Elly. Pd, i nuovi iscritti soprattutto nel Nord

17 Marzo 2023
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Massimo Villone

Cntro ogni pronostico, Elly Schlein ha vinto le
primarie del Pd. Il vantaggio conseguito da
Bonaccini nel voto degli. iscritti sembrava
incolmabile. Così non è stato, e il voto dei non iscritti
ha capovolto il risultato.Nella storia del Pd le
primarie hanno talvolta dato chiari segnali di
pericolo, dal voto dei cinesi ai tesseramenti gonfiati a
dismisura. Ma la vittoria dell’underdog Elly era con
ogni probabilità l’ultima occasione di un partito - che
in anni recenti aveva già bruciato più di un segretario
dì evitare la morte per consunzione.
Tuttavia, Elly deve vincere anche nel dopo-primarie.
Questa è la principale chiave di lettura del suo
discorso di investitura, con il ripetuto richiamo
ali ‘unità, e della proposta di Bonaccini alla
presidenza. Le auguriamo di convincere gli iscritti
dopo aver conquistato gli elettori. Quello che già
leggiamo su queste pagine sulle prime schermaglie
per gli assetti locali di partito ci dice che la via
potrebbe non essere agevole.
Con il voto popolare è arrivato nel Pd un flusso di
nuovi iscritti. Ma non sfugge che rispetto al tanti che
hanno votato solo pochi - a quanto si legge, al
momento circa diecimila - hanno fatto seguire una
richiesta di tessera. Certo, è un segno positivo di
vitalità ritrovata. Ma bisognerà che si consolidi e
rafforzi, per un peso reale nel partito rinnovato cui si
pensa. Questa è una scommessa che Schlein deve
vincere, ed è bene considerare i dati da vicino.
Leggiamo (Repubblica, 12 marzo) un primo identikit
dei nuovi iscritti - mai prima tesserati - al Pd.
Vengono in maggioranza dal Centro e dal
Nord-Ovest. Rimangono in coda il Sud e le isole,
mentre i giovani sono sostanzialmente marginali.
Molto rimane da fare.
Guardando la distribuzione territoriale del voto per
Schlein si vede una vittoria maturata nel Nord e
nell’elettorato storico del Pd. Fa eccezione solo
l’Emilia-Romagna, che rimane con un margine
ridotto a Bonaccinl cui va, con eccezioni come
Napoli, il Sud. Ed è sorprendente, se si considera la
sintonia di Bonaccini con le politiche leghiste di
autonomia differenziata, che pure in campagna
elettorale ha cercato di far dimenticare. Ma talvolta
capita che i peccati originali si scontino. In ogni caso,
la vittoria di Elly su Bonaccini può far sperare che il
Pd finalmente riesca a tirarsi fuori dalla sostanziale
afasia che lo ha da sempre colpito sull’autonomia
differenziata in salsaleghista.
E Schlein non si è sottratta, nel discorso di
investitura, a dire parole chiare sui progetti di
riforma della destra. Ha rìchiamato la difesa della
Costituzione, la scuola, la lotta alle diseguaglianze, i
temi della transizione coniugata con lo sviluppo. E
sui divari territoriali ha affermato che il Pd si opporrà
a Calderoli con «grande forza, perché siamo convinti
che voglia dividere ulteriormente un paese che deve
essere ricucito … che non ci sia riscatto per l’Italia
senza il riscatto del Sud … che non ci sia riscatto del
Sud se non c’è riscatto delle donne e dei giovani che
al Sud sono stati più colpiti dalla precarietà».
Giustissimo ..Troviamo in queste parole i due temi
essenziali: eguaglianza nei diritti, unità del paese. C’è
nel Mezzogiorno una consapevolezza crescente che
non si può affidare il futuro alla trattati va privata tra
un ministro leghista e il ceto politico regionale della
destra nel Sud, che ha votato a favore del ddl
Calderoli in conferenza Stato-Regioni. Conta poco
che lo abbia fatto per subalternità politica o anche
solo in vista di qualche spicciolo in termini di risorse
o di potere gestionale.
Contro l’autonomia differenziata si sono levate le
voci di organizzazioni storiche della sinistra, come
l’ Anpi e l’Arci, quella dei maggiori sindacati della
scuola, persino la voce del presidente di
Confindustria Bonomi. M5S sembra decisamente
orientarsi per una battaglia frontale. Il 17 marzo a
Napoli si terrà un’assemblea dei 500 sindaci di
Recovery Sud, che dopo la posizione contraria
dell’Anci sarà un momento fondamentale per far
sentire la voce delle istituzioni meridionali. Ci sarà
anche il Coordinamento per la democraz1a
costituzionale, che sostiene il disegno di legge
costituzionale di iniziativa popolare volto alla
riforma degli artt.116.3 e 117.
Ci auguriamo che altre voci ancora si alzino, per
incoraggiare un fin qui torpido Pd a una più aperta
battaglia. E al ceto politico regionale vogliamo
ricordarel’esortazione rivolta da J.F. Kennedy ai
cittadini atnericani nel suo discorso di insediamento:
«Non chiedete cosa il vostro paese può fare per voi,
chiedete cosa voi potete fare per il vostro paese,,.

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