Andrea Pubusa
L’art. 17 della Costituzione è chiaro. Tutti si possono riunirsi in luogo pubblico, ossia di pubblico transito, pacificamente e senza armi. Occorre preavvisare tre giorni.prima la questura, non per ottenere un’autorizzazione, come si dice comunemente, ma per consentire di apprestare un servizio di polizia per garantire lo svolgimento della manifestazione. Nel luogo pubblico, piazza, strada, si esercitano altre libertà, ad esempio quella di circolazione, e bisogna dunque assicurare il diritto di riunione senza intralci, es. traffico stradale. Dato il preavviso, non bisogna attendere risposta, la manifestazione può senz’altro svolgersi. Il divieto può essere disposto solo per comprovati motivi di incolumità e sicurezza publica. “Comprovati” vuol dire che devono sussistere gravi fatti obiettivi che rendono probabili pericoli per la sicurezza e incolumita dei cittadini. Un’evenienza molto rara. Non c’è spazio per congetture delle autorità di pubblica sicurezza.
La manifestazione deve svolgersi pacificamente e senza armi, si va asentire discorsi o dibattiti o in corteo, e pertanto non può subire intralcio ancorche’ non sia dato il preavviso. I promotori possono subire però una sanzione pecunaria. La libertà è dunque piena. Non rileva l’oggetto della riunione.
Nel caso della riunione pubblica dei fascisti a Cagliari, bene dunque la mobilitazione degli antifascisti, per rendere palese una vigilanza democratica, senza venire a contatto coi nostalgici. Erano, del resto quattro gatti, con uno striscione imbecile “la casa mia non è tua”, sol che si pensi cosa sarebbe successo o sucederebbe se lo si fosse sempre applicato o se lo di applicasse oggi. Per queste ragioni nella situazione attuale massima vigilanza democratica, evitando azioni, che finiscono per dare visibilità ad iniziative del tutto marginali



1 commento
1 aladin
4 Novembre 2025 - 21:03
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