Ue boccia manovra, quali previsioni?

24 Ottobre 2018
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Red

I commissari Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici © Commissione Ue

I commissari Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici

La Una bocciatura annunciata. La Commissione Ue ha respinto il Documento programmatico di bilancio italiano e ha deciso di chiederne uno nuovo, che dovrà essere inviato entro tre settimane a Bruxelles.
La ‘bocciatura’ “era largamente prevista e non ci stupisce”, commenta, senza scomporsi, il portavoce del ministero dell’Economia. Il ministero valuterà ora le richieste e contemporaneamente monitorerà le reazioni dei mercati. Il confronto con l’Ue, comunque, non rallenterà l’iter di presentazione della Legge di Bilancio attesa in Parlamento per la fine di questa settimana o l’inizio della prossima.
La Ue vuole  una secca retromarcia sulle riforme imposte con le proprie raccomandazioni ai precedenti governi, e cioè pretende di non toccare la legge Fornero, di revocare il condono “può scoraggiare la già scarsa conformità al fisco, implicitamente premiando comportamenti non conformi” e “la riduzione delle tasse sulle imprese che investono sono disinnescate dall’abolizione delle agevolazioni fiscali”. Secondo la Commissione “l’Italia,  con la manovra presentata, non rispetterà il benchmark di riduzione del debito né nel 2018 né nel 2019″ . E “la prevista riduzione del rapporto debito/Pil è soggetta a larghi rischi al ribasso, visto che si basa su proiezioni di crescita ottimistiche, privatizzazioni dello 0,3% del Pil all’anno dal 2019 al 2021 e l’attivazione delle clausole di salvaguardia nel 2020 e 2021, che sono state sterilizzate per il 2019″.
Si compatta il fronte interno con Mattarella, che auspica l’adesione al diktat della Commissione e si scatena l’opposizione che intima al governo di tornare sui suoi pessi in ossequio a Moscovici & C..
A parte le procedure, quali i probabili esiti politici? La bocciatura secca, anche per i toni, è un assit formidabile alla Lega. La pretesa d’imporre una volontà esterna al nostro Parlamento è fastidiosa e inaccettabile anche per i molti dell’area democratica. Salvini ha buon gioco a replicare, ergendosi a paladino della volontà democraticamante espressa dagli italiani, e, battendo su questo tasto, stravincerà le elezioni europee e subito quelle regionali, comprese le nostre. Il PD e le opposizioni si ridurranno all’irrilevanza. Solo il M5S reggerà, ma in flessione. L’Italia diventerà leghista, con le gravissime conseguense del caso. Rimarrà solo l’argine pentastellato e dei movimenti democratici, come al tempo del referendum costituzionale. Non è poco, ma non basta ad evitare al Paese un brusco arretramento in termini di civiltà e di democrazia.
Questo è il primo round. Il secondo dipende da tanti fattori ora insondabili, prima fra tutte l’evoluzione della situazione economica. Anche qui però, attenziome!, le posizioni delle opposizioni e del PD danno la sensazione di essere frutto di “intelligenze col nemico”, quindi rischiano di portare acqua al mulino salviniano. Non si profilla nulla di buono.

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