Dal 4 dicembre all’alternativa di governo

24 Marzo 2017
4 Commenti


Andrea Pubusa

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Scusate l’insistenza, voglio tornare sulla situazione nuova che il NO al referendum ha creato. Sento che siamo ad un momento di svolta e non possiamo sbagliare una mossa. Lo tsunami del 4 dicembre ha mandato a gambe levate Renzi e l’ipotesi, da lui rappresentata, di traformare il nostro ordinamento democratico in sistema oligarchico. Un sistema senza rappresentanza, senza voto vero, dominato dall’alto. Questa era la posta in gioco ed abbiamo vinto. Di questo bisogna avere piena consapevolezza. Dobbiano trarne tutte le conseguenze politiche con estrema lucidità, velocità e decisione. Il 4 dicembre ha aperto la strada ad una possibile coalizione di governo del NO, della parte democratica, che si è battuta con passione e convinzione per mantenere e rilanciare il carattere assembleare e popolare della nostra democrazia. Questo grande sommovimento rimane largamente non partitico, ma c’è un fronte che in qualche modo lo rappresenta e va dal M5S a Sinistra Italiana, Possibile, Rifondazione e ora al Mdp di Bersani. Si tratta di mettere in sintonia queste forze in funzione opposta e alternativa al fronte in via di formazione PD/FI. Il voto Minzolini ne è il sigillo. Il Partito della Nazione fondato sull”affare e il malaffare, su politiche antilavoro.
Il dato sempre più visibile è che questo progetto, battuto dal voto referendario, ora inizia ad avere un’alternativa politica. Certo, questo avviene in modo sorprendente e imprevisto. Ma bisogna abituarsi presto alla novità. Non è, come abbiamo auspicato noi veterani, un’alternativa incentrata sulla sinistra classica. Questo lo impedisce la frammentazione, l’esplosione in mille rivoli della vecchia organizzazione comunista, una pluralità di sigle senza autonoma capacità di determinare una svolta. La centralità spetta ai pentastellati, cui va il merito di aver saputo fare una opposizione intransigente e senza compromissioni con la vecchia politica in putrefazione e aver tenuto dritta la barra sulla questione morale e sulla difesa della Costituzione. Certo, per noi della vecchia sinistra del Novecento abituarsi ad un partito fondato sul web è impossbile. Ma, se il M5S in pochi anni, senza sindacati alle spalle, senza grandi organizzazioni di massa, è riuscito a raccogliere quanto il PCI non era riuscito ad ottenere in decenni, pur con lo sforzo di migliaia di militanti, vuol dire che tutto è cambiato,
Ciò che interessa è però un’altra cosa: i numeri per il governo del NO ci sono. Il M5S è ormai la prima forza nel Paese e il PD con FI si muovono così autolesionisticamente da far lievitare le percentuali dei pentastellati ad ogni loro goffa azione.
La mossa di Bersani dell’altro ieri ha poi spostato in un attimo la prospettiva. Questa apertura del Mdp ai grillini, dice che si può, che l’alternativa alla grossa coalizione PD/FI ha la forza dei numeri per realizzarsi.
Occorre, però, a sinistra far cadere la pregiudiziale antigrillina, quella sorta di conventio ad excludendum nei confronti del M5S. Certo, anche i pentastellati devono dare una mano, evitando atteggiamenti discutibili e poco comprensibili, anche se le espulsioni spesso sono il segno di attenzione ad evitare l’assalto alla diligenza di tanti opportunizti, secondo il più criticabile costume italico del salire sul carro vincente. Bisogna che  i pentastellati individuino persone di alto profilo da mettere accanto ai Di Maio e ai Di Battista. Il governo del Paese è una cosa troppo seria e complessa per essere lasciata all’improvvisazione o a gruppi dirigenti formati con la tastiera. Sotto questo profilo, ad esempio, a Roma il M5S avrebbe dovuto mettere intorno alla Raggi una squadra forte fin da subito anziché lasciarla in balia di funzionari a dir poco disinvolti. Per il governo nazionale questo vale ancora di più. Analoga responsabilità hanno le forze alla sinistra del PD. Dovrebbero intanto avviare un processo di riunificazione. Mpd, Sinistra Italiana, Possibile non hanno alcun senso divisi, possono acquisire rilievo e credibilità uniti. Poi anche qui bisogna mettere avanti una squadra di governo forte autorevole, riconosciuta dal campo democratico.
Insomma, si riapre la speranza, in un modo impensabile fino a qualche mese fa. Ma ne siamo stati forse inconsapevoli artefici, nel momento in cui abbiamo intrapreso, senza mezzi e senza organizzazione, un’impresa che sembrava impossibile: battere Renzi e quanti gli stavano dietro nella madre di tutte le battaglie, la difesa della Cosituzione al referendum. Tutto è nato da lì. Ora bisogna andare avanti e completare l’opera.

4 commenti

  • 1 Oggi venerdì 24 marzo 2017 | Aladin Pensiero
    24 Marzo 2017 - 08:53

    […] Dal 4 dicembre all’alternativa di governo Andrea Pubusa su Democraziaoggi. ven 24 mar 2017 aladinews aladin […]

  • 2 Mario Sciolla
    30 Marzo 2017 - 21:19

    Caro Andrea,
    se si vuole, si può seguire (magari, anche inseguire) ogni auspicata chimera. La realtà è un’altra: il M5S non unirà la sua forza con altri. Continuerà ad apparire (iucrandoci) “forza integra e avulsa da compromessi”. Incapaci di governarè, continueranno/continuerete a farsi/farvi emblema della denuncia E BASTA. C’è stato un momento che poteva qualificare il M5S: dialogare ALLORA con Bersani. Avete preferito (mediante figure squallide: Lombardi e Crimi) lasciare man salva a Napolitano e a Renzi. NON VE LO PERDONO.

    Risposta

    Non capisco perché mi annetti al M5S; come ben sai, io non aderisco ad alcun partito o movimento da anni né intendo arruolarmi ora. Lavoro, con altri compagni di buona volontà, nel Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria, erede a Cagliari del Comitato per il NO.
    Riguardo alla tua posizione sul M5S nel periodo cruciale della rielezione di Napolitanno, anch’io penso molto alla possibilità dell’alternativa con l’alleanza con Bersani. Ma il buon Luigi non prospettava un’alleanza vera e propria e poi abbiamo scoperto coi 101 quanto compromesso fosse il PD con Berlusconi. In realtà, Prodi e Bersani, più che dai pentasstellati, sono stati crocifissi dai loro comppagni di partito. Gli avvenimenti successivi e recenti ne sono la riprova. Comunque dobbiamo guardare avanti ed io m’illudo che il futuro possa essere migliore del presente e del recente passato. Vedremo.

  • 3 Mario Sciolla
    31 Marzo 2017 - 05:32

    Non ti annetto al M5S. Tu SEI sostenitore del M5S. Basta ripercorrere il tuo blog.
    Non addebitarmi posizioni non mie: non ho avuto e non ho fiducia nel PD. Mi interessava e mi interessa seguire chi poteva o può delineare un percorso che renda meno sconcia la situazione di quel partito e, di conseguenza, del quadro politico complessivo. In tal senso, Bersani era affidabile. Voi del M5S avete fortemente contribuito a farlo fuori; e qui il M5S fu connivente con Napolitano, che sbarrava il passo al tentativo di Bersani.
    Perché vuoi che ti ripeta il mio sdegno per la vicenda dei 101 e le sue conseguenze? Perché, invece, non dici cosa pensi dell’ignoranza politica dei pentastellati in merito, persino, alle norme di base anche sull’elezione di un Presidente della Repubblica? Figuriamoci, poi, la loro capacità di cogliere i possibili esiti di scelte così importanti! La Lombardi (allora capogruppo M5S) a un giornalista che chiedeva chi, almeno cinquantenne, poteva essere votato dai loro parlamentari, replicò: “E dove sta scritto che si devono avere almeno 50 anni?”. La fanciulla ignorava persino quanto stabilito dall’articolo 84 della Costituzione.

    Risposta

    Caro Mario,

    cerco disperatamente un’alternativa all’impasto PD/FI, che ha portato il Paese al disastro. Si stanno ormai mangiando tutto: diritti, salari, pensioni, ricchezza sociale e pubblica. Il M5S è ormai la forza principale di una possibile alternativa. Come si può omettere questo, che è un semplice dato di fatto? Non si può neppure dimenticare che il M5S è stata la maggior forza a difesa della Costituzione, mentre il PD tentava di scassarla. Cerco di guardare le cose senza pregiudizi e con qualche speranza. Quanto all’incapacità di governo dei pentastellati, la gente la preferisce alla capacità dei politici degli altri partiti di divorarsi lo Stato e le sue risorse in un mare di corruzione.

  • 4 Mario Sciolla
    31 Marzo 2017 - 09:46

    Ottimi “difensori” della Costituzione gli ignoranti che non la conoscono neppure a livello di presidente del gruppo parlamentare (v. citato esempio dell’art. 84)

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