Pigliaru-Soru: “tutto ciò che dice Renzi è ragionevole”

19 Aprile 2016
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Amsicora
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Non sono pessimista per natura. Ma, quando sento Pigliaru e Soru, dubito della razionalità dell’uomo. Ad esempio, sul referendum, il massimo esponente del PD nelle istituzioni sarde e il massimo dirigente del PD nell’Isola fanno la gara dell’ovvio e del banale.
Entrambi la buttano sul terreno pedagogico. Secondo Pigliaru “un referendum dovrebbe concentrarsi sul merito delle questioni”. Qui invece dei malandrini, “una parte dei sostenitori del Sì ha cercato di fare altro, di convincerci che si trattava di scegliere tra chi è a favore delle trivelle e chi è contro”. Ma Pigliaru non ci è cascato. No, proprio no! Credere che chi ha detto NO è pro trivelle? Quandomai! “Sbagliato, spiega il prof., perché anche tra chi ha votato no e chi si è astenuto moltissimi non vogliono sentire parlare di nuove trivelle”. E via delucidando quel che tutti sanno come se si trattasse dello svelamento di chissà quale segreto. E sentenzia: “Il risultato di oggi dimostra che per la maggioranza degli elettori questo è il momento del buon senso e della concretezza, del dare risposte ragionevoli a domande semplici, del tenersi lontano da ideologismi astratti”.
Ma di grazia, Francesco, non ti pare di trarre conclusioni avventate! Se togli dal risultato l’astensionismo fisiologico, ormai intorno al 50%, la conclusione da trarre è che “concreti e razionali” non sono la maggioranza degli elettori italiani, ma una minoranza di cui tu fai parte, di certo inferiore a quelli che hanno votato per il sì. Vogliamo fare un po’ di conti? Togli il 50% degli astensionisti fisiologici. Del restante 50% non puoi negare che la maggioranza è per il sì.
Lo so che tu, uomo della concretezza, ritieni astratto questo ragionamento. Ma ti ricordo che la tua elezione a presidente è avvenuta nel contesto di un’astensione del 50% e che tu governi con maggioranza bulgara, avendo meno del 20% dei voti degli elettori sardi, grazie ad una legge elettorale truffaldina che ti tieni ben stretta anziché rifarla da capo. France’, se fossi concreto e ragionevole, staresti zitto per rispetto dei sardi e ancor prima di te stesso. Trasponendo il tuo pensiero sulla maggioranza referendaria alle ultime elezioni regionali, tu dovresti tornare a casa posto che la stragrande maggioranza dei sardi, circa l’80%, non ti ha votato!
E Soru, il padre del rigore e dell’ambientalismo sardesco, non poteva trovare migliore occasione per serbare il silenzio? No anche lui dice la sua e lo fa con maggiori dettagli. “Questo referendum era sbagliato, nel metodo e nel merito”. A anche lui va giù con la pedagogia. Ci spiega: “Il quesito non riguardava le trivelle, perché tutti sanno che le nuove perforazioni sono vietate piuttosto, l’occasione del voto si è caricata in questi mesi di significati diversi, che nulla hanno a che fare con la discussione sulle scelte energetiche del Paese”. E (meno male che c’è!) ci svela il significato recondito della consultazione: “si è trattato di una sorta di sondaggio sul governo nazionale”. Malandrini i promotori (fra cui sette consigli regionali a maggioranza PD!) volevano un sondaggio e parlano di trivelle! Noi, poverini, ci siamo cascati, ma lui, furbone, no: “io, da ambientalista convinto, ho scelto di non partecipare”. Mica abbocca lui. Lui sì che è razionale!
Accetto scommesse. Volete vedere che i due big nostrani  al referendum costituzionale di ottobre cambieranno lo spartito?! Lì non c’è quorum, vince chi fra il si e il no ha un voto in più. In autunno, la concretezza li porterà a votare e, guarda caso, ancora con Renzi. A sentir loro due, si potrebbe coniare un nuovo concetto filosofico: “tutto ciò che è renziano è razionale” oppure “genuflecto ergo sum”.

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