Un piano casa a misura degli speculatori

30 Settembre 2009
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Claudia Basciu - Gruppo d’Intervento Giuridico


Il Piano casa? Serve ai grandi speculatori ed escluderà dai vantaggi i piccoli imprenditori. Mentre in Consiglio regionale inizia il dibattito su questa legge, pubblichiamo questa interessante riflessione di Claudia Basciu (Centro di ricerche giuridiche ed ambientali del Gruppo d’Intervento Giuridico).

La giunta regionale sarda ha elaborato il disegno di legge concernente il cosiddetto «Piano casa» ideato dall’attuale governo nazionale come misura per combattere la crisi economica in atto. Il disegno di legge prevede la possibilità di un incremento volumetrico dei fabbricati a uso residenziale, agricolo e turistico, con percentuali che vanno dal 20% fino, addirittura, al 30 e al 45%, percentuali, queste ultime, che rappresentano una sorta di «premio di volumetrie» per chi sceglie di ridurre i consumi energetici attraverso l’utilizzo di fonti alternative di energia. La percentuale «di base» dell’incremento volumetrico viene, invece, innalzata al 30% nell’ipotesi di interventi di demolizione e ricostruzione, per il «rinnovamento del patrimonio edilizio» (art. 5 comma 1). Infatti, in questi casi, a condizione che venga migliorata la qualità architettonica, è ammesso un incremento del 30-35% qualora sia prevista una riduzione energetica pari al 10%. Ora, alla luce delle disposizioni sinteticamente esposte, pare evidente che le misure previste dal «Piano casa» sardo saranno di difficile attuazione per i semplici cittadini e per i piccoli imprenditori, i quali - proprio a causa della crisi - probabilmente non avranno le disponibilità economiche e finanziarie necessarie, per esempio, per la realizzazione di nuovi corpi di fabbrica uniti all’installazione di impianti per la riduzione dei consumi energetici o per la demolizione e ricostruzione di nuovi fabbricati con incrementi di volumetrie. Insomma, le misure del «Piano casa» sembrano attuabili soprattutto dai grandi imprenditori, per lo più dediti a interventi di speculazione edilizia, che intendano portare avanti un’attività economica basata sullo sfruttamento incontrollato del nostro territorio. Non solo. Le previsioni relative agli ulteriori premi di volumetrie in caso di installazione di impianti per la riduzione dei consumi energetici, porterebbe alla illogica conseguenza, da un lato, di tutelare l’ambiente attraverso la riduzione dei consumi di energia e, dall’altro, di imporre allo stesso ambiente un pesantissimo fardello, del quale non potrà liberarsi per molti anni. È necessario fermarsi a riflettere sul futuro che vogliamo per la terra che ci ospita, senza scordare che il cemento è per sempre.

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