P.A.: Brunetta ascolta il grido della Corte dei Conti

18 Febbraio 2010
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Amasicora

Il Presidente della Corte dei Conti, dati alla mano, all’inaugurazione dell’anno giudiziario, smentisce il Ministro Brunetta. Nella Pubblica Amministrazione non crescono i comportamenti virtuosi, ma la corruzione. O meglio la virtù stà in basso, fra i dipendenti pubblici, mentre nelle alte sfere la tendenza è verso il vizio. E ciò che è peggio contro questo ”tumore maligno” non ci sono ”anticorpi”. Nel 2009 le denunce sono infatti aumentate del 229%. Ciò che ormai sta venendo meno nella politica, nelle istituzioni e nell’esercizio delle funzioni pubbliche è il ‘’senso etico” perche’ ‘’se non c’e’ senso etico nell’agire - ha detto ieri il presidente della magistratura contabile Tullio Lazzaro - non bastano mai i giudici, i carabinieri o le altre forze dell’ordine a combattere questo male”.
Alla malversazione vera e propria si affianca poi tutta quella serie di comportamenti che portano ad ”un ingente spreco di risorse pubbliche” a partire dalle opere incompiute, come ha messo oggi in evidenza il procuratore generale Mario Ristuccia sempre all’inaugurazione dell’anno giudiziario. C’è poi anche la concussione sessuale come denuncia un’associazione anti racket e antiusura” : l’ex prefetto Carlo Ferrigno, commissario straordinario antiracket dal 2003 al 2006, secondo le denunce raccolte dall’associazione milanese, e testimoniate in un video, avrebbe ricattato anche lui, e in modo tutto speciale: lo avrebbe fatto verso alcune delle donne che si rivolgevano a lui perche’ vittime dell’usura, minacciando di bloccare i loro procedimenti se non gli avessero concedesso favori sessuali. Le poverette cadevano dalla padella alle brace.
La Corte dei conti non rileva questo grave aspetto del malaffare, che probabilmente è diffuso quanto la pedofilia nelle sacrestie. Ne registra altri. Mala gestione della sanita’, consulenze fuori legge, derivati che rischiano di indebitare le generazioni future per 20-30 anni. E’ lungo l’elenco degli esempi di inefficiente gestione della p.a. Sulle opere incompiute in particolare e’ molto lunga la lista presentata dalla Corte sulla base del lavoro fatto lo scorso anno dalle procure e va dalle chiusura del reparto di radioterapia dell’ospedale di Sora, a pochi giorni dalla sua apertura, alla mancata esecuzione di urgenti lavori di restauro del complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia. C’e’ poi il caso del Palasport di Piancavallo costruito in occasione delle Universiadi del 2003 e non utilizzato o i lavori assegnati e mai realizzati anche all’Arsenale di Brindisi. Non poteva mancare il ‘capitolo’ Protezione Civile sul quale ”manca un controllo reale” e’ stato evidenziato da Lazzaro il quale fa sapere che sulle opere del G8 alla Maddalena, per le quali e’ stata aperta un’inchiesta, ”e’ stato chiesto il controllo della Corte solo su due soli contratti iniziali”. Nella sanita’, poi, non ci sono solo ‘’spese inutili” ma anche ”fenomeni particolari di mala gestione”, come gli ”inefficienti e costosi programmi di screening anti-tumorale” o le ”eccessive prescrizioni di farmaci” fino agli ‘’sconcertanti interventi chirurgici non necessari”. Sulle consulenze invece la stretta praticata dalle ultime Finanziarie sembra non avere effetto se ci si trova di fronte a ”fenomeni vasti che non possono non allarmare”, come ha detto Lazzaro. Per i derivati, poi, il pg Ristuccia evidenzia l’esigenza di un attento monitoraggio perche’ ”certe situazioni di debito e squilibrio si riflettono nel tempo, anche per venti o trenta anni e rischiano di impegnare le generazioni future”. Sulle societa’ per azioni a partecipazione pubblica: il controllo della Corte dei Conti  e’ ‘’strumento di garanzia del buon uso delle risorse”.
Per l’ineffabile ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta la sistuazione migliora. Sotto la sua guida la p.a. sta ”reagendo e si vede dall’incremento dei casi denunciati”. Insomma, per il Ministro l’aumento delle denunce non è frutto di un dilagare della corruzione, ma del virtuoso aumento delle denunce. Sarà…La sensazione è però che sia vero il contrario. E’ certo che la distinzione fra politica e amministrazione, sancita nelle leggi di “riforma” degli anni ‘90, non ha funzionato. La c.d. privatizzazione del pubblico impiego ha esentato la dirigenza dai limiti e dai controlli propri dell’esercizio delle pubbliche funzioni ed ha privato i dipendenti delle garanzie proprie dell’azione amministrativa. Che cosa ci si può attendere da politici e funzionari ai quali, in linea di principio, si dice che possono gestire le funzioni jure privatorum, ossia come se si trattasse di cosa propria, come avviene per gli imprenditori privati? Che gestiscano il pubblico potere come fosse “cosa nostra”, è ovvio. Il buon Brunetta, nella sua battaglia per migliorare la P.A., sembra vedere la pagliuzza e non le travi. Ma c’è sempre tempo per aggiustare il tiro.

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