Giovedì 29 assemblea aperta al Palazzo di Giustizia

28 Ottobre 2009
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Red

C’è un invito speciale ai cittadini. Lo ha formulato Anna Cau, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati - Sezione Sarda. E’ l’invito all’assemblea, che si svolgerà al Palazzo di Giusitizia di Cagliari giovedì 29 alle ore 12.30, nell’aula udienze civili, 1° piano, ala vecchia.
Nell’invito si sintetizzano le ragioni dell’iniziativa:
“Il diritto di critica non è diritto di invettiva o di intimidazione nei confronti dei magistrati, degli organi di garanzia.
Le riforme annunciate non garantiranno un processo giusto in tempi ragionevoli, ma, per “punire” la magistratura, incideranno sull’attuale equilibrio tra i poteri, compromettendone l’indipendenza .
E’ urgente migliorare il funzionamento della giustizia nell’interesse dei cittadini, uguali davanti alla legge”.
L’iniziativa della Sezione Sarda s’inquadra nella mobilitazione promossa dall’Associazione Nazionale Magistrati che ha proclamato lo stato di agitazione e apre un confronto sullo stato della Giustizia in Italia. Il 29 ottobre, infatti, sono state indette assemblee aperte dei magistrati in tutta Italia, con sospensione delle udienze.
La convocazione e’ stata decisa dalla giunta dell’Associazione Nazionale Magistrati il 21 luglio in attuazione alla delibere del Comitato direttivo centrale del 17 ottobre, per discutere sia le annunciate riforme della giustizia, sia l’intimidazione al giudice Raimondo Mesiano. La giunta ha “invitato” i presidenti delle sezioni distrettuali a convocare le assemblee ed ha anche deciso di chiedere ai presidenti del Senato della Repubblica, della Camera dei deputati e delle relative commissioni parlamentari, di incontrare una delegazione dell’Anm. Le richieste di incontri politico-istituzionali saranno rivolte anche ai gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione.
Per spiegare la sua decisione, in un documento l’Anm ha espresso fra l’altro “viva preoccupazione per il clima di costante tensione che attraversa il paese e che oggi ha coinvolto anche le massime autorità di garanzia, con il rischio di alterare il delicato equilibrio tra i poteri dello Stato” e ricorda che “La decisione della Corte Costituzionale sulla legge in materia di sospensione dei processi per le alte cariche dello Stato ha rappresentato una nuova occasione per gli ennesimi attacchi ed invettive nei confronti della magistratura e dei singoli giudici, che in ragione delle loro decisioni giudiziarie, sono stati impropriamente trascinati sul terreno della contrapposizione politica e accusati di ‘disegni eversivi’”. Ultimo, ma non meno grave, l’attacco di Berlusconi ieri a Ballarò contro i PM di Milano per il caso Mills. Sono comunisti. Ora, a parte il fatto che essere comunisti non è nulla di disonorevole, visto che i comunisti italiani hanno fondato la Repubblica e concorso a dare all’Italia una Costituzione democratica, vien da chiedere al Cavaliere: e i magistrati della Corte d’Appello di Milano che, al momento hanno sospeso, l’esecutività della sentenza che condanna Fininvest a pagare 750 milioni di euro a Debenedetti? Cosa sono?

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