Mario Melis, il Presidente dei sardi: quale lascito?

28 Aprile 2021
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Franco Ventroni

 Oggi, Sa die de sa Sardinia, ecco il ricordo di Mario Melis, Presidente dei sardi

E’ in corso di svolgimento il ciclo di dibattiti, organizzato dalla Scuola di Cultura Politica “Francesco Cocco”, dal titolo “CENTO ANNI DOPO: il lascito di Gramsci, Lussu, Laconi e Melis“. Il 30 prossimo  si terrà il webinar conclusivo su Emilio Lussu, partendo dal bel libro di Italo Birocchi su “Lussu giurista”.
L’ultimo incontro (rivedibile sul sito youtube della Scuola) in ordine di tempo, è stato dedicato alla presentazione del libro dal titolo: MARIO MELIS, Il Presidente dei Sardi, pubblicato da Arkadia Editore, scritto da Anthony Muroni, giornalista ex Direttore de l’Unione Sarda.
Dobbiamo ringraziare l’autore per averci trasmesso, attraverso questo libro, il ritratto di un politico di razza: si può, infatti,  evidenziare che dai suoi comportamenti emergono alcuni tratti salienti del suo agire, soprattutto i programmi e i progetti realizzati grazie anche alla sua lungimiranza e al suo decisionismo.
Credo però che, al di là del pregevole lavoro di Muroni, occorra domandarsi se l’esperienza e la leadership di Melis e di quella coalizione abbiano lasciato alle future generazioni qualcosa di significativo.
Occorre subito precisare che la Sardegna agli inizi degli anni ’80, era attraversata da una crisi economica senza precedenti determinata dall’entrata in crisi del modello industrialista voluto dalla Democrazia Cristiana e dal Partito Socialista. Lo stesso sistema dei partiti tradizionali, dilaniato da lotte intestine, evidenziava che era venuto meno anche il modello autonomista, voluto dai partiti di governo ma invocato anche dal Partito Comunista che era all’opposizione. Iniziavano anche  a comparire le prime crepe dei grandi progetti imperniati  sulle risorse del  Piano di Rinascita.
Mario Melis fu il primo a capire che il sistema dei partiti “italiani”, come lui li chiamava, ma soprattutto quelli legati al sistema di governo nazionale, era entrato in crisi e che essi attraversavano una crisi strutturale. Anche le prove di un governo alternativo, a guida socialista, guidata da Franco Rais, andava in quella direzione. Si può, pertanto, argomentare che iniziava ad entrare in crisi, nonostante discreti consensi elettorali, il blocco monolitico democristiano.
Inizia cosi una lunga battaglia, durata alcuni anni, che vide sempre più affermarsi il suo pensiero di autonomista-federalista, prima all’interno del Partito Sardo d’Azione e successivamente all’interno della società civile della Sardegna che incoraggiò i sardisti alle scadenze elettorali di quegli anni arrivando a premiarli con un quoziente a doppia cifra e 12 Consiglieri regionali, diventando un caso nazionale. Ma ciò che appare più importante, sotto il profilo politico, è che alle elezioni del 1984, la Democrazia Cristiana oltre a perdere consensi non era più la forza di riferimento per la formazione del Governo regionale.
Credo che al Presidente Melis e al suo Partito debba essere riconosciuto il merito, insieme alla sua coalizione, di aver messo in soffitta, almeno per cinque anni, il partito della DC guidato allora dalla Giunta Roich e di aver fatto da spartiacque in un momento difficile per l’economia regionale. Questo è un lascito politico di grande importanza che molti, compresi alcuni storici, non hanno ancora compreso appieno.
Per quanto riguarda, invece, l’aspetto programmatico delle Giunte, guidate da Mario Melis credo si possa affermare, con grande onestà e fedele testimonianza, che quella fu una stagione politica feconda, piena di grandi novità e, come  affermato da alcuni, persino immaginifica.
Oltre ad aver avuto il merito di aver avviato e attuato in tempi rapidi la L.R. 28/84 che recava interventi a favore della imprenditoria giovanile e alcuni interventi di politica attiva del lavoro,  approvata peraltro al fotofinish dal precedente Consiglio Regionale, credo si possa convenire che una pietra miliare di quella Giunta, sia la L.R. 21/85 che oltre ad istituire un Fondo per l’assistenza per le piccole e medie imprese costituì il Consorzio 21 che diede luogo, a cascata,  al CRS4 e al Parco Tecnologico e Scientifico che diede vita, nel settore privato a Video On Line e successivamente a Tiscali.
Si ricorda, inoltre,  la lunga battaglia con lo Stato sulle Servitù militari, Il Piano Straordinario per il Lavoro, il Piano delle Acque. A livello urbanistico e ambientale si ricordano la Legge regionale 45/89 contenente norme per l’uso e la tutela del territorio e la Legge regionale 31/89 sulla istituzione dei Parchi in Sardegna.
Il Presidente fu promotore, altresi, del progetto di collegamento delle Dighe della Sardegna e del collaudo di una serie di bacini artificiali perché  potessero invasare maggiori quantità d’acqua, eliminando cosi la penuria d’acqua nei periodi siccitosi.
Credo che ciò sia sufficiente per capire che si trattò di un periodo fecondo e di un periodo di cambiamento, anche culturale. Sono solo alcuni dati salienti di una stagione che, purtroppo, dopo abbiamo sprecato, perché nella successiva legislatura  la Giunta Floris e la successiva Giunta Cabras, tornarono a Su Connottu.
Credo che l’invito rivolto da Muroni nelle conclusioni costituisca uno stimolo per l’approfondimento e soprattutto per esplorare altri dati salienti dell’uomo e del politico Mario Melis.

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