Regione. Che legislatura sarà? Se il buon giorno si vede dal mattino…

11 Aprile 2019
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Amsicora

Gente!, avete visto cosa ci propina la nuova legislatura regionale? Veri e propri paradossi o quasi. Che ve ne pare della novità principale? La passata legislatura è stata all’insegna dei “professori”. Le facoltà di giurisprudenza di Cagliari e di Sassari hanno offerto il meglio in materia economica e  di trasporti. E i risultati come vi sono parsi? Sono stati all’altezza? Non voglio sbilanciarmi, già che ricevo molte critiche per presunta faziosità! Immaginatevi se esprimo la mia opinione, cosa mi direste! Lasciamo giudicare gli stessi partiti che li hanno espressi. Pigliaru, Paci e gli altri prof. non sono stati neppure in predicato di essere candidati. Tutti hanno fatto finta di non conoscerli. Zedda, in campagna elettorale, non li ha mai nominati, anzi ha sempre precisato di essere, rispetto a loro, “discontinuo“. Una volta ha detto, per giustificare il suo assordante silenzio. “Per mia natura non esprimo giudizi su altri politici e altre giunte“. Una scusa per non dire che il giudizio degli elettori era, a dir poco imbarazzante. Come poi si è visto dal risultato elettorale. Ma - se mi è permesso - già dall’esito del referenduma, che in Sardegna ha raggiunto il record in Italia col 72% dei NO a Pigliaru, amicone di Renzi, col quale amava immortalarsi in foto compromettenti (politicamente, s’intende!).
Ma veniamo all’oggi. Questa è la legislatura degli studenti di lungo corso, quelli che mio zio - secondo canoni pedagogici del tutto superati, condannati e condannabili - chiamava rozzamente e impropriamente “asinoni“; Cristian e Massimo sono stati entrambi studenti di giurisprudenza a mai hanno avuto l’ardire di presentarsi davanti a Pigliaru per sostenere l’esame. Paura? Presagio di bocciatura o impegni politici? Non si sa. Ciò che è certo è che Solinas si è laureato da poco a Sassari, mentre Zedda non ha tentato neanche questa più comoda via verso il titolo.
Gente, ora è presto per dirlo. E se Cristian facesse meglio del suo Prof.? Non ci vuole molto, dirà qualche malandrino. Ma certo porrebbe un problema spinoso. Un quesito complicato: la scuola serve a qualcosa? Oppure è meglio la scuola della vita, quella dell’esperienza? E’ più produttiva, per far bene in politica, l’abitudine alla trama o la cultura allo stato puro? La pratica o la teoria? Fatto sta che su trasporti, sanità, governo locale, autonomia e legge elettorale, a sentire le prime dichiarazioni, sembra più ragionevole Cristian di Pigliaru. Sarà davvero così? Vedremo. Chi vivrà vedrà.
Ma ci sono anche altre curiosità. Non lo e’ vedere che Massimino ha lasciato  il governo di Cagliari per andare a chiacchierare con Agus nei banchi del Consiglio regionale? Ma la notizia non e’ questa. Che ne pensate di quella pentastellata (scusate, non ricordo il nome) che si è presentata “in trasparenza” alla prima seduta? Molti dibattiti, tanti pro e tanti contra: l’argomento principale di riflessione in questo inizio legislatura! Volete la mia? Che abbia preso alla lettera la vulgata secondo cui il Consiglio è una specie di bordello? Come quel mio amico, da ragazzi, che sentiva parlare di certi incontri con una certa squadra avversaria come di un ring, e sapete cos’ha fatto? Si è presentato alla partita munito non solo di scarpette da calcio, ma anche di guantoni da boxe. Eccessi si dirà! Senza male o malizia. Certamente, ma ogni contesto ha il vestiario e gli accessori adeguati. E ha anche arbitri all’altezza. Per tornare al mio amico, l’arbitro gli ordinò di togliersi i guantoni, pena l’uscita dal campo da gioco. Volete sentirne un’altra? Una volta un prof. (di cui non faccio il nome perché lo conoscete) invitò un giovane, che pretendeva di far l’esame in bermuda, di munirsi di regolari pantaloni. E solo quando il ragazzo si presentò coi pantaloni scambiati con un suo amico nel bagno adiacente, fu ammesso al cospetto della commissione. In bermuda si va al mare o si passeggia con gli amici nelle lunghe sere d’estate. All’esame si va vestiti in modo più consono. E in Consiglio cosa si sarebbe dovuto fare con la bella pentastellata? Lì, il presidente facente funzioni dell’Assemblea  avrebbe dovuto, con garbo e gentilezza, suggerire alla donzella d’indossare, sopra i veli, una giacchina, lasciando le trasparenze all’immaginazione (che spesso è perfino meglio del vedere). Ma - si sa - i prof. e gli arbitri ormai talora non sono all’altezza e per malinteso buonismo o modernismo, smettono di pensare che l’Aula della scuola sia un luogo da rispettare come la chiesa, o  che un’assemblea parlamentare sia la miniatura del corpo elettorale, il Consiglio regionale il popolo sardo in versione ridotta.
Non vorrei spararla grossa. Ma si parva licet componere magnis, è come se Pericle si fosse presentato all’agorà con un paio di pantaloni tagliati in modo da mettere in evidenza il “pacco“. Che avesse attributi lo ha lasciato intendere coi fatti, non col vestiario. Del resto è noto, l’abito non fa il monaco. La neoconsigliera pentastellata, se lo è, è magnifica, senza lasciare intravedere, fra i veli, le sue beltà.
Tuttavia, signori miei, siamo sinceri. Perché menar scandalo? Ne abbiamo visto, in questi anni, di cose non proprio esaltanti! Questo inizio di legislatura, ad esser sinceri, non lascia presagire niente di peggio. Siamo nella norma dei tempi non luminosi. Quindi, allegria!, la giostra ha ripreso a girare! Venghino, signori e signore, venghino, altro giro altra corsa!

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