Attorno a Draghi si forma una Union sacrée. Serve una seria opposizione

4 Febbraio 2021
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Andrea Pubusa


La carta Mario Draghi giocata dal Quirinale è volta creare un a sorta di Union sacrée, l’unione di tutti per il bene della patria, come si fa di solito nelle guerre. Mettiamo da parte i nostri particolarismi di classe, ceto e partito e remiamo tutti uniti in difesa della nazione in pericolo. In queste unioni c’è però di solito una parte più forte che egemonizza gli altri e impone loro le sue opzioni e i suoi interessi. La propaganda massiccia e compatta nasconde la dura realtà. C’è una deroga alle normali prassi costituzionali, si nomina un preteso “salvatore della patria” nella persona che meglio sintetizza gli interessi prevalenti e gli si crea un’aura di invincibilità, di perfezione. Così si fece con Monti, ora si replica con Draghi, nientemento superMario, idest superman.
La pressione è dunque fortissima ed è difficile resistere, come si vede già. Ad esempio, nel centrodestra, Giorgia Meloni, finora decisa a chiedere le elezioni anticipate, per evitare la divisione e arrivare ad un voto comune, si spinge ad ammettere la possibilità dell’astensione.
Il Pd, invece, è già eccitato dall’idea di un vasto fronte e e ‘chiama’ Leu e perfino il M5s all’adesione. “Con l’incarico a Mario Draghi si apre una fase nuova che può portare il Paese fuori dall’incertezza creata da una crisi irresponsabile e assurda. Siamo pronti a contribuire con le nostre idee a questa sfida per fermare la pandemia”. Così Nicola Zingaretti che però, nell’incertezxa del domani, vuole salvare capra e cavoli: ampie alleanze sì, ma “non bisogna perdere la forza e le potenzialità di una alleanza con il Movimento 5 Stelle e con Leu basata su proposte comuni sul futuro dell’Italia,,,”.
Leu è pronta. Speranza: “È importante che le forze politiche che hanno lavorato bene assieme negli ultimi mesi - Leu, Pd e M5S - affrontino in queste ore in modo coordinato la crisi politica in corso”.
E i musi gialli? “Leali a Conte”, dice Grillo ed è già un’indicazione. Conte, dal canto suo, ringrazia e declina l’invito d accettare un ministero se Draghi glielo offrisse. Crimi è in sintonia. Del resto questa operazione è stata messa in piedi al solo fine di mettere fuori il M5S dall’area di governo, la maggiore forza parlamentare. Col loro moralismo e il mai rinnegato giustizialismo sono un pericolo per chi vuole mano libera sui fondi del Recovery e della lotta alla pandemia. La propensione è, dunque, per il no a Draghi, anche se c’è una pausa di riflessione. Alessandro Di Battista dice una parola di verità: “Quel che penso è che il governo Draghi lo debbano votare i rappresentanti dell’establishment”. “Ostacolare l’approdo di Draghi a Palazzo Chigi nulla ha a che vedere con la lotta tra europeismo ed anti-europeismo, ha a che fare con la contesa tra Politica e finanza”.
Anche Di Battista talvolta c’azzecca. In fondo, più semplicemente, se l’operazione Draghi decolla, ci vuole chi faccia l’opposizione. O no? l’opposizione è una faccia della democorazia, bellezze!

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