La Corte costituzionale boccia ancora Soru

18 Giugno 2008
7 Commenti


Red

Dunque ancora una volta il giudice delle leggi, con la sentenza n. 213/2008, depositata oggi (riportata per intero nella sezione dei documenti), ha bacchettato Soru ed ha posto nel nulla la stravagante idea di una finanza nella quale si segnano come attuali risorse ancora da venire. Del resto, era un annullamento annunciato giacché venivano violati principi fondamentali ed essenziali che impongono l’annualità e la veridicità del bilancio: Le entrate da venire, anche quando sono certe, non sono ancora nella disponibilità di chi ne sarà il beneficiario e dunque saranno iscritte all’attivo solo nell’anno nel quale verngono incamerate.
Il Presidente della Regione, quando la Corte dei Conti, in occasione della “parificazione” dei conti regionali, aveva rinviato gli atti alla Corte costituzionale, aveva fatto uso di un linguaggio berlusconiano ed aveva dipinto il giudice contabile sardo come un’accolita di politici togati intenti a tendergli un’imboscata più che a far osservare la legge. Aveva anche insultato sul piano personale un magistrato accusandolo di scarsa professionalità. In realtà la Sezione sarda della Corte dei Conti aveva dato una prova esemplare della sua indipendenza. Aveva svolto la sua funzione di “garante della legalità” con molta professionalità e rigore. Molti allora e non solo Soru avevano invocato l’istituzione di altre improbabili autorità indipendenti o certificatori di varia natura in luogo di un organo considerato obsoleto, non rendendosi conto che nel controllo l’indipendenza del controllore è il bene più prezioso, poi vengono la professionalità e le procedure. Perché queste, senza la prima, svaniscono. Ora dopo l’autorevole pronuncia della Corte costituzionale tutte queste critiche appaiono, quali sono, faziose oltre che ingenerose. E appare del tutto pretestuosa l’accusa d’inadeguatezza alla Corte dei Conti lanciata da Soru proprio quando essa ha mostrato di saper svolgere il proprio compito con rigore e terzietà. Che bizzarria concepire il controllore come un organo che dice sempre e soltanto sì, ossia che non controlla! Oppure criticarne l’obolescenza e la scarsa professionalità proprio quando ha preteso di fare il suo dovere. Ma oggi appare chiaro che, qui la professionalità non c’entra, la questione sollevata dalla Corte dei conti sarda era incentrata sui fondamentali della contabilità pubblica (e privata) ed era stata segnalata al Presidente dalla struttura amministrativa e da pareri vari. Quanto Soru ha preteso di fare alla Regione non avrebbe potuto farlo neanche a Tiscali, ossia in una società quotata in borsa.
Ora che la decisione è giunta ad opera non di un fazioso Collettivo politico-giuridico, ma della Corte costituzionale, a conclusione di un giudizio giusto perché adottato a seguito di un giusto procedimento, il Presidente della Giunta dovrebbe responsabilmente riflettere sulla vicenda e trarne le conclusioni politiche. E dovremmo trarle noi popolo progressista. Può ancora pretendere di stare in campo per il centrosinistra un Presidente la cui azione evidenzia una visione del rapporto fra organi istituzionali, a dir poco, precostituzionale? Può il centrosinistra, in una fase così delicata della sua vita e della storia nazionale, offrire ancora la candidatura ad un personaggio che vede nelle forme e nelle procedure un ostacolo e non un modo necessario, in democrazia, dell’esercizio del potere? Ed ancora la ricostruzione del centrosinistra deve fondarsi sul rilancio della cultura e della prassi della legalità o deve cedere all’impostazione della destra che vede nelle garanzie un barocchismo privo di utilità e nella legalità una ragnatela di inutili e paralizzanti laccioli? Noi non abbiamo dubbi nel dare la risposta negativa, perché siamo convinti che sono le persone normali e i deboli a trovare nella legge il correttivo all’arbitrio e alla prepotenza. I forti hanno l’interesse opposto, ad avere mani libere nei rapporti e nei luoghi di lavoro, nel territorio e nella finanza. Ecco perché siamo contrari all’anarchismo tutto speciale di Soru, perché esso è in sintonia con il credo istituzionale neocons; perché esprime idee, proposte ed assume comportamenti simili alla destra libertarian. Possibile che il centrosinistra e la sinistra sarda, neppure quella sedicente comunista, non se ne siano ancora accorti? Cosa occorre ancora per indurci a voltar pagina?

7 commenti

  • 1 Marco Cois
    19 Giugno 2008 - 13:41

    Tutto giusto, con una postilla. Di fronte all’emergenza democratica conseguente al ritorno delle destre al potere (emergenza democratica ben evidenziata dai recenti articoli di Andrea Pubusa e Carlo Dore), di fronte alla prospettiva costituita da Mauro Pili o Cossiga jr. a Villa Devoto, di fronte alla minaccia di un’ennesima debacle progressista, sono sicuro che tutti i componenti del comitato di redazione di questo blog (in quanto persone intelligenti e animate da sincero spirito democratico) non potranno che gridare a tutta forza ancora MEGLIO SORU!!!

  • 2 Vindice Morales
    19 Giugno 2008 - 16:50

    “I forti hanno l’interesse opposto, ad avere mani libere nei rapporti e nei luoghi di lavoro, nel territorio e nella finanza”. Bravo! Per questo dobbiamo promuovere iniziative per vedere dove sono gli abusi dei potenti. Vediamo ad esempio se negli istit- dipartim- universitari ci sono babbi e mamme che promuovono figli/e? Così tanto per avere un’idea di cosa succede dalle nostre parti. Report si sta occupando della Sardegna dove pare ci siano cose strane.

  • 3 GIORGIO COSSU
    19 Giugno 2008 - 17:45

    ECCO LA PROVA, in questo COMMENTO della deformazione democratica, del vaso di Pandora aperto dal sorismo, moralismo e populismo all’insegna del meno peggio, del regolamento di conti, e non della ricerca attenta e democratica di soluzioni migliori e comuni, non si dice cerchiamo correzioni, anche drastiche, proprie della democrazia riformatrice, corrette e condivise, ricerca di soluzioni alte e ottimali, c’è Annibale alle porte, VERO, ma chi sta aprendo la strada? chi improvvisa e travalica metodi e regole, chi rilancia la sfida in un continuo gioco di poker, un metodo sciagurato e inconsulto. E’ una deriva, un piano inclinato su cui scivola per mediocrità culturale e democratica una intera area, colpevole di non aver saputo cambiare ma di aver subito il personalismo, populismo e la cooptazione, gli stessi errori che hanno portato alla crisi dei grandi partiti, PRIMA CHE l’ondata travolga in un’altra lunga stagione grigia l’attesa di una regiona rappresentativa dlle forze migliori, queste forme da stadio offuscano ogni forma di discussione razionale, c’è sempre di peggio, ma compito di una democrazia progressista è cercare le soluzioni prima e insieme non una ma una classe dirigente estesa che migliori e attui nel consenso le scelte, attraverso forme di pluralismo cooperativo che comporta autonomia e responsabilità, tutte regole travolte dal sorismo, e perché mai diceva Soddu dovrei battermi per uno che non persegue i miei valori, e i miei metodi, non mi rappresenta ? per salvare quell’area da un ulteriore mutamento è la risposta implicita.

  • 4 Vindice Morales
    19 Giugno 2008 - 18:30

    ohi ohi caro Giorgio , il mio commento è chiaro il tuo no, scivola ed elude, io chiedo di andare a vedere nei luoghi dove i potenti si spartiscono i posti per i loro figli e tu citi Soddu? Non capisco perchè mai non si dovrebbe. Deformazione democratica è che i genitori potenti si battano per i loro parenti in cattedra e non per la collettività. Questa è l’origine di molti mali caro mio. Questo essere simili ai modi berlusconidi dobbiamo combatterlo anche se…non torna comodo. Moralizzare si può, cominciamo noi.

  • 5 Marilisa
    19 Giugno 2008 - 23:55

    Distinto Cois, la politica del “turatevi il naso” è ormai obsoleta . Non illudetevi. Altre forze di sincero stampo democratico vi sostituiranno nella gestione della res publica. Ci vedremo … a Filippi l’anno prossimo.

  • 6 antonio leoni jr.
    20 Giugno 2008 - 10:19

    Caro Cois, questa volta no: nessuno potrà chiedere a tanti che hanno sacrificato anni di vita nell’impegno civile, sociale e politico, di difendere ora e alle prossime elezioni regionali chi ha sperperato i risultati di questo impegno per il solo fatto che altrimenti governerà la parte avversa. Basta riflettere su due dati che emergono dalle elezioni amministrative degli scorsi giorni. Il centrosinistra riperde in Sicilia, a poche settimane dalle elezioni politiche, in un contesto caratterizzato da un crollo della partecipazione al voto: il segnale è che il suo elettorato non si sente rappresentato e perciò non vota per nessuno dei soggetti politici (PD e microgruppi della sinistra). In Sardegna la partecipazione è stata molto alta: la gente è andata a votare incazzatissima proprio per dare una legnata proprio all’incarnazione locale del centrosinistra e ai famigli dei notabili che da buoni voltaggabana si sono installati sul carro del padrone di turno. Se c’è una cosa che la gente comune non perdona (e quella tradizionalmente orientata a sinistra non perdona più) è la doppiezza di chi fustiga il prossimo e moraleggia sui costumi altrui, ma poi fa peggio degli altri. Perchè mai la gente dovrebbe pensare che tutto questo va difeso?

  • 7 GIORGIO COSSU
    20 Giugno 2008 - 12:13

    a Vindice MORALES, il commento è chiaramente riferito a quello di COIS, NON CONOSCEVO IL TUO, su cui non obietto e concordo, peraltro laterale alla questione SORU e violazione delle regole generali, questione posta da Pubusa, COIS riflette una logica del meno peggio, non per cambiare in meglio il campo dei riformatori, ma per accettare deviazioni di contenuti e metodi, ventilando pericoli anche non imminenti, causati proprio da quelle deviazioni, siamo in tempo e dobbiamo cambiare i contenuti approssimativi e i metodi del Sorismo e di quel degrado di moralismo populista estraneo ad un moderno movimento di riforme e capace di affermazione riconosciuta, egemonia razionale, di consenso partecipato.
    Il meno peggio vale solo in situazioni di alternativa secca tra due scelte, non può essere fatta valere a un anno dalle elezioni, quando occorre scegliere una linea correggere errori aprire la discussione non tra gruppi organizzati a difesa ma di apertura a contributi nuovi, ad allargare e cambiare i responsabili di questi conflitti e caduta di consensi.

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