Ape o ariete? Comunque e sempre forza Renato!

26 Settembre 2014
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Amsicora

Renato, da futuro segretario regionale PD, si è proposto come un’ape che  fior da fiore  (dalla comunità) succhia il nettare (le domande, le esigenze, le proposte)  per trasformale in miele profumato (buoni risultati per la Sardegna). Devo dire che a me questa parabola è piaciuta molto, mi ha emozionato, quasi commosso. Finalmente, ho pensato, un’idea sensata nell’Isola dei mori, piena d’irrazionalità e dove  ognuno tira per la propria strada e non ascolta gli altri.
Ora, però, sono assalito da un dubbio: come potrà Renato, incoronato finalmente segretario regionale, mantenere questo fair play col Presidente Pigliaru e la Giunta? Col suo nuovo look mister Tiscali assume la veste non del freddo e implacabile rottamatore, ma del paziente costruttore di soluzioni condivise. Sarà… Però come la mettiamo con la giunta? Non so cosa ne pensiate, io non so che dire: o la sua azione è del tutto clandestina oppure parlare d’immobilismo è poco. Non solo, ma quando qualche assessore esterna il suo pensiero, sembra di partecipare alla sagra dell’ovvio: luoghi comuni o banalità. Risultati zero. Conforta questo mio giudizio ciò che dicono Vito ed Elio tutti i giorni a radio X. E loro sono, ne sarete convinti anche voi, i migliori commentatori delle vicende sarde, i più obiettivi osservatori, anche se dicono le cose fra frizzi, lazzi e risate. Oggi, signore e signori, ladies and gentlemen,  messieurs dames, la verità è nella bocca dei comici. Ergo, è comprovato: la giunta è insufficiente. E allora? Allora, ecco la prima ipotesi: Renato-ape pazientemente prende per mano gli assessori e li indirizza su una strada di concretezza. Ma funzionerà questo accompagnamento dolce verso la produttività o sarà meglio un brusco scossone? Il tempo stringe. Urge la politica, quella alta che decide e crea progetto e risultati. Per questo, è meglio l’ape o è preferibile l’ariete? Questo è il problema. Devo ammettere d’essere tentennante e incerto. La prima metodologia è certo la più rispettosa delle persone e tiene conto della loro inesperienza amministrativa. Essere prof. universitari, in fondo, comprova, quando c’è, una cultura libresca, importante, ma anni luce lontana dalla concretezza del governare. Grandi scienziati sono incapaci di amministrare perfino gli affari quotidiani di casa loro. Anche se, ad onor del vero, non pochi degli scienziati oggi in giunta, hanno anche amministrato dipartimenti, facoltà e atenei senza grande costrutto. Talora con veri e propri disastri. Del resto la crisi dell’università è imputabile al 50% ai ministri di turno e per il resto ai prof. E allora, l’ape dovrà anzitutto stabilire se e quali fra gli assessori attuali sono da annoverare fra i fiori e quali da mandare a casa. Poi si tratta di vedere se i fiori, al di là della loro bellezza esteriore e dei loro profumi, saranno porduttivi di frutti e se questi frutti sono quelli che servono ai sardi. E dopo? Per quelli da segare è preferibile l’ape o l’ariete? Se è ape, certamente dovrà sfoderare il pungiglione, se invece è meglio l’ariete no problem: Soru, semplicemente, dovrà tornare ad essere quello che in realtà è sempre stato. In tutti i casi, con pungiglione o testate, forza Renato!

1 commento

  • 1 Francesco Cocco
    30 Settembre 2014 - 12:26

    L’amica Franca , apprendo dalla lettura di un commento ad un articolo del 17 sett, .è una raffinata lettrice ed ha proprio ragione: le sottigliezze di Amsicora vanno scoperte lentamente, e vanno assaporate nel tempo. Forse meglio chiamarlo nuovo Voltaire, penso sarebbe uno pseudonimo più adatto rispetto a quello di Amscora.

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