Andrea Pubusa
Sabato a Cagliari il Collettivo de Il Manifesto ha ricordato Luigi Pintor, a cent’anni dalla nascita, con un’assemblea molto partecipata.
Per molti giovani a fine degli anni ‘60 e negli anni successivi Pintor fu un formidabile riferimento, ci cambiò la vita. Eravamo partecipi di quel grande e irripetibihe movimento che ci portò a mettere tutto in discussione, non solo le gerarchie sociali, istituzionali, nei luoghi di lavoro e nella scuola, ma a guardare con occhio critico lo stesso partito comunista e i sindacati. Pintor in quel contesto rappresentò l’irriverenza, la riaffermazione dell’ideale comunista come aspirazione radicalmente e pienamante libertaria dopo lo stalinismo, paritaria ed egualitaria. Lo seguimmo con entusiasmo. Leggevamo con allegria i suoi magistrali editoriali, partecipavamo entusiasti alle sue conferenze, fummo le colonne portanti de Il Manifesto, il quotidiano che lui inventò e fondò a sua immagine e somiglianza. Ci ha lasciato un marchio indelebile, essere sempre contro l’ingiustizia e il malaffare, e ci consente oggi, giunti al capolinea, di continuare a combattere e sperare in una società migliore.



1 commento
1 Aladin
23 Settembre 2025 - 14:06
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