Pigliaru stretto fra i regali PD a C. e il successo di M.

8 Febbraio 2014
3 Commenti


Andrea Pubusa

Facciamo il punto sulla campagna elettorale.
Come vi sembra Cappellacci? A me è sempre apparso impresentabile. Ho anche scritto a suo tempo che la sua candidatura fu un regalo indiretto di B. a Soru. Eppure, Ugo ha battuto malamente Renato. Dunque, non va preso sottocamba. Se ha asfaltato il seddorese, vuol dire che ci sa fare. E i sondaggi confermano le sue chances. Oltre al sostegno dei suoi, ha dalla sua due grandi regali del PD. Anzitutto, il PD, colmo d’indagati, non ha potuto sviluppare una campagna a tutto campo sulla questione morale perché sarebbe stata una campagna contro se stesso. Ha abbuonato così a Cappellacci due gravi procedimenti penali: il favor verso Flavio Carboni nell’ambito delle bonifiche industriali del Sulcis e dell’impianto di pale eoliche e ancora l’abuso d’ufficio, con inizio del dibattimento il 9 aprile prossimo. Se il PD non avesse candidato indagati e Pigliaru avesse preteso un passo indietro dalla dirigenza di tutti i malandrini con conti aperti con la giustizia, la questione morale sarebbe stata un’arma micidiale in mano al Prof.. Invece, acqua in bocca, semos todos caballeros, siamo tutti nella stessa barca. E così un vero galantuomo come Pigliaru è stato privato dell’arma per lui più forte e credibile.
Il secondo assist del PD è forse ancor più spettacolare: Renzi, come già D’Alema ai tempi della bicamerale e come nella carica dei 101 un anno fa, ha rilanciato B., ormai ridotto a mal partito e messo in angolo dalla Cassazione. Con l’incontro al Nazzareno, lo ha assolto da tutti i peccati, lo ha riabilitato e gli ha ridato i gradi di statista. Novello padre costituente! Ed eccolo, più pimpante che mai, scendere in Sardegna a fare uno show alla Fiera. Ugo, che vive di luce riflessa ed era spento per via dell’oscuramento giustiziale di B., è ripartito di gran carriera, galvanizzando la destra. L’aria di vittoria - come si sa - rende euforici, mobilita e moltiplica le energie.
Questa è forse la botta più dura per il buon Pigliaru, il quale, con diligenza, fa quel che può. Ha dalla sua un cognome importante, il padre Antonio è uno studioso di fama mondiale ed è stato un uomo di rigore raro. Ma Francesco è meritevole di suo. E’una persona di chiara fama per serietà scientifica e dirittura etica. Ma non entusiasma. E’ più uomo da convegno scientifico che da comizio in piazza. La sua campagna elettorale non è mai decollata, anche se dice molte cose sensate ed è, senz’altro, migliore degli altri competitori. A parte la sua collocazione moderata, di stampo montiano, che lo frena, il prof. non riesce a toccare il cuore della gente. Si avverte una difficoltà di sintonia fra lui e le masse. Per di più l’elettorato da conquistare è sopratutto quello orientato all’astensione, un elettorato, dunque, o troppo lucidamente critico o permeabile solo dal carisma del candidato. Se questo non c’è, recuperare col ragionamento è difficile almeno sui grandi numeri. Il PD poi è fermo, paralizzato e sembra averlo lasciato solo.
Pigliaru, dunque, è a rischio per le debolezze e sceleratezze del proprio schieramento e per la sua figura professorale, non per meriti del suo competitore.
Questa è anche la ragione per la quale Michela Murgia va forte. Interessa i media nazionali, che vedono in lei la sarda che non esiste, ma vorrebbero (come Soru ai tempi). Tiene bene il campo. Pur essendo inferiore al prof. da tutti i punti di vista, non perde voti in suo favore. Ed anche la campagna sul voto utile contro di lei non sembra dare esiti travolgenti. Un incremento ci sarà per il Prof., ma non di grandi proporzioni.
La Murgia non è ormai una sorpresa, andrà bene, ma difficilmente vincerà. Probabilmente non verrà neanche eletta, grazie ad una legge elettorale truffaldina e anticostituzionale, frutto anch’essa dell’accordo scellerato fra PDL (ora FI) e PD.
Quali i pregi e quali le debolezze della scrittrice di Cabras? E’ pronta e capace in pubblico. Entra nella simpatia popolare per la sua figura bonaria e di donna comune, ma non ha dietro di se niente. Comunidades e gentes sono sigle vuote, raggruppamenti d’occasione, senza consistenza reale. I suoi procedimenti partecipativi possono affascinare alcuni neofiti sprovveduti, ma sono ridicoli per chi ha conosciuto discussioni vere, di massa, nei partiti veri. Anche questa è apparenza, priva di sostanza. Partecipazione ad uso e consumo dei media e basta. La nomina degli assessori è stata una ridicolaggine. E poi coi nomi dei prescelti si vuole accreditare un accerchiamento, privo di senso e di equilibrio, della città da parte de is biddas. La campagna è importante ma non più della città. Con una differenza: in città esiste il deposito più importante di cultura e competenze. L’indipendentismo poi o lo metti fra le idee forza oppure è solo controproducente. Michela sembra quasi vergognarsene. E così non convince chi indipendentista non è e insospettisce chi lo è veramente.
Il risultato più probabile di questa assurda campagna elettorale sembra quello più irreale. Cappellacci uomo in livrea, plurindagato, privo di progetto e affondatore dell’isola, può vincere ancora. Per grazia ricevuta dal PD più che per meriti propri. Per il successo della Murgia, che toglie a Pigliaru, più che per il proprio. Non è detto però che senza di lei, quei voti andrebbero al PD. Più che sulla propaganda carognesca sul voto utile, per Pigliaru ci vorrebbe un colpo d’ala del centrosinistra. Ma nel PD chi può darlo?

3 commenti

  • 1 Ma dopo le elezioni Pigliaru e Michela Murgia inizieranno a fare politica? Perché ora sono solo in campagna elettorale - vitobiolchini
    8 Febbraio 2014 - 13:13

    […] che Michela Murgia ha già iniziato a fare polirica perché (come scrive oggi bene Andrea Pubusa su Democrazia Oggi), la […]

  • 2 Giacomo Meloni
    8 Febbraio 2014 - 16:22

    Il colpo d’ala del centro-sinistra (PD-Sovranisti di Maninchedda / Sedda e Sale -SEL di Uras e Zuncheddu e i ROSSOMORI di Muledda e Melis) con Sardegna Pulita , ci potrebbe essere, se questi compagni capissero la forza di un sindacato in Sardegna slegato dalle Centrali romane. Ebbene, si:Il riconoscimento della Confederazione Sindacale Sarda-CSS in questo momento, metterebbe in crisi il PSD’AZ e la stessa
    coalizione del Centrodestra che ha fatto di tutto per avere nel suo schieramento i colori della bandiera sarda mentre il Centro-sinistra ha annacquato questi colori.
    Tecnicamente l’operazione è ancora fattibile prima che si sciolga definitivamente il Consiglio Regionale, che però può essere convocato d’urgenza per discutere ordine del giorno come quello sul riconoscimento nel territorio sardo della Confederazione Sindacale Sarda-CSS,proposta presentata come ogni anno in Commissione Bilancio in coincidenza della Legge Finanziaria .
    ECCO LA PROPOSTA
    On. Claudia Lombardo
    Presidente del Consiglio Regionale della Sardegna
    On.Pietrino Fois
    Presidente III Commissione-Bilancio
    On.li Componenti III Commissione -Bilancio
    On.li Capo Gruppo e Consiglieri
    del Consiglio Reg. le della Sardegna

    Come ogni anno, all’inizio della discussione della Legge Finanziaria, la Confederazione
    Sindacale Sarda -CSS- chiede l’inserimento di una norma che, facendo riferimento alla Legge Naz.le 482/99 e alla L.R. 26/97 sul valore identitario della lingua e cultura sarda, riconosca
    l’organizzazione del sindacato locale con pari dignità e diritti delle Confederazioni maggiormente
    rappresentative a livello nazionale.
    Tale riconoscimento si rende necessario in quanto la legislazione statale attuale impone tra i criteri
    per l’accesso ai tavoli delle trattative ed il riconoscimento formale del sindacato la firma dei
    Contratti Naz.li, a cui la CSS- essendo presente esclusivamente sul territorio sardo - è di fatto
    esclusa, non essendo più in vigore la formula, precedentemente ammessa, della firma dei CNL per adesione. E’, invece, possibile il riconoscimento dell’organizzazione sindacale locale che abbia fondamento e riferimento ai lavoratori delle comunità riconosciute come appartenenti a minoranze linguistiche, com’è già avvenuto per il sindacato valdostano SAVT con un pronunciamento solenne del Consiglio Regionale della Valle d’Aosta.
    Vi proponiamo una analoga formulazione, fiduciosi di essere ascoltati e di avere accolta in modo favorevole la nostra richiesta.
    PROPOSTA
    “Nella Regione Sardegna, alle Associazioni Sindacali costituite tra lavoratori appartenenti
    alla minoranza linguistica, appositamente tutelata dall’art.6 della Costituzione Italiana,
    nonché dalla Legge 482/99 (Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche)
    e dalla L. R. 26/97 (Per la promozione e valorizzazione della cultura e della lingua sarda),
    aderenti alla Confederazione Locale maggiormente rappresentativa dei lavoratori stessi, sono estesi, in ordine alla costituzione di rappresentanze sindacali aziendali e RSU e
    comunque all’esercizio delle attività sindacali in genere, i diritti riconosciuti da norme di
    Legge alle Associazioni aderenti alle Confederazioni Sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale”.
    (Il testo riprende l’articolo adottato dalla Regione a Statuto Speciale della Valle d’Aosta, con
    D.Lgs.28/12/1989, n.430 che si allega.)
    Cagliari, 11/04/2013 Il Segretario Generale della CSS Dr. Giacomo Meloni
    Confederazione Sindacale Sarda
    Via Roma, 72 – 09123 Cagliari
    Tel. 070.650379 – Fax 070.2337182
    http://www.confederazionesindacalesarda.it
    css.sindacatosardo@tiscali.it

  • 3 Fra Pubusa e Biolchini: Un commento su indipendentismo e sinistra
    9 Febbraio 2014 - 18:20

    […] Andrea Pubusa e scorgo il suo commento su Sardegna Possibile: “Comunidades e Gentes sono sigle vuote, […]

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