Se su tzeraccu, l’aiutante del pastore, si rifiuta di mungere, su meri puo’ licenziarlo?

30 Dicembre 2020
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Amsicora

Poniamo che un allevatore di capre assuma un capraro per le incombenze del gregge e, sempre poniamo, che il giovane tzeraccu a un certo punto rifiuti di mungere il bestiame, che so io perche’ ritiene che gli animali non vadano sfruttati. Fresco animalista, insomma. Secondo  voi e’ giusto che su meri, il titolare, gli vieti di pensarla come crede? Gia’ vi sento in coro, democratici di mille battaglie, la vostra risposta e’ un noooo!, fermo e secco.
E cosa direste, pero’, se su meri, il padrone del gregge, lo licenziasse? Direste che e’ irragionevole e ingiusto? O, invece, pur con una spina nel cuore, direste che puo’ allontanarlo, posto che rifiuta di svolgere la funzione per la quale e’ stato ingaggiato.
E poniamo che il capo-caccia prenda un battitore, unu canarju, per staccare i cinghiali, e lui invece, di avvicinarli alla posta per essere impallinati, li allontani. Subdolo sabotaggio, insomma. Il capocaccia puo’ negargli la parte quando le bestie abbattute vengono sezionate e divise? E più radicalmente, puo’ escluderlo dalla compagnia? Sanzione che è qualcosa che investe la socialità dell’escluso, data la natura delle compagnie di caccia grossa nei paesi.
Gli esempi potrebbero continuare, ma voi siete svegli, siete scafati, ci siamo capiti, vero?
Ora il vaccino  anticovid ha fatto sorgere un problema. Ci vuole chi lo somministri o no? Un esercito di  sanitari per immunizzare milioni, miliardi di uomini e donne. Un’opera titanica, un lavoro di lunga e continua lena. Un salvataggio che passerà alla storia. Un evento che segnerà questo secolo. La vaccinazione e’ una misura preventiva. Rientra nei compiti di chi e’ pagato per guarire o scongiurate le malattie. Come su tzeraccu, che munge le capre, o su canarju, che con urla e movimenti, incitando i cani, porta il povero sirboni (cinghiale) nella posta per essere impallinato. Se il guaritore si rifiuta di vaccinarsi e di guarire i pazienti, perche’ pensa che tanto decide il destino o il padre celeste, gli si puo’ impedire di seguire il suo credo? Ma, se non lede altri, certo che no! Ma se lede, o semplicemente se viola la disciplina e mina l’organizzazione sanitaria, lo si puo’ sanzionare? Licenziarlo? Bah, che ne dite, compagni ed amici? Io, confesso, direi proprio di si’! Anzi, direi che farlo e’  doveroso. Non si può ammettere l’indisciplina in un’operazione così impegnativa e decisiva. Chi non ci crede, libero di farlo, ma non di mettere sassi nei congegni del motore. Per il trattamento sanitario obbligatorio, ci vuole la legge (art. 32 Cost.), facciamo la legge, ma poi si proceda. Ognuno è libero di credere ciò che vuole, ma non di agire in danno d’altri o, peggio, dell’intera comunità. Si ricordi che, sul piano filosofico e giuridico, la libertà si accompagna sempre alla doverosità di condotte solidali (art. 2 Cost).
Di cosa stiamo discutendo, dunque? I medici pubblici o fanno i medici pubblici oppure vadano liberi in pace a far altro, come su tzeraccu e su canarju. che non vogliono mungere o portare i cinghiali alla posta. O no?

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