Tansizione ecologica. Lettera ai segretari di Fim Fiom Uilm

11 Novembre 2021
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Osservatorio sulla transizione ecologica- PNRR,
promosso dalle associazioni Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Laudato Sii, Nostra

Ai segretari di Fim Fiom Uilm, ai siderurgici in sciopero

Care compagne e Cari compagni
Comprendiamo e sosteniamo pienamente le ragioni dello sciopero generale dei siderurgici del 10 novembre, che come avete nesso in luce coinvolge un’area complessiva di 60.000 lavoratori e un settore produttivo che potrebbe essere un punto di forza dell’economia nazionale, mentre come avete denunciato, giustamente, l’Italia sta diventando importatore anziché esportare, gli investimenti che ben tre Ministri avevano preannunciato per fare della siderurgia italiana la più green d’Europa e di cui si sono perse le tracce, l’occupazione diventa precaria e senza prospettive adeguate.
Ora l’intervento pubblico, che diventerà maggioritario tra non molto, ha oltre le responsabilità politiche consuete, ad esempio per elaborare un piano nazionale per la siderurgia, anche quello di essere responsabile per i comportamenti degli amministratori che indica nelle aziende. Nulla purtroppo sembra cambiato finora e intanto la concorrenza, spesso rappresentata dagli stessi che hanno gestito finora importanti aziende nazionali, investe e aumenta la produzione altrove.
Restano sul territorio le incompatibilità con la salute delle persone e dell’ambiente che non vengono risolte, o almeno non con la rapidità che l’urgenza delle condizioni imporrebbero. Innovare è necessario, porsi l’obiettivo della compatibilità ambientale indispensabile, garantire e qualificare l’occupazione funzione di competitività e crescita dell’economia.
Continuare così porta a rotture nel paese e al declino, dobbiamo tutti impegnarci per costruire un’alternativa credibile e forte, nell’ambito delle misure che il PNRR deve adottare per sostenere il comparto siderurgico nella trasformazione rapida in un settore ecocompatibile e in un’occupazione di qualità.
Non è accettabile che ben 39 progetti di eolico off shore, per ben 17.000 megawatt, siano stati presentati a Terna fino al 31 agosto scorso e che nessuno sia stato approvato in modo da avviarne la costruzione. Inoltre se finalmente si dovesse sbloccare l’installazione effettiva non c’è un piano nazionale di connessione tra la domanda di acciaio che rappresenterebbero e la produzione di acciaio in Italia, a cui andrebbe aggiunto l’indotto per la produzione e l’installazione.
Sbloccare l’eolico off shore è una risposta importante per il decollo delle rinnovabili per recuperare il tempo perduto del nostro paese per uscire dalla dipendenza dai combustibili fossili ed è insieme una risposta importante per il sistema produttivo italiano, per una risposta di occupazione e di qualità.
Per questo riteniamo utile proporvi un incontro di lavoro per vedere come convergere su alcuni obiettivi comuni. L’incontro si potrebbe svolgere in video conferenza.
Alleghiamo una sintetica nota predisposta dall’ing. Alecsei Sorokin che illustra brevemente queste possibilità.
Mario Agostinelli Laudato Sii
Alfiero Grandi  Coordinamento per la Democrazia Costituzionale
Jacopo Ricci Nostra
Massimo Scalia coordinatore scientifico dell’Osservatorio

Allegato

PROGRAMMA NAZIONALE PER L’EOLICO OFFSHORE – OBIETTIVO AL 2030

Potenza eolico offshore installata (nel 2030) 10.000 MW

Produzione di energia elettrica (nel 2030) 30.000 GWh/anno

(circa 10% della produzione nazionale di energia elettrica)

Potenza media singola turbina 14 MW

Numero totale turbine da posizionare nei mari italiani (a 30km dalla costa) 700 turbine

Tipologia installazione su strutture galleggianti ancorate al fondale marino

Peso totale turbine + galleggianti da posizionare entro il 2030 nei mari italiani 7.000.000 t

Ipotesi periodo di realizzazione dal 2024 al 2030 (6 anni)

Installazioni annuali durante periodo 120 turbine/anno

Domanda annuale di acciaio generata dal programma 1.000.000 t/anno

Probabile impatto occupazionale 30.000 posti di lavoro

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