La Giornata della memoria: l’Olocausto degli zingari, il popolo del vento

24 Gennaio 2017
2 Commenti


Gianna Lai 

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In collaborazione col Circolo del Cinema Nuovo Pubblico e col Comune di Monserrato,  l’ANPI organizza un incontro con Santino Spinelli e il suo Alexian Group,  Musiche, storia e tradizioni dei popoli Rom, Mercoledì 25 gennaio alle ore 19 a Monserrato, Teatro MOMOTI (IS Mascareddas), via 31 marzo 20.
Ecco sull’argomento uno scritto di Gianna  Lai dell’ANPI di Cagliari.
 

Porrajmos, in lingua ròmanes il grande divoramento, indica la persecuzione e lo sterminio nazista, su base razziale, dei rom e dei sinti, durante la seconda guerra mondiale. 200 mila zingari, sinti e rom, sterminati nei lager nazisti, tra il 1940 e il ‘45, ma altre stime dicono di 500mila uccisi. Una tragedia presto dimenticata, e rimasto largamente impunito il genocidio, a differenza di quello degli ebrei, in quanto le autorità tedesche hanno sempre sostenuto che gli zingari fossero internati come criminali e asociali, onde rifiutare ogni risarcimento. Uno sterminio occultato e dimenticato, che solo l’impegno degli stessi sinti e rom e dei democratici, sta riportando alla luce in questi decenni. Artisti e studiosi come Santino Spinelli, Alexian, poeta, musicista, docente universitario (Rom genti libere, Baldini e Castoldi) e Presidente dell’Associazione Mondo Romanò, che, su invito dell’ANPI, sarà mercoledi a Monserrato. O la sociologa Carla Osella, dell’Associazione Italiana Zingari Oggi, . ‘Rom e sinti, il genocidio dimenticato’, 2013, il titolo del libro che ne ricostruisce le vicende attraverso le testimonianze dei sopravvissuti. Il popolo zingaro non ne parla, dice, non ha memoria, gli zingari hanno paura di non essere creduti; dovrebbero invece diventare più coraggiosi e dare voce a questo dramma.
Culmine di una storia secolare di pregiudizi e persecuzioni, è durante la Seconda guerra mondiale che si attua lo sterminio delle minoranze indesiderate, già pianificato da tempo nella Germania del Terzo Reich. A partire dalla proibizione del nomadismo nel ‘39, ‘zingari e zingari di sangue misto’ non poterono più lasciare la loro dimora. E poi il censimento affidato alle polizie locali, che doveva classificarli, secondo le categorie della politica razziale e della ‘lotta preventiva al crimine’. 30 mila zingari, o presunti tali, furono deportati subito dopo, allo stesso modo degli ebrei, nei territori della Polonia appena invasa da Hitler, dove meglio poteva mimetizzarsi il genocidio, come primo avvio dello sterminio.
Nel 1940 Himmler, capo delle SS e della polizia tedesca, ne ordinò l’arresto e l’internamento nei campi di raccolta, ancora verso la Polonia occupata. Solo durante le operazioni, morirono 2800 zingari, un decimo della popolazione nomade della Germania, secondo lo studioso Wolfang Benz, ancora una sorta di prova generale del genocidio. Indicati come persone di ‘razza zingara’ e distributi nei vari lager, furono destinati, anche bambini e vecchi, ai lavori forzati più pesanti, fino a 14 ore al giorno. La loro destinazione sarà Auschwitz, dal 1942, ma poi anche Treblinka, Chelmno, ecc. Secondo lo stesso trattamento riservato agli ebrei, essi venivano arrestati in gran segreto e costretti a consegnare, come in una vera rapina, denaro e oggetti di valore, quindi affidati agli esperti di ‘politica razziale’. L’intero campo-zingari di Auschwitz fu liquidato ai primi di agosto del ‘44, ma esecuzioni di massa ci furono in tutta la Polonia, nel Baltico, in Croazia, in Serbia, in Ucraina, in Crimea: autori, oltre alle SS e la Gestapo, le milizie lettoni e ucraine, i fascisti ustascia croati, le guardie slovacche, i collaboratori serbi, tutti aderenti alla politica razziale tedesca. Difficile stabilire il numero delle vittime, nessuno per tanto tempo le ha cercate, più di 200mila sinti e rom vittime del genocidio, ma le stime, secondo Wolfang Benz, L’Olocausto, Bollati Boringhieri, 1998, si aggirano sul mezzo milione.

2 commenti

  • 1 Marco Sini
    24 Gennaio 2017 - 16:03

    Alla nota di Gianna vorrei aggiungere che nel Porrajmos (la Shoah degli “zingari”) occorre inserire, oltre ai Rom, ai Sinti ed alle altre etnie Romanì, anche i Jenisch (chiamati “zingari tedeschi”), che furono aspramente perseguitati nella Germania nazista.
    I jenish di Berlino vennero rinchiusi, insieme ai Rom e ai Siti, in campi fuori città dal 1935 in occasione delle Olimpiadi di Berlino per dare un’impressione di ordine e pulizia ai numerosi visitatori stranieri che sarebbero arrivati nella capitale tedesca. La stessa cosa avvenne nelle altre grosse città tedesche, anche se la maggior parte si trovavano nella capitale. Fu così facilissimo deportarli in massa perché si trovavano già “raccolti” in un altro unica zona.
    A metà degli anni trenta infatti, come ha sottolineato Gianna, i nazisti tedeschi iniziarono la “lotta contro la piaga zingara”. Non solo contro Rom e Sinti, ma anche contro i cosiddetti “vagabondi erranti zingari”, ovvero gli Jenisch.
    Uomini, donne e bambini furono discriminati, prima schedati nel cosiddetto zigeuner book, il libro degli zingari, furono poi sterilizzati perché ritenuti inferiori.
    La polizia criminale inoltre, durante il periodo nazista, emise carte di identità con le loro impronte digitali. Le carte erano marroni per gli zingari originali, grigie per i nomadi non zingari e con strisce diagonali azzurre su fondo marrone per i Mischlinge (”sangue misto”).
    Un imprecisato numero di jenisch furono arrestati e portati insieme con gli altri zingari nei campi di concentramento e sterminio, soprattutto ad Auschwitz-Birkenau.
    Anche la loro eliminazione fu facile: ad Auschwitz avevano un’area riservata, lo zigaunerlager, e il 4\5 agosto del 1944 furono incolonnati senza alcun problema, per andare al gas, in quanto era in arrivo la massa degli ebrei ungheresi e bisognava fare spazio…
    Gli Jenisch subirono, proprio perché tedeschi, un trattamento particolare.
    Il Dizionario dell’Olocausto aiuta a far luce su questo particolare tipo di trattamento: “La diversità di trattamento riservata agli zingari puri e ai Mischlinge (sangue misto) zingari era in antitesi con la politica seguita nei confronti degli ebrei: gli ebrei puri dovevano essere uccisi, mentre coloro che avevano metà o un quarto di sangue ebreo venivano in genere risparmiati. Al contrario, i Mischlinge zingari furono condannati allo sterminio perché Himmler e i criminologi tedeschi erano convinti che “solo la feccia del popolo tedesco - come gli Jenisch, commercianti ambulanti che vivevano di espedienti e parlavano un dialetto particolare misto a termini di origine ebraica e romaní - potesse sposarsi con gli zingari”.

  • 2 Lucia Pagella
    25 Gennaio 2017 - 16:55

    Grazie per aver ricordato anche le altre vittime della follia nazista che sono anch’esse vittime del genocidio. Il giorno della memoria deve riguardare tutti e quindi anche gli omosessuali e gli handicappati.
    Ritengo inoltre che il giorno della memoria deve essere tale anche per quella frangia di israeliani guidati da Netaniau la cui deriva di estrema destra sta portando alla distruzione di ogni speranza circa la creazione di uno stato palestinese da tutti riconosciuto e circa la speranza di una convivenza pacifica fra i due popoli che vivono in quella terra.

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