Preoccupazioni agostane

2 Settembre 2021
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 Andrea Pubusa

Anche questo agosto è volato via, ma non è stato spensierato. Le questioni sul tappeto sono rimaste irrisolte e molte anzi si sono aggravate e le preoccupazioni sono accresciute. Sopratutto spaventa la riflessione sui fatti, la risposta ad essi della politica e, spesso, dell’opinione pubblica, formata da chi domina i media.
Prendete la decisione di Biden di lasciare l’Afghanistan. Viene presentata da molti come un atto di viltà o di debolezza dell’Amministrazione USA, mentre semmai era ed è da mettere sotto accusa l’invasione manu militari di un paese, che per quanto orrendamente governato, è pur sempre indipendente o tale dovrebbe essere. E l’invasione giustificata da cosa? Dall’abbattimento delle Torri gemelle? Suvvia! Dall’esportazione della democrazia occidentale, che in realtà nelle gole remote e impervie di quel paese non ha mai attecchito o, peggio, non è stata mai piantata.
Lo abbiamo già detto, la democrazia nasce dalla democrazia, da una crescità culturale, civile e politica che di là non ha mai presentato segni signiicativi. La forza può anche aiutare, ma a condizione che vi sia in loco un processo autonomo di ispirazione democratica. Un po’, come in Italia, con la Resistenza, ch’ebbe dagli alleati un determinante e positivo impulso, ma esisteva ed era organizzata e aveva radicamento popolare.
Non c’è dunque da condannare Biden, ma semmai da criticare i predecessori e sopratutto Busch jr, che ha dato il via a questa sciagurata avventura, insieme ad altre miseramente fallite in medio oriente.
Abbiano assisito poi in questo caldo agosto alla vicenda di un sottosegretario di Stato leghista che propone di dedicare un parco ad Arnaldo Mussolini, fratello, fra l’altro tangentaro, del duce. Ora, è gravissimo il fatto in sé, il fatto cioè che una proposta così manifestamente contro lo spirito e la lettera della nostra Carta possa essere stata avanzata. Vuol dire che Durigon pensava potesse passare; essa, in ogni caso, si presenta come una prova di resistenza del sistema. La reazione di Draghi, che doveva essere immediata e severa, si è fatta attedere o, meglio, non c’è stata, segno che nella revisione storica e politica italiana ci sta anche una diversa considerazione del fascismo e dei suoi protagonisti rispetto alla tradizione della Resistenza. C’è poco da fare sembra che Draghi, proteso verso il Colle, lasci fare pur di allargare il consenso, con inquietanti ombre lunghe e scure su una sua futura presidenza. Del resto tutta l’azione del governo si mantiene nell’ambito di una palese contraddittorietà, con pesanti e incontrastate politiche di destra.
Una conferma di questa ambiguità preoccupante si ha nel contrasto al Covid. “Rischio ragionato” è la parola d’ordine di Draghi, la linea che guida la sua azione sulla pandemia. Ma cosa significa? Vuol dire semplicemente che la persona viene posposta alle ragioni dell’economia e del profitto, al di là di un serio bianciamento fra diritto alla salute e iniziativa economica. Le misure contraddittorie e inefficaci su green pass e sul contenimento ne sono la conseguenza.
Morale della favola: il governo Draghi è una mostruosità politica, foriera di gravi danni per il paese. Ma - come dicevamo nei giorni scorsi - non bisogna arrendersi, non si deve mollare!

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