La sindrome di Stoccolma del centrosinistra

21 Maggio 2013
Nessun commento


Amsicora 

l mitico circo Barnum rispetto a questo governo era un modello di compattezza  una micidiale ed efficace macchina da guerra. Cosa possa venir fuori da un esecutivo nel quale uno dei partiti fondamentali assume come “missione” quella di salvare il proprio capo dalle sentenze è un mistero. E cosa possa venir fuori dall’esecutivo se l’altro maggior partito aveva raccolto i voti promettendo esattamente di “far fuori”, politicamente parlando, proprio quel signore che gli altri vogliono salvare, è un mistero ancora più grande. La manifestazione di Brescia mostra la irresponsabilità dei cosiddetti responsabili, a partire dal Presidente della Repubblica, che dapprima ha accettato l’elezione da un partito, manifestamente preoccupato dei processi del Cavaliere, e poi - in un continuum assurdo - ha favorito un esecutivo avente come “pilastro” un personaggio stretto nella morsa della giustizia. Emerge sempre più il disastro nel quale si precipita il Paese, con un governo impegnato a temperare i guasti fatti dal precedente, anch’esso, ricordate?, espressione di “senso di responsabilità” rispetto all’alternativa costituita dall’immediato ricorso alle urne.
Cosa ci attende, dunque? Un periodo agitato, precario ed oscuro, con un governo incapace di decisione e con gruppi dirigenti protesi alle rispettive e incompatibili missioni: l’uno a salvare se stesso affrancando il capo dalla giustizia, l’altro rimettendo insieme i cocci dopo un’esplosione che lo ha frammentato in mille pezzi. Due missioni impossibili. La prima perché richiede una forzatura del quadro costituzionale, già messo a dura prova da vulnera continui e manifesti. La seconda, perché presuppone la individuazione di un inesistente collante nel PD, che ha accentuato anziché comporre le sue diverse anime. I fatti di questi giorni mostrano poi che non esiste neanche un comune orizzonte progressista, capace di creare unità. In realtà, pur avendo sollecitato e ottenuto un voto per il cambiamento, il PD ha mostrato, nei gruppi dirigenti, una propensione verso la conservazione. Non si spiega diversamente il governo con Berlusconi in una situazione grave come quella attuale. E come spiegare la legge antimovimenti (cioè anti M5S) di Zanda e Finocchiaro? Finisce che anziché essere Berlusconi ad essere dichiarato ineleggibile, il Pd mette fuori legge il MoVimento di Grillo!
Detto questo sul trasfomismo dei gruppi dirigenti del PD, sorgono molti interrogativi sulla vocazione del suo elettorato. Com’è possibile che chi ha fatto dell’alternativa a Berlusconi l’obiettivo primario del proprio agire politico e del proprio voto, oggi accetti di allearsi con lui? E su quale logica si fonda la reclamata esigenza di legalità di costoro se accettano di stare con chi manifesta coi suoi comportamenti la mancanza di qualunque etica pubblica e privata? Ci sono degli atteggiamenti incomprensibili nel popolo del centrosinistra. Ad esempio, come spiegare, nei mesi scorsi, l’ostilità manifesta di vasti strati della sinistra legalitaria verso Ingroia che della legalità è stato ed è senz’altro un campione? Si comprende che si potesse non votare la sua lista, ma il livore nei confronti di Ingroia cela altre pulsioni. Ed oggi, sempre in quest’area, l’ostilità rancorosa verso il M5S cos’ha di razionale? In fondo Grillo costituisce l’unica consistente opposizione nel Paese verso l’inciucio, è un avversario irriducibile del Cavaliere, del quale ha risollevato la questione dell’ineleggibilità, stante il suo conflitto d’interessi (ma dov’è andato a finire il conflitto d’interessi?). Eppure, nessuno degli antibelusconiani duri e puri del centrosinistra considera il MoVimento come interlocutore. Ha rinunciato a ben 42 mlioni di rimborso delle spese elettorali e nessuno degli anticasta gli riconosce coerenza tra il dire  e il fare.  E 42 milioni sono una montagna di soldi! I parlamentari del M5S si autoriducono l’indennità parlamentare e tutti a polemizzare per la loro discussione interna sulla diaria! Si capisce che questa ostilità sia propagandisticamente incentivata dalla destra, ma che la sinistra non veda l’enorme valore morale, prima che politico, di questa decisione, è stupefacente! In un Paese che va in malora per l’incordigia delle classi dirigenti e del ceto politico, l’unico esempio di rigore e di coerenza sul piano dell’etica privata e pubblica viene irriso se non snobato. Senza considerare poi gli altri obiettivi del M5S: la destinazione delle spese militari a fini sociali, il potenziamento dei servizi pubblici dalla scuola alla sanità. Sono obiettivi che giustificano a sinistra e nell’area democratica interesse e simpatia. Eppure, nell’ennesimo dibattito per la “ricostruzione” della sinistra, al M5S non si fa alcun cenno oppure lo si liquida sbrigativamente con l’anatema del populismo. Insomma, anche qui un sentimento di rancorosa ripulsa anziché di attenzione, seppure critica.
Ma tutto questo non è che sia espressione della sindrome  di Stoccolma presente nel popolo del centrosinistra? Che in fondo ci sia un amore inconfessato e inconfessabile per Berlusconi,  che porta, anche nell’area progressista, a demonizzare chi, per la forza e la coerenza che esprime, vuol farlo davvero fuori (politicamente parlando)?

0 commenti

  • Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.

Lascia un commento