Perché un mondo di morte e di attacco ai diritti? Quale alternativa?

14 Gennaio 2023
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Andrea Pubusa

Dall’Ucraina alla Russia, dall’Iran al Brasile soffiano venti freddi di morte e di attacco ai diritti, di rivolte contro le regole della democrazia. Quel processo positivo avviato dopo la Liberazione dal nazifascismo, sembra riavvitarsi su se stesso e tornare indietro. Le grandi Carte della democrazia e dei diritti divengono enunciazione per cerimonie ufficiali, sempre più vuote nella realta’ dei rapporti politici e sociali.
Non è questo il messaggio che viene dal tentato golpe del Brasile? E ancor prima che significato ha l’incredibile assalto dei trumpisti al Senato americano? Com’è possibile che Trump non sia stato incriminato e addirittura spavaldamente si proponga come candidato alla presidenza? Dov’è finita la democrazia americana, il rispetto dei fondamenti del costituzionalismo moderno? E Bolsonaro potra’ fare altrettanto? Potrà insidiare il presidente eletto con le sue salde ramificazioni nell’esercito e nelle istituzioni? E come leggere in questo contesto il passo indietro della UE, lontana anni luce dal Manifesto di Ventotene, impegnata nel riarmo e in una guerra senza prospettiva, se non il massacro inutile di migliaia di uomini e donne di entrambe le parti? Guerra anziche’ trattativa e pace; odio in luogo dell’incontro e del dialogo. Pericolo di un terzo conflitto mondiale anziché il grido “mai più guerra”.
E in Iran? Una protesta sacrosanta  senza un’alternativa. Le resistenze per vincere necessitano di organizzazione e di capi riconosciuti, come fu in Italia e nel Sudafrica con Mandela. Ma in Iran non c’e’ nulla di tutto questo. Solo manifestazioni generose contro un muro ottuso e feroce, e impiccaggioni.
Sui migranti sentiamo cose che non avremmo mai pensato di dover sentire. Vediamo il nostro governo che vieta soccorsi o li aggrava o li rende più penosi con il vergognoso allungo del per corso in mare per vigliacco e disumano spirito punitivo.
In tutto questo si manifesta un male profondo ed oscuro. Cosa c’è alla base? Questo attacco alla persona dove trova fondamento? Son sempre stato convinto che il tasso di democraticità di un ordinamento si possa misurare con la condizione del mondo del lavoro. Piu’ i lavoratori sono considerati e rispettati, più il contesto e’ civile e democratico, piu’ forte e’ lo sfruttamento, l’arroganza padronale , più spavalde ed arroganti le classi dirigenti maggiori sono le pratiche incivili e di dominio, più marcate sono le diseguaglianze. L’esaurimento della spinta della liberazione, la ripresa delle politiche iperliberiste hanno determinato un attacco ai lavoratori, alle aspirazioni di migliori condizioni di vita, e son queste pretese che oggi ci trascinano in aggressioni e guerre. Perché gli Usa e l’UE non devono aspirare al dominio? Perche’ gli ayatollah devono smettere di commandare e di imporre il loro arcaico punto di vista? Perché Trump e Bolsonaro devono chinarsi all’esito delle elezioni? Al  rispetto delle regole democratiche si sostituisce l’arroganza volta al comando. All’egemonia si sovrappone il dominio. Difficile sminare questo terreno pieno di orrori. Proviamoci, partendo dall’impegno per la pace. Qui sta la chiave di ogni vivere civile.

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