Molti puntano sulla paura, pochi sulle idee

23 Febbraio 2013
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Red

E se Grillo vincesse le elezioni? E se il suo sogno si avverasse, come lui ha detto dal palco a piazza S. Giovanni, tra le urla e i cori della piazza. Ne ha portato 800 mila in quella piazza e 150 mila collegati in streaming, fanno un milione. Poche balle, “è il più grande evento mediatico” so non  ”di tutti i tempi”, certo di questa campagna elettorale. Il comico ha davanti a sé più gente di quanta gli altri candidati, tutti insieme, ne hanno visto durante l’intera campagna elettorale. “Tutti a casa, tutti a casa”, dunque, i partiti storici? Difficile prevederlo. “E’ iniziata una fase nuova”? Questo sì, sicuramente domani inizia qualcosa di nuovo.
Anche lì una nota stonata, solo bandiere bianche a 5 stelle anche se tante. Neanche una rossa, come ai comizi incolori del PD.
Anche in chiusura Grillo va controcorrente. Palco off-limits per la stampa italiana, che tutti gli altri candidati invece rincorrono, A Piazza S. Giovanni l’ingresso è consentito esclusivamente ai media stranieri e a Sky Tg24. Ci vuole l’intervento della polizia, per l’apertura dell’accesso al retropalco dello Tsunami Tour anche alla stampa italiana.
Mentre Grillo compie un miracolo, attacca e invita baldanzoso gli altri  alla resa, il Cavaliere scappa. A Napoli sul palco il segretario del Pdl, Angelino Alfano, e il coordinatore regionale, Francesco Nitto Palma sono soli. Il Caimano si fa sentire solo per videomessaggio, dall’ aldi là. Sarà ancora vivo? Sembra imbalsamato. “Abbiamo sostenuto e votato diverse volte la fiducia al governo Monti perché non potevamo far stare l’Italia senza un Governo e decapitare l’Italia”. E poi le sue roboanti bugie.
Bel colpo per Bersani. Con lui all’Ambra Jovinelli c’è Nanni Moretti: ”Sono qui perche’ voterò Pd. C’e’ un tempo per criticare i propri amici e per quanto mi riguarda dura da almeno 40 anni nella vita reale e nei film e c’e’ un tempo per criticare i propri avversari politici. Non capisco chi mette sullo stesso piano in Italia 2013 destra e sinistra, basti vedere l’esempio delle primarie e la straordinaria partecipazione, mentre la destra che aveva annunciato la data e i candidati poi ha detto ‘abbiamo scherzato”’.
“Spero che lunedì festeggeremo la liberazione di 60 milioni di persone ostaggio degli interessi di uno solo”. Ma anche lui della vittoria non è certo. Mette il condizionale e pungola. “Non vorrei essere ripetitivo ma se dovessimo vincere questa volta, fatela una legge sul conflitto di interessi ma non contro una persona ma per tutti, per mettere sullo stesso piano tutti coloro che partecipano a elezioni”.
Insomma, anche Moretti vota il PD per necessità, per paura del Caimano. Fra i compagni e gli amici se ne sentono tanti. E’ raro incontrarne uno che dica di votare PD perché convinto. Non è Bersani che guadagna il voto per il PD, ma Berlusconi, la paura del Caimano, guardacaso resuscitato proprio da PD. L’anno scorso, se il PD fosse andato ad elezioni, avrebbe vinto a man bassa sul centrodestra in rotta. Bersani con Napolitano hanno compiuto il miracolo di ricompattarlo. Si sono inventati anche un terzo incomodo, quel Monti, esponente della destra dura e pura internazionale, che, col loro voto, ha contribuito a deprimere l’Italia e gli italiani.
Il Prof. ha scelto la culla del Rinascimento, Firenze, per lanciare l’ultimo appello della campagna elettorale di Lista Civica per la “rinascita” dell’Italia. Una rinascita che lui vede senza la CGIL e senza lo Statuto dei lavoratori, suoi bersagli preferiti anche nella campagna elettorale. Un movimento, il suo, destinato a non durare nè a radicarsi sul territorio, anche se lui dice il contrario. Ma già pensa ad altro e lo dice quando precisa, per quanto lo riguarda, di non essere “persona che resta in politica a tutti i costi”. Con l’aria che tira, per lui le urne saranno avare. Una volta tanto ha ragione Giorgio Oppi, che di elezioni se ne intende: “non si riesce a procurargli un voto neanche con la grù”, ha detto fin dall’inizio della campagna elettorale. E anche l’ultimo giorno il Prof. lancia l’allarme e la balla: il rischio Grecia, in nome del quale ha massacrato i poveri italiani. E così se Bersani prende voti agitando la paura del Caimano, Monti pensa di prenderne ventilando la paura Grecia. Ma due paure fanno maggioranza?
Ingroia a Cagliari, in una sala gremita dentro e fuori, invece non spande paure, lancia speranze. Entusiasmo in sala, scrosci di applausi accompagnano i passaggi più importanti del suo intervento, incentrato sul lavoro, la lotta all’evasione e a quell’intreccio malavita, finanza, politica, che arricchisce pochi e impoverisce molti. Ritorno alla Costituzione e alla legalità in un paese massacrato dalle mafie. Un intervento di un uomo di carattere, come del resto ha mostrato nella lotta alla mafia nella procura di Palermo. Ha parlato col casco da operaio in testa. Gli era stato posato sul capo dagli operai del Sulcis. E lui ha detto che gli servirà in parlamento, come un elmetto, per combattere a testa bassa la mala politica. Non solo Berlusconi, ma anche Monti e i gruppi finanziari e bancari che lui rappresenta.
A conti fatti, Berlusconi cerca voti agitando la paura della sinistra e dei comunisti (ahinoi! ormai pochi e disorganizzati!), Monti evoca la paura della Grecia, Bersani e Vendola la paura di Berlusconi. Solo Grillo e Ingroia, non chiedono un voto per paura, ma in positivo, per le cose che dicono di voler fare. Non è anche questo un segno dei tempi?

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