Coronavirus. Le Regioni forti mostrano i muscoli, pretendono che le altre aprano le porte all’aumento dei contagi

29 Maggio 2020
4 Commenti


Andrea Pubusa

Ormai non sono più pischello e conosco il vecchio trucchetto: si mette in bocca ad un avversario qualcosa che non ha detto e lo si massacra con supponenza. Non vi pare sia questo il giochino che Boccia ed altri stanno praticando contro Solinas e Musumeci? Contro quanti sono preoccupati che l’imprevidenza di talune regioni possa, aperte le porte, scatenare un focolaio di nuovi contagi, dove tutto sommato la situazione è sotto controllo e quasi tranquilla?
Anziché ammettere che il problema esiste e va discusso, con pacatezza, c’è chi tira fuori una prepotenza che evidentemente ha sempre avuto, anche se l’ha accuratamente celata. Sala minaccia ritorsioni: “Mi ricorderò di chi chiede patente di immunità ai lombardi”. Se non fosse arrogante, dovrebbe riconoscere che il presidente di una regione con contaggi e morti oramai vicini allo zero, ha il dovere di preservare questa situazione. Boccia interviene a gettare cortine fumogene: “Il passaporto sanitario è contro la Costituzione. Sulla mobilità no a distinzioni tra le regioni”. E chiama a supporto nientemeno che la Carta: “Rileggete - dice - l’articolo 120 della Carta. Una regione non può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione”. Manco a dirlo, interviene Ainis, il costituzionalista, a dare man forte. Ma Solinas e anche Musumeci non dicono che vogliono imporre unilaterlamente un passaporto sanitario, chiedono al governo di farsi promotore di una iniziativa a salvaguardia delle regioni a bassa diffusione Covid contro il pericolo di indiscriminate aperture a regioni ad alto contagio e a basso tasso di responsabilità. De Magistris giustamente osserva: “Se Napoli fosse stata epicentro dell’epidemia avrebbero costruito un muro!”
Ma tornando a Boccia, chiama a supporto sempre in modo forzato perfino gli studiosi: “Se gli scienziati dicono che non ci sono passaporti sanitari, non ci sono”. D’accordo, ma ci sono misure di prevenzione o no?
E allora è bene fare un piccolo riepilogo. E’ vero che l’art. 120 vieta alle regioni di ostacolare il transito di persone e merci fra regioni, ma non vieta allo Stato con legge di stabilire limiti alla libertà di circolazione e soggiorno per motivi di incolumià e sicurezza pubblica. Art. 16. “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza”. Solinas, Musumeci ed altri quando dicono “al mare con il passaporto sanitario”, chiedono allo Stato di provvedere e hanno a supporto non solo l’art. 16, ma anche l’art. 32, che tutela la salute come diritto fondamentale e anche l’art. 3, che ammette discipline differenziate per situazioni differenti. E certo di fronte al coronavirus  Lombardia e dintorni non possono essere considerati uguali alle regioni del centro sud, tutte abbastanza virtuose.
La richiesta di un patentino immunitario per i turisti lombardi in arrivo sulle spiagge di Sicilia e Sardegna non pare un adempimento impossibile o gravoso. E’ una elementare regola di rispetto verso le popolazioni isolane, del resto sempre molto ospitali ed accoglienti. Certo non è un test sicuro al 100%, ma è meglio di niente. A ben vedere Solinas e Musimeci non pongono divieti alla circolazione, come vogliono far credere taluni, aprono le porte, ma chiedono una atto, seppure non a prova di bomba, di prevenzione. Mi viene in mente la richiesta ai turisti di entrare nelle chiese non in “divisa” da spiaggia. Il parroco non chiude le porte, anzi le spalanca, ma chiede un piccolo atto di rispetto. Chi capisce, credente o no, si adegua. Chi non lo fa manca di riguardo e mostra scarsa educazione.
Boccia dovrebbe mostrare maggiore buon senso (come ha fatto in questi mesi difficili) e deve ricordare che è un ministro della Repubblica e dunque deve tutelare la salute di tutti, anche a costo di  una mobilità differenziata a livello regionale, che ovviamente non è lui a stabilire e neanche Conte, ma deve avere una precisa base legislativa. Art. 16! Ma forse non c’è bisogno di scomodare la Costituzione nè il legislatore, in fondo un piccolo attestato medico chi dice di amare la nostra terra dovrebbe avere perfino il piacere di procurarselo.

4 commenti

  • 1 Giorgio
    29 Maggio 2020 - 06:52

    Caro Professore,
    Sta svolgendo di fatto, e a titolo gratuito, il consulente giuridico del Presidente Solinas e di tutti i Sardi e per questo le faccio i miei complimenti
    Giorgio

  • 2 Aladinpensiero
    29 Maggio 2020 - 09:45

    Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=108482

  • 3 Tonino Dessì
    29 Maggio 2020 - 11:09

    Il Ministro Boccia ha dimostrato di non aver capito nulla non solo della realtà dei fatti, ma neanche delle questioni strettamente giuridiche.
    D’altra parte, come potrebbe riacquistare credibilità, dopo lo svarione sulle ronde civiche?
    Le questioni attinenti ai controlli e alle certificazioni sanitarie correlate al rischio pandemico potrebbero porre problemi costituzionali solo se trattate diversamente dalle altre certificazioni richieste ordinariamente per poter praticare determinate attività come imprenditori o per fruire di determinati servizi come utenti.
    Ciascuno di noi potrebbe portare svariati esempi.
    E non è nemmeno questione di neocentralismo: è questione che occorre evitare una nuova diffusione di contagi a seguito di un’incontrollata riapertura della mobilità internazionale e interregionale.
    Altrimenti si tratta d’altro: di subalternità politica a pressioni economiche di realtà territoriali irresponsabili.
    Sono un sostenitore del Governo, in linea di massima.
    Ma non posso tacere sull’inadeguatezza di alcuni Ministri.
    Penso che per Conte rappresentino più un imbarazzo che un sostegno.

  • 4 Giorgio
    29 Maggio 2020 - 14:32

    L’assessore alla sanità, con le dichiarazioni di oggi, ha sconfessato quanto sostenuto dal Presidente Solinas. Servirebbe un po più di chiarezza e, soprattutto, che la giunta assuma una posizione unitaria sulla questione. Così facendo si crea solo confusione e disorientamento

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