PD. Vince Schlein. E ora? Sulla guerra? E sui diritti sociali?

27 Febbraio 2023
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A.P.

«Una piccola grande rivoluzione, ho il mandato a cambiare davvero», Questa la prima dichiarazione della nuova segretaria del PD dopo la vittoria sul rodato Bonaccini.
Il risultato è una sorpresa, che ha ribaltato quello espresso dai circoli. Ciò dimostra che i riti involuti del partito democratico, si sfaldano come un vaso di coccio quando impattano col voto popolare, dei non iscritti. I cittadini di area democratica non accettano la direzione burocratica, involuta e miope della dirigenza. Questo voto ha una valenza più generale. Anche nelle istituzioni la politica segue deteriori tatticismi, strade e obiettivi contrari al sentire del popolo italiano, come è dimostrato dai sondaggi che danno le percentuali pro pace-contro il riarmo ben più alte di quelle espresse dal governo e dal parlamento.
Un risultato che segna una svolta, per il partito?
La Schlein lo promette. «Sono immensamente grata, perché insieme abbiamo fatto una piccola grande rivoluzione. Anche stavolta non ci hanno visto arrivare», ha detto Elly. «Il popolo democratico è vivo: il mio è un mandato chiaro a cambiare davvero. Le priorità sono il contrasto a ogni forma di disuguaglianza, il diritto a un lavoro dignitoso, la necessità di affrontare con massima urgenza l’emergenza climatica. Dobbiamo ricostruire fiducia là dove s’è spezzata. Il popolo democratico si è riunito: e questa è la nostra responsabilità, non tradire mai la sua fiducia. Abbiamo fatto anche da ponte intergenerazionale: mi hanno colpito i messaggi di donne di 100 anni che hanno votato per me, e mi hanno scritto che da sempre aspettavano di poter votare per una segretaria. Sento che è il momento di ringraziare. Noi dobbiamo avere l’ossessione di quelli che oggi non hanno partecipato, di quelli che alle ultime elezioni non si sono espressi. Saremo un bel problema, per il governo Meloni. E dobbiamo iniziare difendendo la dignità del lavoro; la scuola pubblica, nel momento in cui il governo tace di fronte ad aggressioni squadriste davanti alle scuole. Faremo le barricate contro ogni taglio della sanità pubblica, universalistica. Oggi c’è stata una altra strage che pesa sulle coscienze di chi pochi giorni fa ha approvato un decreto che impedisce i salvataggi in mare quando occorrerebbero vie legali di ingresso in Europa. Saremo al fianco di chi lotta per la giustizia climatica, accanto a quella sociale. Lavoreremo per una vera, profonda conversione ecologica; vorremo essere i peggiori avversari della paura di futuro che colpisce tanti giovani. Non ci daremo pace finché non avremo posto un limite alla precarietà».
Buoni propositi e tanti auguri. C’è però un silenzio assordante. Che fa Elly, che ha anche passaporto USA, sulla guerra e sulle armi? Rimane sulla linea del governo e della Meloni o cambia strada? E’ anch’essa per l’invio di armi o lancia un’apertura verso quelle forze e quelle proposte che vogliono le trattative?  Vedremo. La credibilità e la svolta oggi si misura su questo versante. Il fatto che non abbia subito sparigliato su questo tema dirimente è preoccupante. Ma non le si puo’ negare la possibilità di mutare opinione o di affinare la sua posizione. Ci vuole apertura, anche se questo - sia ben chiaro - è il punto da cui verrà giudicata e da cui dipedono tutti gli altri.
Che Elly non parli della cessazione della guerra è preoccupante.

Ancora e’ preoccupante che la neosegretaria non parli o parli in secondo ordine dei diritti sociali. Quelli civili sono fondamentali, ma la sinistra si e’ sempre caratterizzata e distinta per la lotta sui temi sociali. La vecchia e mai spenta lotta di classe (in questa fase vinta dal capitale). Senza questa non e’ sinistra. Che ne dite? Aspettiamo senza pregiudizi. Con pazienza.

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