Nessuno annacqui il suo vino

19 Dicembre 2010
2 Commenti


Valentino Parlato

In risposta all’articolo pubblicato ieri su questo blog di Michele Prospero sulle ipotesi di alleanza a sinistra o del centrosinistra col centro è intervenuto avantieri Valentino Parlato con un editoriale su Il Manifesto, che volentieri pubblichiamo perché offre ulteriori interessanti stimoli alla riflessione sul “che fare?” dell’opposizione.

Michele Prospero, su il manifesto di ieri ci ha offerto un articolo stimolante e che invita a riflettere e ragionare. La crisi di Berlusconi – scrive Prospero – c’è ed è insanabile. Berlusconi fa appello ai parlamentari delusi dai loro partiti e un po’ per la delusione, e un po’ di più per l’offerta diministeri o sottosegretariati qualcosa raccoglierà. La crisi dei partiti è indiscutibile e le diserzioni non mancheranno. Ma tutto questo non risolve la crisi del Cavaliere, che sarà anche sempre più pressato della Lega, il cui peso è enormemente accresciuto dopo l’uscita di Fini.
In ogni caso nelle mani di Berlusconi (pur con il timore di una crescita della Lega) resta la carta delle elezioni anticipate, alla quale il Presidente della Repubblica avrà crescente difficoltà a opporre resistenza.
A questo punto per liberarci di Berlusconi si presentano due strade. La prima è quella del logoramento lento: con l’attuale risicata maggioranza il governo andrà un sacco di volte in minoranza. Insuccessi dopo insuccessi che alla fine dovrebbero portare a una crisi politica o (probabilmente) anche fisica dell’attuale presidente del Consiglio. Ma questa linea del logoramento lento (Berlusconi non è scemo) potrebbe anche logorare e indebolire i suoi attuali e possibili avversari.
L’altra linea - quella suggerita da Prospero – è quella delle elezioni anticipate con un cartello di tutti quelli che non stanno con Berlusconi. Con l’attuale legge elettorale, che dà il 55 per cento di parlamentari a chi ha preso il 40 per cento dei voti (e Berlusconi ha ancora credito nel nostro elettorato nel quale l’astensione è crescente) la proposta del fronte unico avanzata da Prospero appare ragionevole. Ma – a mio parere – con un pericolo gravissimo e cioè la berlusconizzazione dei nemici di Berlusconi oppure la loro dissoluzione in un litigioso pasticcio. Pertanto e penso soprattutto al Pd, e altro ancora, ciascuna forza dovrebbe fare uno sforzo di fortissima caratterizzazione.
Alla fine della Seconda guerra mondiale e con la resistenza, ci fu l’unità di tutte le forze antifasciste, ma ciascuno non rinunziò anzi esaltò la sua caratterizzazione. Togliatti fu d’accordo con Badoglio, i democristiani furono d’accordo con i comuni stima nessuno rinunziò, anzi esaltò la sua specificità. Togliatti non disse che il comunismo era passato di moda e neppure De Gasperi (che pure fece un mirabile discorso al teatro Brancaccio di Roma sul contributo dell’Armata rossa) disse mai che si doveva trovare una terza via tra comunisti e democristiani.
Tutto questo per dire a Michele Prospero che l’unità nazionale contro Berlusconi è (anche con l’attuale legge elettorale) l’unica via per liberarci di Berlusconi, ma – ripeto – solo a condizione che ciascuno esalti i suoi caratteri distintivi. Una lotta di liberazione (e quella storica non dimentichiamola) non si fa annacquando ciascuno i suoi caratteri distintivi.
L’obiettivo di battere Berlusconi, di liberarci del suo male non si può realizzare se ciascuno annacqua il suo vino. Ricordiamoci un po’ la storia. D’accordo con Prospero, ma alla condizione che ciascuna parte accentui, senza assurdi settarismi, la proprio fisionomia.

2 commenti

  • 1 Michele Podda
    19 Dicembre 2010 - 10:22

    Ma non si era già detto che l’essere “uniti in nome dell’antiberlusconismo” costituiva posizione perdente? E una volta “conseguito il successo elettorale” (difficile), potrebbe o no succedere che qualcuno (Bertinotti?) possa nuovamente staccare la spina? Le nostre, le vostre valide analisi serviranno, gioveranno?
    Caro Direttore (Pubusa), “a chie non podet messare, ispigat (chi non può mietere, spigola)”; e “cunforma a s’anca, su passu (secondo la gamba, il passo)”. In questi due proverbi sardi mi pare si possa cogliere quella che è la condizione di noi sardi per quanto riguarda la politica nazionale, troppo lontana e irraggiungibile, essendo noi pochi di numero e poco importanti economicamente; e non diciamo altro.
    Perciò possiamo spigolare soltanto, dalla nostra isola; e anche se, dibattendo temi di rilievo, come è giusto che si faccia, possiamo infervorarci, scoprire i trucchi, in parte, individuare gli errori delle forze sane, scorgere elementi o segnali positivi, nonostante le amare delusioni raccolte negli anni, nei decenni trascorsi, nonostante ciò talvolta giuriamo di non volerne più sapere, poi ci torniamo, insistiamo, ricominciamo pur consci che in ogni caso noi possiamo soltanto “spigolare”.
    Ma allora mi dico, perchè non ammettere con coraggio la nostra condizione, di gente dalla gamba corta, e provare a fare qualche passo “secondo la gamba”, appunto? Perchè non provare a desistere dal voler influire su un momdo troppo più grande di noi, e concentrare tempo ed energie su una porzione di mondo, più alla nostra portata?
    In Sardegna “we can”, perchè conosciamo bene ambiente naturale ed umano, potremmo trovare spazi per agire e incidere, ci sarebbe qualche speranza di riuscita, si potrebbe programmare un percorso concreto e credibile. Chissà! Può anche darsi che tante persone di buona volontà, perchè ce ne sono, e tante davvero, stanche di tutto e di tutti, per disperazione … provino a mettersi d’accordo, per impostare un nuovo modo di fare politica.
    Per esempio, organizzando un BLOG formato GIORNALE ON LINE (ricordi quella Voce?), che in caso di successo possa avere anche versione cartacea. Chi? Tutti quelli che (presumibilmente) hanno a cuore le sorti della Sardegna. Ma chi? Basta guardarsi intorno e … proporre a chi “potrebbe” essere della compagnia, senza pretendere purezza e verginità. Se no, che si fa?
    Una cosa è chiara: SE NON SI RIESCE A COMBINARE QUALCOSA DI CONCRETO IN SARDEGNA, MOLTO PIU’ DIFFICILE SARA’ IN ITALIA.
    Già mi piacerebbe già, sentire cosa ne pensa Parlato!

  • 2 Paolo
    19 Dicembre 2010 - 23:58

    Sarebbe molto interessante fare un gionale on line con le varie aree tematiche dove poter scrivre e confrontarsi e oggiornarsi in tempo reale sopratututto di quelle notizie che spesso latitano!

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