Sfascisti!

31 Luglio 2008
1 Commento


Red

Come cittadini democratici, come elettori del centrosinistra possiamo chiedere al PD e al Presidente Soru un atto di ravvedimento e di responsabilità? Di rendersi conto, insomma, che alla fine a pagar le spese dei loro giochi di potere, dei loro posizionamenti e delle loro trame siamo noi cittadini inermi? Che a lasciarci le penne sono soprattutto i lavoratori e le classi disagiate, che più di tutti hanno bisogno di un governo saldo e affidabile? Che tutti i sardi hanno interesse ad una coalizione impegnata a risolvere i gravi problemi dell’Isola? Possiamo chiedervi di tornare alle radici di ogni elementare impostazione democratica? Che l’esercizio del pubblico potere deve intendersi come funzione e come servizio? Possiamo chiedervi di tornare, con serietà e rigore, ai programmi, coinvolgendo i cittadini, che non possono essere meri destinatari delle vostre scelte, ma protagonisti del loro futuro?
 Cosa c’interessa a noi della marcia di Soru alla conquista del PD e del centrosinistra? O della resistenza dei vecchi oligarchi alla ricerca di un equilibrio che non li escluda? Rimaniamo sconcertati nel vedere cosa sta accadendo. Possibile che il Presidente non si renda conto che una segretaria eletta a minoranza, col 42%, non serve a nulla? Possibile che non si renda conto che per vincere bisogna unire? Cosa possa portare tutto questo di buono al centrosinistra è facilmente intuibile. Lo sfascio genera passività e inerzia. Di questo passo Soru potrà contare soltanto sulle sue ingenti risorse finanziarie per farsi la campagna elettorale. Comprerà i suoi supporters, li prenderà fra i tanti giovani disperati pronti a fare qualunque lavoretto pur di campare. Ma basterà per vincere?
Noi non aderiamo al PD. Anzi abbiamo criticato la decisione della maggioranza DS di crearlo. Però ci siamo sempre augurati un pieno successo del nuovo partito, nella consapevolezza che il PD costituisce sempre una forza essenziale per una politica di centrosinistra. Non la pensiamo, insomma, come Ferrero. Tuttavia, non possiamo negare che un PD così, privo persino di dignità, diventa più un ostacolo che una risorsa per il centrosinistra.
Molti lettori si interrogano e ci interrogano come atteggiarci verso Soru. Alcuni ci ritengono poco responsabili e un po’ estremisti quando lo critichiamo severamente. Altri ci accusano addirittura di favorire la destra. Ecco amici/e la risposta; ve la dà lo stesso Soru, che a nove mesi dalle elezioni dopo aver sfasciato la coalizione, sfascia anche il PD. Certo a questo risultato concorrono in tanti in quel partito. Sono tutti sfascisti! Ma il Presidente deve, più di ogni altro, fare uno sforzo di ricompattamento. Esattamente il contrario di ciò che fa Mister Unità (poveretto, non ha capito neppure perché Gramsci ha chiamato “L’Unita” il giornale che lui ha comprato!). E di fronte a questi gesti di irresponsabilità estrema, non sono certo le nostre critiche a segnare la sorte del centrosinistra sardo alle prossime elezioni regionali. Le nostre critiche, anzi, hanno solo un fine, anche quando sembrano impietose: unire i democratici e la sinistra per battere la destra. Ma si tratta della mitica voce declamante nel deserto.

1 commento

  • 1 GIORGIO COSSU
    1 Agosto 2008 - 14:15

    CHE SORU costituisse una deviazione in termini di obiettivi, misto di rigore aziendale populismo regressivo, e di metodo autoritario, quindi estraneo alle identità e agli intenti di un partito riformatore moderno era chiaro a molti. Quello che è mancato è una comune azione che non dividesse gli oppositori, tra opzioni nazionali perdenti, nostalgie
    ideologico-identitarie per tralasciare l’azione politica locale che richiedeva un rigore di linea di riforme, alternativa al fare improvvisato e solitario, al gruppo di diligenti tecnici e gruppi di supporto di una serie di atti squilibrati. Abbiamo assistito ad una condiscindenza verso frange tecniche sempre disponibili a sostenere Soru per una forma di revanche sulla vecchia classe dirigente, ignorando il prezzo democratico e la carenza di risultati di una linea confusa e contraddittoria, che ha visto divisi e distratti nel rigore sugli aspetti teorici, di cultura politica della realtà regionale. C’erano e ci sono delle emergenze democratiche, chiedere l’apertura del dibattito sulle questioni dello sviluppo, sugli effetti reali degli atti di governo, sulle azioni e sui metodi autoritari e verticistici, sulle cooptazioni, OCCORREVA allora privilegiare l’unità sui problemi comuni di democrazia e pluralismo sulle questioni locali utili più delle astratte opzioni antisistema nazionali a capire cosa debba fare una politica riformistica in una società in ritardo. QUALCHE AUTOCRITICA sul prevalere della polemica al PD per opzioni nazionali che si ono sfaldate non a caso, ed estranee e contraddittorie rispetto a quanto avveniva in regione, mi aspetto che venga fatto e si scelga una strada delle priorità che richiede azione UNITARIA sul percorso politico essenziale da fare insieme per offrire un progetto pragmatico, una strategia credibile e condivisa. Oggi le contraddizioni del PD son scoppiate e richiedono un impegno a salvare linea e metodo dell’area comune, perchè nessuno si salva da solo e in questo caso non basta una verità parziale a salvarsi l’anima, se non si partecipa ad un tentativo comune di alternativa complessiva realistica.

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