Carbonia. 1947 annus horribilis: 67 morti in miniera nel Sulcis

30 Maggio 2021
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Gianna Lai

Dal 1° settembre 2019 ogni domenica su questo blog un post sulla storia di Carbonia

E venerdi 9 gennaio1948, su L’Unità della Sardegna si legge, “67 i minatori  morti nel corso del 1947, a Carbonia, secondo le notizie forniteci dalla FIMEC - Fed. Italiana Minatori e cavatori, mentre il numero degli infortunati supera il migliaio”. Come si muore nel Sulcis?
Il dato dell’Unita’ si riferisce all’intero distretto minerario, noi possiamo testimoniare dei seguenti 27 lavoratori, secondo l’elenco riportato, per il 1947, in “Sardegna: minatori e miniere”, a cura dell’Associazione minatori e memoria, Consorzio del Parco geominerario storico ambientale della Sardegna. Grafiche Pisano Cagliari 2008, pag.296, un pregevole lavoro di ricerca svolto presso gli archivi delle miniere e negli Archivi di Stato:
1) 2 gennaio 1947 Brau Battista a Sirai, distacco di roccia
2) 8 febbraio Tiddia Elio, 20 anni, Bacu Abis,  asfissia
3) 11 febbraio, Porceddu Giovanni, 31 anni, investito da vagone.
4) 21 febbraio, Poggi Antonio, 21 anni, Sirai,  caduta di falso tetto.
5)  6 marzo, Murgia Domenico, 28 anni, Serbariu, distacco roccia.
6) 15 marzo, Caboni Paolino, 34 anni, Serbariu, caduta di falso tetto
7) 23 aprile, Ghiani Severino, 39 anni, Sirai
8) 30 aprile, Fara Salvatore, 33 anni, Tanas, caduta falso tetto.
9) 30 aprile, Sbergio Giuseppe, 34 anni, Sirai, distacco di roccia.
10) 10 maggio, Tolda Pietro, 32 nni, Schisorgiu, distacco di roccia.
11) 16 maggio, Melis Pietro, 31 anni, Sirai
12) 23 maggio, Carboni Salvatore, 42 anni, Bacu Abis, rovesciamento carro.
13) 16 giugno, Vespa Efisio, 24 anni, Nuraxeddu, frana,
14) 17 giugno, Bonfiglio Giro, 41 anni, Sirai, distacco roccia.
15) 19 giugno, Mirigliani Domenico, 51 anni, Nuraxeddu, folgorato da corrente
16) 22 giugno, Zara Giovanni, 46 anni, Sirai, frana.
17) 10 luglio, Ziccheddu Giuseppe, 47 anni, Serbariu.
18) 5 ottobre, Spiga Francesco, 65 anni, Serbariu, rottura del contrappeso in laveria
19) 7 ottobre, Perdighe Francesco, 27anni, Cortoghiana, caduta di falso tetto.
20) 14 ottobre, Cuccu Luigi, 29 anni, Nuraxeddu, distacco di roccia.
21) 19 ottobre, Masia Gavino, 39 anni, Sirai, asfissia.
22) 25 ottobre, Urigo Antioco, 44 anni, Serbariu, distacco roccia
23) 5 novembre, Obino Salvatore, 26 anni, Serbariu, frana.
241 2 dicembre, Desogus Luigi, 63 anni, Bacu Abis, investito da convoglio.
25) 14 dicembre, Mura Antonio, 47 anni, Seruci, esplosione grisou.
26) 14 dicembre, Tommasi Giuseppe, 37 anni, Seruci, esplosione grisou.
27) 18 dicembre, De Roit Cesare, 34 anni, Serbariu, frana
Due ultrasessantenni, che  inducono a chiederci quale fosse l’età della pensione per un lavoro così logorante, gli altri, tutti molto giovani, sei solo poco più che ventenni, nove oltre i trent’anni, sei ultraquarantenni, un cinquantenne. In miniera, a Carbonia, si muore  per distacco di roccia e caduta di falso tetto, undici operai; quattro di essi muoiono a seguito di una frana, tre a causa del rovesciamento di un carro e per  investimento da vagone. E poi due operai muoiono per asfissia e due per esplosione di grisou, uno per rottura del contrappeso in laveria e uno folgorato dalla corrente.
27 secondo  L’Associzione Minatori e Memoria, i morti per incidente, nel 1947 a Carbonia,  67 per L’Unità, che cita i dati FIMEC, una tale differenza, trattandosi nel pregevole lavoro dell’Associazione minatori e memoria, dell’elenco di operai morti in incidenti di galleria, il dato FIMEC de L’Unità riferito ai morti complessivi. A falcidiare la vita dei minatori non solo gli incidenti in galleria, infatti, ma anche le diverese affezioni polmonari, a partire dalla silicosi naturalmente, che vedono morire i minatori dopo lunga malattia, ormai  fuori dai cantieri, “fatto che sta a dimostrare in quali condizioni igienico-ambientali si sia svolta per molto tempo l’attività lavorativa nelle nostre miniere”, come dice il già citato professor Duilio Casula  nel sul saggio su “Le malattie dei minatori”.
E se è dato sapere quanti sono i sardi, morti nella Prima Guerra mondiale, in corso la pubblicazione su L’Unione Sarda proprio durante queste settimane, ancora non può intendersi completo l’elenco dei morti in miniera nell’isola, il modo stesso della morte molto simile, drammatico e dolorosissimo, per l’esposizione a un continuo, sicuro pericolo. Una ricerca sempre aperta, da completare, quindi, e vale la pena, a questo proposito, citare la parte finale della nota, a cura dell’Associazione minatori e memoria, dato che “la realizzazione della ricerca ha… permesso di scoprire una pratica comune in uso nelle zone minerarie: venivano considerati ‘morti sul lavoro’ solamente gli operai deceduti sul posto di lavoro, e non coloro i quali, sempre in conseguenza del medesimo incidente, morivano giorni dopo, in ospedale o a casa……onde non gonfiare i dati relativi a infortuni e morti sul lavoro. Da qui la necessità di proseguire le nostre ricerche  nei comuni, nelle parrocchie e negli ospedali”. Un pregevole lavoro per salvaguardare la memoria storica dei minatori caduti, i ricercatori hanno consultato l’Archivio di Stato di Cagliari, i verbali e i registri del Distretto minerario e dell’Ufficio delle miniere di Iglesias, e poi gli uffici anagrafe di tutti i comuni della Sardegna, sedi di miniera. E ordinato l’elenco secondo le zone in cui la Sardegna è stata divisa, Distretto del Sulcis, la numero 8, denominata Area del Sulcis, a pag.280 della pubblicazione. Giungendo a concludere  che ammontano a 1591 i casi di infortunio mortale nelle miniere sarde, dal 1861 al 2000. Nel Sulcis a 340, dal 1931 al 1992, sempre con la riserva di cui sopra, che impone ulteriori ricerche e analisi dei dati.
Del resto, la stessa SMCS cercava di impedire, ancora in quegli anni, che al fenomeno silicosi, così invalidante da portare a morte in giovane età, venisse dato il giusto peso, proprio per la mancanza di una seria politica di tutela del lavoro, rispetto alle malattie professionali,  ad opera degli  istituti preposti alla previdenza sociale, come avverrà in seguito. Ci si limitava spesso a trasferire i lavoratori ammalati all’Azienda agraria ACaI, quando la malattia non aveva ancora reso del tutto invalidanti le condizioni dei minatori.
Per tornare, infine, a incidenti e morti in miniera, altra importante informazione ci viene dal già citato grafico di Ignazio Delogu, “Carbonia. Utopia e progetto”, a pag. 218, interessante da confrontare con i dati degli incidenti gravi e mortali, di  “Sardegna, minatori e miniere”, nel periodo compreso tra il 1933 e il 1948.

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