ANPI: al Liceo artistico in lotta a parlare del bello nella Costituzione

3 Marzo 2018
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Gianna Lai

Concorso ANPI- MIUR ‘Dalla Resistenza alla Costituzione’, destinato alle Scuole di ogni ordine e grado.

Per gli studenti di Cagliari la lettura della Carta si concentra in particolare sull’art. 9 dei Principi fondamentali.
Se al movimento di Resistenza partigiano dobbiamo la liberazione dell’umanità dalla schiavitù nazifascista, l’antifascismo vivente è l’impegno di ciascuno per restituire dignità della persona e diritti a tutti gli oppressi.
A 70 anni dall’entrata in vigore della Costituzione, quei valori restano al centro della democrazia in Italia, e più si rafforzano e si espandono nel rispetto e nell’applicazione della nostra Carta repubblicana, che deve essere in particolare conosciuta e letta, in modo approfondito, sopratutto nelle scuole.
Il Concorso indetto da ANPI e MIUR, per l’anno scolastico 2017-2018, si prefigge questo scopo in tutti gli ordini e gradi dell’istruzione, e suggerisce per le scuole di Cagliari una interpretazione dell’Art.9, ‘La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione’.
E siccome ‘L’arte salverà il mondo. Cagliari salvi il suo Liceo artistico e musicale. #savethefois’, si legge nello striscione che accoglie il visitatore all’ingresso del Liceo Foiso Fois, in via S. Lucifero, agli studenti di questo Liceo ha parlato di Costituzione e dell’art.9, nei giorni scorsi, Tonino Dessì. Non senza dimenticare una nota su quella scarpa di studente che accompagna lo striscione, a testimoniare la fatica di questi anni per difendere la scuola e i suoi spazi. Il dottor Antonio Dessì, costituzionalista, è Dirigente Capo Servizio nel Consiglio Regionale della Sardegna, già Assessore all’Ambiente della Regione Sardegna negli anni scorsi. Ecco una sintesi del suo intervento, in via S. Lucifero e nella Sede staccata del Liceo, in via Bixio, a Pirri, che inizia con un riferimento ai 70 anni dello Statuto Sardo.
Il 26 febbraio 2018, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha partecipato a Cagliari ai festeggiamenti organizzati dal Consiglio Regionale, in occasione del 70^ Anniversario della nascita della Regione Sardegna, dei 70 anni dalla approvazione dello Statuto Sardo. Le Regioni hanno ciascuna una storia propria in Italia, e La Repubblica riconosce in Costituzione, come regioni a Statuto speciale, la Sardegna, la Sicilia, la Valle d’Aosta, il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia. Mentre, nel TitoloV della Carta, all’Art. 117, l’ordinamento si riferisce invece alle altre Regioni d’Italia.
Ed ha certamente a che fare con le Regioni l’art. 9 della Costituzione, ‘La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.Tutela il patrimonio storico e artistico della Nazione’.
In Assemblea Costituente, Concetto Marchesi ed Aldo Moro lavorarono su questi temi, mentre ferveva la ricostruzione del Paese, devastato dalla guerra e dalle bombe: l’Art. 9 si inquadra proprio dentro questa devastazione, così possiamo dire che nessun’altra Carta ne contiene uno simile, così preciso e ben definito. Certo anche in Italia, prima della Costituzione, si parlava di tutela dei monumenti, mancava invece questa visione complessiva sull’intero patrimonio artistico e paesaggistico della Nazione.
Oggi questo articolo della Costituzione ci ricorda che anche l’Unesco ha, da poco, dichiarato l’Italia sede di più della metà del patrimonio artistico mondiale. Siamo la patria del bello, per la complessità dell’Italia stessa, basti pensare alla unicità della sua posizione nel Mediterraneo, una miniera di particolarità artistico-linguistiche, una stratificazione che attiene alla romanità imperiale, e ai periodi precedenti. Il crogiuolo dei popoli più antichi, fino alla cultura nuragica di tremila anni avanti Cristo, e poi la cultura fenicia e punica e poi, dopo Roma, i Goti e i Longobardi.
Le razzie e le spoliazioni cui furono sottoposti i luoghi d’arte da parte dei nazisti, lo choc sugli italiani di una guerra, che aveva fortemente danneggiato buona parte del loro patrimonio culturale (se pensiamo all’Abbazia di Montecassino rasa al suolo e poi ricostruita, avendo i monaci conservato mappe e planimetrie): da qui viene l’esemplarità che i Costituenti hanno voluto attribuire all’Art.9. Da qui il suo inserimento nei Principi Fondamentali, vera direttiva per il legislatore, cui attenersi rigorosamente nello scrivere le leggi, in vista dell’attuazione stessa della nostra Carta.
Ma su questo articolo si concentrano anche altri temi. Al primo comma dell’Art. 9, ‘La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica’ si aggancia l’Art.3 dell’uguaglianza, dove compito della Repubblica è rimuovere gli ostacoli. C’è un impegno della Repubblica a far diventare colti gli italiani, da popolo di analfabeti che erano allora, perché imparino ad essere liberi. E poi l’Art. 9 si collega agli Artt. 33-34, in cui la Repubblica garantisce istruzione e scuola aperta a tutti. E la Repubblica che ‘promuove‘, vuol dire capovolgere la situazione di allora, in direzione della libertà di scegliere, in direzione dell’uguaglianza, perché la cultura riduce le differenze tra ricchi e poveri ed è strumento primo di emancipazione sociale.
Ma chi deve fare le cose? In che termini va intesa la Repubblica? Se i comunisti tendevano ad essere più accentratori, allo Stato e al Governo l’impegno maggiore in materia di tutele e garanzie, altri pensavano che un regime fondato sulle autonomie regionali avrebbe dovuto assegnarne una parte anche alle Regioni. Fu Emilio Lussu a trovare la soluzione in Costituente, nella Carta si parli di Repubblica, per intendere tutta la Comunità, non solo le istituzioni, lo Stato e le Regioni. Diritti e doveri competono anche a tutti i cittadini, insomma alla Repubblica nella sua interezza, questa fu la felice intuizione di Emilio Lussu. E della cultura e della ricerca e della tutela del paesaggio, che sono beni naturali e artistici e patrimoniali, beni nazionali, orgoglio identitario di fronte al rischio dell’Italia divisa in tanti pezzi, l’intera Comunità si deve far carico, a fianco delle Istituzioni statali e regionali. Insomma la Repubblica. Vera identità del nostro Paese l’arte, la cultura, il paesaggio, basti pensare a come, nel Settecento e nell’Ottocento, gli intellettuali venissero da tutta l’Europa a fare il Gran tour dell’Italia, a conoscere il bello, che nel resto d’Europa non c’è.
Tutto questo contiene l’Art. 9, scritto così bene perché sia capito da tutti, e la parola paesaggio fonde la natura e le trasformazioni della natura operate dall’uomo. Espressione di una cultura progressista, i Costituenti non potevano tuttavia usare il termine ambiente perché non si trovavano di fronte a fenomeni come l’inquinamento o la distruzione del territorio. Si intendeva allora tutelare il paesaggio, dalle Dolomiti agli Appennini, mentre tutto il resto emergerà solo in seguito. Così oggi comprendiamo che c’è connessione anche tra la tutela del paesaggio dell’Art.9 e la tutela della salute dell’Art.32, da cui nasce il Sistema sanitario universale, perché è stata la Corte Costituzionale a dire che il paesaggio è correlato con la salute. Così è oggi la Regione a dover garantire condizioni di vita che non danneggino l’uomo, contro l’inquinamento, a tutelare la salute nei luoghi di lavoro e sul territorio. Vediamo quindi che son addirittura tanti i Ministeri che si riferiscono all’Art. 9, il Ministero della tutela dei beni artistici e architettonici, dell’Ambiente, della Istruzione, della Sanità. E sorta perfino una nuova materia giuridica: il diritto dell’ambiente. In un unico codice troviamo la tutela armonica dei beni culturali, inseriti nella tutela dell’ambiente e del paesaggio, all’Art. 9 e all’Art. 117: in capo, cioè, allo Stato e alle Regioni. E poi l’urbanistica, ancora in capo alle Regioni, secondo i principi dettati dallo Stato. Ma in Sardegna si dovrà aspettare il 1989 per il varo di una legge urbanistica regionale, e il 2004 per il Piano paesaggistico regionale, che vuole tutelare i beni fondamentali, a partire sopratutto dalle coste dove, fino a poco tempo prima, erano previste costruzioni per 80 milioni di metri cubi di cemento! E dire che la Sardegna ha universale riconoscimento del suo patrimonio naturalistico e ambientale, delle sue bellezze artistiche e culturali, a partire dal patrimonio nuragico, mentre la stessa Cagliari è riconosciuta come una delle città più belle d’Italia.
Per concludere, torniamo al tema del bello: arte, cultura, musei sono oggi motore di vita e miniere di sempre nuove occasioni di lavoro. Elemento storico di orgoglio nazionale, l’Art.9 tratta del bello, perché l’arte guarda alla conoscenza intima dell’uomo e alla sua capacità di elaborazione. In questo mondo, del tutto dematerializzato, richiama nuova sensibilità, promuove la nostra libertà. Conoscenza e arte sono condizioni di libertà e di uguaglianza, esistono in funzione del nostro benessere, contro la contabilità della finanza che vuole ridurre tutto a bene economico e farci dimenticare che la Costituzione ci tutela, e ci dà indirizzi su temi che affondano nella nostra storia, nel nostro processo di identificazione in quanto cittadini della Repubblica. .

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