M5S. E se Conte si ritira?

6 Luglio 2021
1 Commento


Rosamaria Maggio

Seguo da giorni le vicende del Movimento 5S con preoccupazione e dispiacere.
Grillo e Conte non si capiscono più.
Non riesco a credere che Beppe Grillo per 4 mesi non abbia saputo nulla della impostazione che Conte stava dando ai nuovi documenti statutari, nè che non abbia condiviso l’operazione del cambio di piattaforma per la gestione degli iscritti al movimento, operazione peraltro necessaria affinché il partito/movimento fosse democraticamente in grado di gestire le iscrizioni allo stesso. L’anomalia era infatti la situazione precedente, di una società privata che gestiva gli iscritti. Si sa, ed è documentato, che ci furono incontri anche con i gruppi parlamentari e quindi anche costoro mentono quando affermano di non conoscere i documenti del contendere.
Se poi Grillo avesse avuto presente Khalil Gibran, avrebbe ricordato che “ i Figli non sono figli tuoi….Tu sei l’arco che lancia i figli verso il domani”.
Detto questo vorrei ragionare al contrario.
Che succede se Giuseppi tira i remi in barca e torna a fare l’avvocato?…il professore è già tornato a farlo.
Questo potrà essere il problema di chi, non avendo lavoro, si è trovato catapultato a fare il parlamentare e che, con la riforma costituzionale, che mai ho condiviso, si troverà a fare i conti con un numero di parlamentari ed un consenso di partito, nella migliore delle ipotesi, dimezzato.
L’eventualità molto concreta di un ritiro di Conte, porterebbe quasi certamente il movimento ad implodere, perché difficilmente raggiungerebbe quel 15% che qualcuno ipotizza con Conte come segretario politico, o non so come lo si voglia chiamare.
Le destre gioirebbero, non il PD, perché assieme potrebbero, a mio avviso, raccogliere un’area di centrosinistra non necessariamente in competizione, ma che potrebbe risvegliare l’interesse di chi da anni si astiene.
Si compirebbe il progetto di una parte del paese, rappresentato da giornali come la Repubblica, la Stampa, il Sole24ore e la Confindustria che dai tempi dei governi Conte, cercano di denigrare la persona per impedire la nascita del politico.
L’ultima mossa di Grillo mi sembra destinata ad impedire i possibili abbandoni, rimandando la deflagrazione finale alle prossime elezioni politiche.
Mi sembra ancora una volta che l’uomo, imbevuto di narcisismo, faccia come fece per suo figlio, incurante delle conseguenze che anche ai fini processuali le sue dichiarazioni deliranti avrebbero prodotto.
E non mi si dica che era lo sfogo di padre; primo perché in questo senso sarebbe stato intempestivo e secondo perché Grillo conosce e sa usare la comunicazione, come ci ha dimostrato anche in questi ultimi giorni.
Francamente non mi preoccupa il destino di Conte, bensì quello del paese per il quale Giuseppe Conte, già Presidente del Consiglio, è colui attraverso il quale Ursula von der Leyen e’ diventata Presidente della Commissione europea, con tutto ciò che ha significato per le decisioni europee in tempo di pandemia e soprattutto è colui al quale dobbiamo il Recovery Fund. La sua fuoriuscita dalla politica, in questo delicato momento, sarebbe un grave danno. Lo dimostra l’entusiasmo già palesato dagli autori della congiura, dalla stampa già citata e dalla parte politica di vera e falsa opposizione. E non mi meraviglierebbe se, per scongiurarne la discesa in campo, qualcuno lo proponesse come Presidente della Repubblica. In fondo avrebbero i numeri, anche con la finta opposizione di una parte della destra. E sarebbe definitivamente fatto fuori.

1 commento

Lascia un commento