ANPI. Note per il Congresso di Cagliari. Contro i nuovi fascismi e le scelte a-costituzonali occorre un nuovo impegno di lotta nello spirito della Resistenza

6 Novembre 2021
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Andrea Pubusa

Non mi preoccupa tanto l’attacco alla CGIL, un atto vile e proditorio che una polizia meglio diretta avrebbe impedito sul nascere senza permettere le azioni disgustose che abbiamo visto. E del resto, c’è stata una manifestazione popolare immensa a Roma e tante altre in tutto il paese. La risposta è stata immediata e di massa. No, io non ho paura dei quei quattro energumeni fascisti, ho maggiore preoccupazione per gli orientamenti profondi della forze politiche che contano e che stanno insieme al governo.
Fratelli d’ Italia e le Lega sono portatori di umori incivili e sostanzialmente fascisti che non necessariamente si accompagnano ai gambali: il razzismo, la mancanza o addirittura l’opposizione alla solidarietà interna (v. la proposta di eliminazione del reddito di cittadinanza) e nei confronti dei migranti, l’esaltazione della diseguaglianza, la mano libera al mercato e al laissez faire).
Ma il fattore drammatico è che anche le altre forze sono in larga misura, se non anticostituzionali, certamente a-costituzionali. Cosa intendo dire? Intendo dire che per essere dalla parte della Costituzione, la Carta bisogna non solo contemplarla e declamarla nelle cerimonie ufficiali e rituali o nei discorsi domenicali, occorre attuarla nello spirito della Resistenza da cui è nata. Le forze che non si battono per attuarla per me sono a-costituzionarli perché fanno sì che si accresca il divario fra Costituzione formale scritta e costituzione materiale, quella realmente vigente. E’ palese che questa non solo si discosta, ma è l’opposto di quella votata in Assemblea costituente. Oggi si può dire che la repubblica è fondata sul lavoro coi morti giornalieri sul lavoro? Col precariato generalizzato? Con salari di fame? Con la vergogna di chi remunera il lavoro con uno-due euro ad ora? Si può dire che è fondata sul lavoro se il diritto del lavoro è stato abrogato in Italia?
E si può dire che la nostra è una repubblica dove la sovranità appartiene al popolo con queste leggi elettorali che distorcono la volontà popolare a tal punto che più della metà degli elettori ormai neanche si reca al seggio?
E si può dire che la Repubblica pone a sua base il principio solidaristico, se ormai c’è una rincorsa a s’afferra afferra da parte dei ceti dirigenti? E si può dire che vige il principio di eguaglianza se le diseguagluianze crescono ogni giorni in modo indecente e ostentato?
E si può dire che esiste l’uguglianza fra i sessi se le donne sono ancora minoritarie nell’eservizio di molte funzioni dirigenti? E si può dire che vige il principio personalista, che mette la persona in quanto tale al centro dell’ordinamento se esistono ancora le intollerabili discriminazioni in danno degli stranieri e un nero nato, allevato in Italia non è italiano? E si può dire che siamo largamente nel solco della Costituzione se il Senato della Repubblica respinge una proposta di legge chie vieta la violenza sugli omosessuali, transessuali ecc.?
Ecco, compagni ed amici, cosa mi preoccupa: questo distacco della costituzione materiale da quella formle, tutto questo è avvenuto anche col concorso di forze che si chiamano democratiche e si definiscono di sinistra o di centrosinistra o professano ideali liberaldemocratici.
Questa situazione carica l’ANPI di responsabilità, di un impegno terribile, più grande delle sue forze. Ecco perché dobbiamo irrobustire questa associazione e dobbiamo moltiplicare i nostri sforzi. Ecco perché dobbiamo rinnovare l’associazione. Occorrono forze fresche, noi che veniamo dalle lott degli anni ‘60 abbiamo quasi esaurito la nostra funzione, i partigiani combattenti erano tutti giovanissimi, come il nostro Nino Garau, il comandante Geppe, che guidò la liberazione di Spilamerto e Modena a poco più di 20 anni. Questo dev’essere il proposito fermo da prendere in questo Congresso per guidarci nei prossimi mesi.

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