Caro Andrea, che tragica la subalternità della sinistra a Soru!

29 Dicembre 2008
5 Commenti


Elio Pillai

Caro Andrea,

tu critichi un artitolo de ”Il manifesto” sulla crisi sarda, richiamando la storia de “Il manifesto” di Luigi Pintor. Ricordi il ruolo critico di Luigi Pintor come giornalista. Lui era il fustigatore della destra o della democrazia cristiana degli anni settanta e ottanta. Pintor è STATO UN OTTIMO CRITICO E UN BRAVISSIMO POLITICO. Diceva spesso che non voleva morire democristiano. Questo bastava per capire a chi e a cosa si riferisse. Le sue analisi critiche erano riferite alla linea politiche e alle scelte strategiche del PCI e in particolare alla linea dell’unità nazionale e del compromesso storico. Guardate come siamo ridotti, se non aveva ragione!
La sua critica era senza appello soprattutto ai partiti della Sinistra.
Ma i tempi sono cambiati e le persone anche. Pannella in un momento di lucidità qualche anno fa disse: “volevamo cambiare la societa’ , e la societa’ ha cambiato noi”. Soru è la cartina di tornasole di come è mutata la sinistra anche in Sardegna. D’altronde in Sardegna i cambiamenti arrivano dopo qualche anno rispetto ai processi nazionali.
Ho letto l’articolo di Costantino Cossu sul Manifesto. Ho letto di peggio su Liberazione….Prima pagina dedicata a Soru e all’interno un inserto: “Dopo Lussuria un nuovo Barak Obama sulla scena della politica italiana”. Cosi titolava Liberazione, con una gigantografia di Soru in bella mostra. Costantino non ha commesso lo stesso errore di Liberazione, non ha richiamato Lussuria nel suo articolo. Costantino poi non è “Il Manifesto”, anche se alcuni giornalisti del quotidiano non nascondono simpatie per Soru. Liberazione ha costruito per Soru, come rete 4 di Fede per Berlusconi, con le debite proporzioni naturalmente, un’operazione mediatica senza precedenti. Non c’è che dire per un giornale “comunista”, che stà morendo perchè non sa raccontare le condizioni di vita e di povertà di una bella fetta del popolo italiano.
Nell’inserto una giornalista di Liberazione scrivendo di Soru cita il libro di Sergio Atzeni “Passavamo sulla terra leggeri”: “Ecco perche tifiamo Soru”, dice. Mi chiedo cosa c’entra Segio Atzeni con Soru? Ma quando non si ha nulla da dire e si vuol apparire colti succede anche questo. Un altro giornalista, corrispondente di Liberazione dalla Sardegna insieme ad altri sostenitori, scrittori e amici di Soru, nei loro articoli raccontano favole per ragazzini. Ma in mezzo a tutti questi scienziati della verità, c’è una giornalista, sempre nell’inserto, che racconta la sua “bugia” su Soru. Racconta come sono andate le cose in Consiglio regionale, le vere ragioni delle dimissioni di Soru e le sue avventure imprenditoriali, (vi invito a leggere tutto l’inserto). In quell’inserto si nota bene la deriva di una certa sinistra. La giornalista che vale la pena citare, si chiama Michela Murgia, titola così il suo articolo: “Tutte le ombre del presidente. Attenti a non trasformarlo in un santo.” Ebbene tutte le pagine di quest’inserto sono state pubblicate nel sito della Regione sarda, ma ovviamente in esso non c’è traccia dell’articolo di Michela Murgia.
Tra le ombre del presidente Soru, che la Murgia descrive, ne inserisco un altra io; le sue amicizie e i suoi collegamenti stretti con alcuni principali imprenditori isolani, Grauso e Mazzella, attivita’ imprenditoriali che caso strano coincidono anche con le sue.
Ricordate, cari compagni, la discesa in campo di Grauso? Ebbene Soru nasce sotto l’ala protettiva di Grauso ed entra in politica dopo il fallimento e il ritiro della politica di Grauso.(Anche su Grauso c’erano stati altri sbandamenti di una certa sinistra). Soru ha un vantaggio in più rispetto a Grauso, è sconosciuto ai più. E’ l’uomo nuovo. L’imprenditore! Soru interpreta meglio di Grauso il qualinquismo. Infatti gli riesce meglio l’attacco frontale alla politica e ai partiti, e su questo punto preciso cerca di costruire il suo consenso fondando lui stesso un partito. Ma i sardi non ci cascono lo stesso; infatti il suo partito ottiene circa il sette per cento dei consensi nonostante le sue scorrerie nel partito dei DS. Si potrebbe dire che Soru ha fallito ottenendo un risultato cosi’ modesto. Ma Soru a differenza di Grauso viene eletto governatore, questo gli consente di stare in campo. La stessa Legge Statutaria è parte fondante del suo pensiero e del suo progetto politico. Perchè sottovalutare quest’aspetto come se fosse un incidente di percorso?
Ma l’uomo/imprenditore/governatore è anche fortunato. Su un piatto d’argento la sorte gli viene incontro di nuovo e gli offre un’altra occasione ghiotta…la fusione della Margherita con i Ds. Soru scioglie il suo partito e confluisce nel PD. Il ruolo di governatore gli consente di iniziare la sua corsa a presidente deL PD sardo. Il resto è noto a tutti….acquisto dell’Unità e tante altre avventure e operazioni economiche molte delle quali le conosceremo più avanti.
Non è difficile parlare male di Soru, o forse anche parlarne bene, il fatto è che noi, la sinistra, siamo ridotti male. Direi che la sinistra è ridotta male se affida le sue speranze alle politiche fumogene di Soru. “Soru conduce una battaglia alla vecchia nomenclatura dei partiti”. Questa è la frase più ricorrente. Attenzione! Analizziamo bene la situazione, è qui che manchiamo e non siamo più capaci di leggere criticamente la politica, siamo accecati dall’odio verso i vecchi capibastone. Non riusciamo a vedere che lui stesso è un capo bastone. Si allea di volta in volta, per mantenere il potere, con la nomenclatura della vecchia DC, del vecchio Psi, o dei DS. Potrei fare un elenco infinito sulle composizioni e sulle scomposizioni delle sue alleanze in questi cinque anni. La sinistra non è più capace di ragionare lucidamente, per questo ha bisogno, comunque, di un capo in cui riconoscersi. La sinistra non ha piu’ una sede naturale per parlare di politica per costruire processi, aggregazioni, fare analisi, dove confrontarsi sulle idee, un luogo dove leggere la storia con la cultura di sinistra. Noi siamo preoccupati delle elezioni come tutti gli altri, inseriremo un po’ di Gramsci e di Lussu qua e là nel programma elettorale e siamo a posto. Soru esiste e nuota in questa situazione perchè non c’è politica, mentre avanza il degrado e la questione morale. Non esiste una politica alternativa alla destra, è difficile distinguere quali sono i confini delle due coalizioni principali. Nelle sue dichiarazioni in Consiglio regionale, confermando le sue dimissioni da governatore diceva che non c’è nessuna differenza se il bilancio regionale viene approvata a dicembre di quest’anno o a maggio dell’anno prossimo. Non ho letto neanche un “cessssssu”, un sussulto, uno starnuto, nulla. L’ha detto Soru.
Soru è il tipico candidato che potrebbe essere anche a capo di una coalizione di destra. Mi ricorda molto nel modo di pensare e nell’agire la cultura della nostra borghesia agraria, persino nei rapporti con i lavoratori.

5 commenti

  • 1 Cristina Ronzitti
    29 Dicembre 2008 - 13:22

    L’autore dell’articolo dice: -”Soru è il tipico candidato che potrebbe essere anche a capo di una coalizione di destra. Mi ricorda molto nel modo di pensare e nell’agire la cultura della nostra borghesia agraria, persino nei rapporti con i lavoratori.” - 1) Chi è Soru? Lo sappiamo tutti, SORU E’ UN IMPRENDITORE e non un sindacalista CGIL. 2) Per quale motivo Soru è stato candidato, in un momento in cui era evidente che personaggi ALLA BERLUSCONI, cioè imprenditori …diciamo vincenti, andavano politicamente forte nel senso che prendevano molti voti? La mia risposta è: è stato candidato per prendere voti. 3) Aveva la sinistra qualche candidato alternativo che poteva essere eletto: LA RISPOSTA E’ NO. L’autore dell’articolo dice che non esiste una politica alternativa alla destra. Il problema mi sembra sia dovuto al fatto che la sinistra (ma non solo quella!!!) non è più in grado di affrontare i problemi perchè utilizza i vecchi schemi che, fra l’altro, secondo me non tengono conto dei processi connessi con la globalizzazione e trascurano potenziali strumenti della democrazia quali il parlamento europeo e in un futuro prossimo il WTO (World Trade Organization), e le organizzazioni europee e mondiali dei sindacati . Occorre superare i vecchi schemi, riprendere a occuparsi seriamente di POLITICA, stabilire alleanze transfrontaliere fra sindacati e partiti europei e mondiali delle sinistre e dotarsi insieme di nuovi strumenti interpretativi per combattere la battaglia in difesa dei lavoratori nelle sedi di livello più opportuno.Tenendo bene a mente che ormai i sindacati a livello nazionale sono ormai ricattabili dagli imprenditori che dicono ” se ti opponi esternalizzo“. Per iniziare il lavoro bastano un modem e un pc. Buon lavoro a tutti!

  • 2 tore melis
    29 Dicembre 2008 - 20:23

    Per chi ha creduto nella possibilità di costruire un mondo più giusto, affidandone il compito al centrosinistra, è assai triste dover condividere quanto scritto da Pillai. Eppure, non si può che condividere!
    Il fatto che la sinistra candidi Soru perché non sarebbe stata e non sia in grado di esprimere una figura capace di prendere voti, non fa che confermare le analisi sul suo disfacimento e di quello della Politica vera in generale. Si conferma, appunto, l’incapacità di esprimersi e di proporsi, alla società sarda, con un progetto politico alternativo e autentico. Si preferisce agire con il sistema del marketing commerciale, con l’unico obiettivo di auto-conservare il potere in quanto tale, accettando e avvallando un sistema sempre più antidemocratico e plutocratico. Si dice che dovremmo agire su un piano politico transnazionale, certo si dovrebbe, Si potrebbero passare mesi, se non anni, a discutere di massimi sistemi, però noi siamo qua! E’ qua che viviamo, agiamo, lavoriamo ecc.. All’ordine del giorno ci sono le elezioni regionali sarde e ciò che dovremmo chiederci è se i democratici si sentano pienamente rappresentati dal panorama politico isolano; se effettivamente dal modo di agire di chi ci ha governato e si candida a governarci, possa venire maggiore equità, maggiore benessere diffuso, maggiori opportunità, maggiore giustizia sociale. E basta con il solito discorso sul “meno peggio”. Iniziamo a parlare, invece, di rappresentanza. Sarà o no rappresentata una certa idea di Sardegna, una certa idea di Società o di Democrazia?

  • 3 Cristina Ronzitti
    3 Gennaio 2009 - 01:10

    Mmmmm….non so…ma prima di parlare di rappresentanza secondo me dovremmo prima parlare di quale Sardegna vogliamo….Quale tipo di governo regionale, quale tipo di sviluppo….Insomma, discutere un pò di indentità….Credo che riprendere questi temi potrebbe essere utile….Vediamo chi emerge dal dibattito….

  • 4 Cristina Ronzitti
    3 Gennaio 2009 - 01:43

    P.S.
    Soru avrà molti difetti ma….per esempio è sotto la sua presidenza che per la prima volta (da 38 anni a questa parte) che si è data molta risonanza all’esistenza di borse di studio regionali (vedi progetto Master and Back) che fino ad allora erano conosciute solo dai soliti ben informati…..

  • 5 admin
    3 Gennaio 2009 - 05:02

    Le borse di studio per neolaureati sono sempre esistite, ben pubblicizzate e anche di notevole importo. Ne hanno fruito moltissimi giovani sardi che hanno studiato in istituti specializzati fuori dall’Isola e dall’Italia. Un tempo il funzionario responsabile era il Dr. Franco Ventroni dell’Ass. Programmazione, sempre molto disponibile verso i giovani, a cui ho indirizzato tanti miei neolaureati. Molti sostenitori di Soru gli attribuiscono innovazioni, che invece sono state d’altri, come, ad esempio, la tutela del territorio, che risale alla giunte Melis (1989) e Cabras (1993), Ci possono essere stati adeguamenti delle discipline, talora in meglio, altre in peggio (es. referendum). A.P.

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