Il Cagliari non è più sardo: venduto da Cellino? No, dalla burocrazia

29 Maggio 2014
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Amsicora

Dunque il Cagliari non è più sardo. Niente più quattro mori, ora è stelle e strisce. Cellino lo ha venduto. Non a una persona in carne ed ossa, ma ad un fondo d’investimento. Entità impersonale. I fondi sono strumenti di intermediazione finanziaria che hanno lo scopo di investire i capitali raccolti dai risparmiatori. Il fine è quello di far soldi, attraverso la gestione di una serie di asset (cespiti), per i gestori del fondo e per i risparmiatori che vi hanno investito. Avete visto Louise Michel, il film di Benoît Delépine, Gustave de Kervern? Delizioso! Prende il nome da un’eroina della Comune di Parigi e narra del tentativo degli operai di una fabbrica di uccidere il padrone che vuole delocalizzare. Ingaggiano così un detective-killer, che ammazza anche qualche dirigente. Ma, dopo i titoli di coda, la sorpresa: il padrone era un fondo d’investimento, ossia un’entità molto concreta in termini finanziari, ma del tutto impersonale. Non si poteva neppure ammazzarlo!
E allora che dire del Cagliari-calcio prossimo venturo? Meglio Cellino che, bene o male, era legato alla Sardegna e al Cagliari. Peggio, molto peggio, il fondo, che è un’entità senza sentimenti, che sente solo il richiamo dei soldi. Quando il fondo pensa di poter guadagnare di più altrove, lascia e va via. Un presidente di una squadra del luogo difficilmente può smantellare la squadra. Cellino poi, bisogna riconoscerlo, ha mantenuto il Cagliari a buoni livelli per quasi un quarto di secolo. Un piccolo miracolo per una squadra di provincia in una regione disastrata. Un personaggio criticabile, ma presente e abile in un mondo difficile come quello calcistico. Col fondo d’investimento non sarà così, se e quando deciderà di sbaraccare, non si saprà come acchiapparlo, come nel film di Delépine e de Kervern. Insomma, per il Cagliari un salto nel buio. Presto o tardi la serie B.
Infine, ma non per importanza, un’altra considerazione da tutti trascurata. Cellino al termine della lunga trattativa, ha dichiarato: “Sono felicissimo. Dio li benedica, ora saranno loro a lottare con la burocrazia“. Un messaggio terrificante per la classe politica sarda. Un urlo assordante alle orecchie di Pigliaru e di Zedda. Cellino molla perché non è riuscito, nonostante la sua tenacia, a risolvere il problema dello stadio. Non è riuscito ad aprire uno stadio (Is Arenas) esistente da sempre e che lui ha solo ristrutturato. Non è riuscito a ristrutturane un altro, il S. Elia. La burocrazia lo ha ostacolato senza mai indicargli la strada da percorrere. Ha subito per questo anche la carcerazione!
Morale della favola. In Sardegna la burocrazia uccide sul nascere ogni iniziativa, vanifica qualsiasi proposito d’investimento. Blocca, paralizza senza indicare la via d’uscita. La vicenda del Cagliari-calcio mostra che per un imprenditore sardo è meglio andare a investire in Inghilterra che star qui. Ma se vanno via gli imprenditori locali, come si può sperare in uno sviluppo autocentrato? Speriamo solo negli arabi o nel fondi a stelle e strisce?
Questa favola ha anche una seconda morale: la Sardegna vende tutto anche la propria bandiera, il Cagliari! E l’identità? Dove va a finire l’identità! Sovranisti di tutta la Sardegna, insorgete!

1 commento

  • 1 Luca62
    31 Maggio 2014 - 21:17

    Sottoscrivo dalla prima all’ultima riga.
    Articolo pieno di buon senso, ma in questa Sardegna il buon senso latita.
    In questi ultimi mesi ho letto attraverso il giornale online http://www.yorkshireeveningpost.co.uk/sport/leeds-united diversi articoli su Cellino ed i relativi commenti dei tifosi inglesi ed ho acquisito che Leeds pur essendo una città di circa 750.000 abitanti che con il suo hinterland (mezza provincia di Cagliari) arriva a circa 2 milioni, è da circa 10 anni in serie B, la società è passata di mano più volte ed in questi passaggi per evitare il fallimento si sono venduti, stadio e centro sportivo, Cellino paga l’affitto per entrambi, all’arrivo di Cellino gli attuali venditori “società araba” avevano problemi a pagare gli stipendi, la squadra era demoralizzata perdeva in continuazione appena insediato Cellino presidente 3 vittorie consecutive, per dirla in breve i tifosi hanno cambiato letteralmente opinione rispetto all’inizio della trattativa con Cellino dipinto come malavitoso, ora Massimo Cellino ora viene visto come il salvatore della patria, come il presidente che ci mette la faccia ed ha funzione di “guida”, si sono informati meglio hanno visto ciò che ha fatto a Cagliari e sono rimasti entusiasti, hanno capito che finalmente avranno un vero presidente, e non un entità invisibile interessata solo a movimentare denaro, che ci mette passione che è presente fisicamente, c’è un sondaggio sul giornale il 67% dei tifosi (circa 24.500 voti) è felice di avere Massimo Cellino presidente. Qua purtroppo c’è chi pensa che per Cagliari(153.394 abitanti) fare la serie A sia un disonore, o si gioca per la Champions League o meglio la B, credo anch’io che sarà presto serie B. In questa vicenda stanno perdendo i sardi, la svolta, il riscatto, l’orgoglio sovranista è ancora lontano, molto lontano.

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