Lussu-Laconi, nel confrontarsi, parlano della stessa storia? Storia dei sardi o della Sardegna?

9 Agosto 2021
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Andrea Pubusa

“E a dir di Sardegna
le lingue lor non si senton stanche”

Lussu e Laconi, come frate Gomita e Michele Zanche, non si sono mai stancati di parlare e scrivere di Sardegna e di combattere per la Sardegna ed i sardi.
Certo, Lussu dei sardi del secolo scorso appare quello che ne ha parlato più di tutti e che ogni santo giorno non ha pensato ad altro. Egli ha avuto la grande avventura di vedere per la prima volta nella storia i sardi agire e pensare come popolo, ed ha avuto modo di lasciarci delle pagine meravigliose in cui descrive questo processo di maturazione e di unione nel mezzo della tragedia della guerra. Non più sardi isolati e soli o in comunità le une contro le altre armate, ma popolo, soggetto collettivo. Nell’Altopiano, fuori dalla Sardegna, a seguito della orgnizzazione su base regionale della Brigata Sassari i sardi per la prima volta hanno condotto un’impresa collettiva e hanno mostrato il loro grande valore, la loro insuperabile abnegazione, la loro encomiabile solidarietà. Cosa è rimasto nell’Altopiano dei sardi in continua lotta fra loro per la sopravvivenza? Del pastore che ruba all’altro pastore? Niente. Cosa è riìmasto nella loro testa delle bardane dalle montagne alla pianura per approvvigionarsi di grano, di cui Lussu sapeva fin dall’infanzia per i racconti paterni? Nulla. Che cosa dei banditi, spesso feroci, alla macchia? Neanche il ricordo. Anzi, qualcuno lo è diventato, per i casi della vita, dopo la smobilitazione della Brigata, come Samuele Stocchino, sottufficiale medaglia d’argento al valor militare nella Brigata e spietato bandito nell’isolamento. Lussu ritiene così che la storia del popolo sardo inizi lì nelle trincee, perché lì i sardi sono popolo, sono comunità regionale, mentre nelle solitudini povere e sitibonde dell’isola sono individui in lotta contro gli altri. Sono pertanto privi di una storia. Certo - come osserva Laconi - la Sardegna ha avuto anch’essa una storia, ma è storia del popolo sardo o è storia della Sardegna e dunque di chi da Cartagine in poi l’hanno dominata? Questa è la storia dei popoli che l’hanno assoggettata, la Sardegna, non la storia dei sardi. Ecco perché Lussu, a costo di apparire antistorico, dice che i sardi non hanno avuto storia fino alla grande guerra e alla formazione delle organizzazione socialiste e sardiste. Solo allora hanno fatto irruzione nella storia come soggetto collettivo autonomo.
Certo sembra sbrigativa l’affermazione che la lotta antifeudale fu una fiammata durata lo spazio di pochi anni fra il 1793 e il 1796 e finita con la sconfitta di Giommaria. Sappiamo che quella lotta rimonta almeno al 1600 quando le grandi famiglie di prinzipales iniziarono ad irrobustirsi e ad opporsi ai feudatari coi codici nei tribunali e con le armi sul campo, ma sappiamo anche che fu una lotta limitata territorialmente, non investì tutta l’isola e neanche le città, se non Sassari, accerchiata, assediata e conquistata prima da Cillocco e Mundula a capo delle milizie antifeudali  rurali e successivamente da Giommaria Angioy nei suoi cento giorni da Alternos. Ma po pian piano rientrarono nei ranghi per far parte del nuovo blocco sociale moderato e reazionario costruito dai Savoia sulla sconfitta del movimento antifeudale.
Anche quella fu storia solo in parte di sardi, l’egemonia in effetti fu della Corona, salvo la breve epopea angioyana e del gruppo di intellettuali che gli stavano attorno insieme alla grandi famiglie antifeudali come gli Obino a Santulussurgiu e i Pinna di Ittiri.
La nota disputa fra Lussu e Laconi di inizio anni ‘50 nasce da impostazioni storiografiche diverse come percisa Lussu nella Lettera al direttore  di Rinascita sarda del febbraio 1952. Lussu parla della storia del popolo sardo, Laconi della storia della Sardegna. Sembra la stessa cosa, ma sono invece due prospettive molto diverse.
Ma il quesito più inquietante, riflettendo su quella discussione e sull’impostazione di Lussu, riguarda l’oggi. Se il popolo sardo è entrato nella storia come soggetto collettivo con le formazioni socialiste a fine Ottocento e col Movimento combattentista e sardista dopo la Grande Guerra, è tornato ad uscirne oggi? La storia di oggi è la storia del popolo sardo o quella della Sardegna, ossia di chi nell’isola governa al seguito e sotto il comando di gruppi politici ed economico-finanziari nazionali ed internazionali? Non esistono più organizzazioni socialiste nè sardiste. Sono tornate le consorterie attorno ad un notabiliato politico che usa gli slogan per conquistare voti, ma che sostanzialmente non ha progetti o visioni alternative in generale e in Sardegna. Siamo tornati ad una situazione simile a quella precedente, secondo Lussu, l’ingresso dei sardi, come popolo, nella storia. Oggi esiste una storia della Sardegna, ma non una storia del popolo sardo. Questo, dopo una breve apparizione, è di nuovo scomparso e non si vedono elementi per una rapida riemersione. A quando il rientro nella storia?

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