La trama e l’ordito

25 Ottobre 2010
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Aldo Lobina

Quando un maestro chiederà d’ora in poi cosa significa tessere lodi per qualcuno gli alunni più preparati risponderanno in prima battuta che si tratta di una operazione con la quale alcuni operatori del diritto formulano una serie di norme reiterabili adatte a proteggere giudiziariamente con efficacia retroattiva il capo del governo e il capo dello stato; in seconda battuta ricorderanno cosa significava nella prima repubblica quell’espressione che richiamava un’opera paziente e preordinata - c’è anche assonanza con ordito – con la quale si loda qualcuno per qualcosa, costruendo, elaborando quasi l’elogio e giustificandolo nel contempo. I due significati sono evidentemente diversi, perché nel primo caso i tessitori manipolano leggi, nel secondo solo il buon nome di qualcuno; qualche volta – e gli alunni più sapienti lo sanno - l’elogio – o l’adulazione a seconda dei punti di vista - si sovrappongono col risultato di una tessitura speciale, una legge speciale appunto. Ma questo accade nella seconda repubblica, quella che sarà ricordata per il tentativo di sostituire le norme astratte della Costituzione repubblicana con altre appartenenti ad una costituzione materiale, più “attuale” e “concreta” verosimilmente tagliata su misura o tessuta, per rimanere nella metafora, su una di quelle due autorità individuate e su menzionate.
La retroattività è particolarmente sospetta perché si potrebbe riferire - per fare solo un esempio - a chi è imputato per corruzione di un testimone, frode fiscale, appropriazione indebita e ha fruito nel tempo di intervenute prescrizioni. E’ ragionevole il dubbio che tutti questi lodi vogliano sottrarre l’eventuale attore di reati, riferiti perfino a tempi precedenti l’assunzione delle altissime funzioni, alle sue responsabilità di cittadino e questo per favorire il sereno svolgimento degli incarichi pubblici.
Faccio una domanda ingenua: e se un cittadino, furbo, spregiudicato e a-morale riuscisse, anche con numerose malversazioni, a potersi permettere di fondare per esempio un partito, e anche addirittura a vincere elezioni democratiche (per le quali servono molti soldi) e perfino a diventare in forza di quelle primo ministro, quali strumenti uno stato moderno potrebbe attivare per difendersi? Dovrebbe solo attendere nuove elezioni e capovolgere con quelle i risultati cattivi o dovrebbe potersi affidare a un sistema di leggi coerente, ragionevole, ordito a salvaguardia di possibili conflitti tra il diritto all’elettorato passivo e l’incompatibilità e l’ineleggibilità dei furbi? Non correrebbe rischi enormi uno stato che ritardasse la verifica della fedina penale di qualcuno chiamato ad alte cariche, sospendendo i processi di materia penale in corso?
Non sarebbe più logico garantire all’eletto, questo sì, una rapida celebrazione e conclusione dei processi nei primi tre - quattro mesi del suo mandato, Cassazione compresa, per le accuse di reati commessi precedentemente allo stesso e prevedere tempi ragionevolmente brevi e certi per quelli eventualmente commessi durante il mandato? Lasciando al vice primo ministro l’eventuale governo dello stato ad interim? Nessuno è indispensabile in democrazia.
Quale vulnus si configurerebbe più devastante di un primo ministro o capo di stato avvezzi a delinquere?
Quale fragilità per lo stato di diritto, che va continuamente costruito e rammendato nella responsabilità dei suoi Cittadini?
Dove finirà il contratto sociale? La difesa di chi lavora onestamente e paga le tasse e quella di chi non ha lavoro, quella di chi studia e di chi insegna a studiare, quella di chi è povero e malato?
Tessere è una attività dell’uomo. E’ una storia lunga, che non è ancora finita, per fortuna.
La trama dell’ordito di cui abbiamo accennato non è stata ancora completata. E aspetta per essere raccontata tutta.
A noi cittadini potrebbe spettare il compito col referendum di disfare un lavoro fatto male e poi anche un altro di rilevante importanza: quello di scegliere coi tessitori migliori anche telai e tessiture.

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