgr della RAI non ricordo ma fa lo stesso – che la giunta regionale sardoleghista deve risolvere il problema delle nomine della dirigenza nella sanità sarda. Problema semplice da risolvere individuando figure idonee da apposite liste, che esistono. Facile no? mi sono detto. Ma la lettrice dalla TV provvedeva a chiarire quale fosse la difficoltà porco boia. Nell’elenco delle figure idonee scarseggiano quelli “vicini al centrodestra”, pertanto è probabile che in attesa di tempi migliori si dovrà ovviare con proroghe e/o nomine di commissari.
    Mi pongo la domanda se non sia il classico caso di competenza di Report (in primo grado) poi, tempo al tempo, a babbo morto, anziano con altre patologie, la magistratura.

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